Una scelta inedita in Italia, perchè mai un Sindaco, a nome di una città, aveva chiesto i danni ad un giornalista suo concittadino, e perchè mai, senza chiedere mai una rettifica o una smentita, si porta in Tribunale non un articolo ma un'intera attività. La posizione più curiosa è quella della stessa Giulia Adamo, che interviene con una lettera a Renato Polizzi, fornitore del Comune, organizzatore di alcune manifestazioni finanziate dalla sua amministrazione, tra cui il Festival del Giornalismo di inchiesta. Polizzi aveva chiesto blandamente ad Adamo di ritirare la sua citazione. Ma il Sindaco insiste e parla di "un’opera di disinformazione sull’attività della Giunta. E ciò in un momento in cui la nostra città sta facendo un grande sforzo per uscire dalla marginalità culturale ed economica in cui ha vissuto in questi anni. Lavoriamo per far riscoprire la vera identità di Marsala, dei marsalesi, operosi e con un alto senso dell’accoglienza e della tolleranza".
Una nota di solidarietà arriva dal coordinamento sia comunale che provinciale di Sel. Massimo Candela dichiara: "Il diritto all'informazione è un bene costituzionalmente garantito che non deve in alcun modo essere attaccato come si tenta di fare oggi nel nostro territorio e generalmente in Italia.Chiediamo che tutte le forze politiche e sociali siano schierate senza timidezze a difesa dell'informazione e a tutela di Giacomo di Girolamo e dei tanti giornalisti che quotidianamente subiscono, non già, richieste di pubblico confronto ma richieste di risarcimenti salatissimi con l'unico intento di inibire qualunque critica al potere politico". Anche il P.R.C. "esprime piena solidarietà a Giacomo di Girolamo e alla testata marsala.it, per il tentativo di intimidazione perpetrato dal sindaco di Marsala Giulia Adamo. Chiediamo che tutte le forze politiche e sociali siano schierate senza timidezze a difesa dell'informazione e a tutela di Giacomo di Girolamo e dei tanti giornalisti che quotidianamente subiscono pressioni e richieste di risarcimenti con l'unico intento di inibire qualunque critica al potere politico".
Si sono espressi sulla vicenda anche gli attivisti del Movimento Cinque Stelle di Marsala: "Il sindaco, il quale si arroga il diritto di Esprimersi a Nome di Tutti i Cittadini, manifestare l'indignazione dei cittadini tutti verso "La" Redazione, "L'Unica" che Ci Rende Partecipi, che ci Identifica, che ci Rappresenta, che Ci Informa, Che Ci Chiede Quali i Nostri Disagi, Quali Le Nostre Preoccupazioni, Le Nostre Ansie per una città che esprime il 40% del suo potenziale, che sfrutta il 40% delle sue ricchezze, per una città che Molto Spesso preferisce Voltarsi dall'altra parte e Dimenticare. Marsala Oggi Dimostra che non è più Libera. Non lo è da tempo, non lo è da quando, nelle ultime elezioni amministrative, un cittadino su quattro sceglieva Giulia Adamo, Oggi Sindaco di Marsala, Oggi Colei che Idea, Progetta, Decide, Sceglie Per Tutti. Colei che, chiedendo 50.000 euro di risarcimento danni a Giacomo Di Girolamo, da una ginocchiata nelle gengive alla redazione di marsala.it, l'unica, che per anni ha sollevato dubbi e ha spinto, ha prima invitato e poi incitato i cittadini tutti alla Riflessione, al Pensiero Libero, alla Verità. Lo ha sempre fatto, anche durante le precedenti amministrazioni.. Eppure i Precedenti Galfano, Carini non hanno mai presentato esposti, querele, richieste di risarcimento (per danni "d'immagine"). E proprio in quegli anni Giulia Adamo considerava marsala.it una Prima Testata Giornalistica e Giacomo Di Girolamo il migliore giornalista. Noi, come Movimento 5 Stelle Marsala, ci chiediamo COSA sia cambiato in questi anni, cosa non si può dire o pensare??...Perché Tacere?? Noi, Movimento 5 Stelle Marsala, esprimiamo la nostra totale solidarietà nei confronti di marsala.it che, con l'esempio, ahimè sempre più raro, di Stampa Libera, dà Semmai Lustro e Rispettabilità alla nostra città.
Sulla vicenda interviene anche Riccardo Arena, presidente dell'ordine dei giornalisti in Sicilia. L’Ordine regionale sottolinea "la vicinanza ai cronisti oggetto di attacchi: “L’informazione indipendente, libera e pluralista è per il nostro Paese una garanzia di democrazia - ha aggiunto Arena -. Ed è in nome di questo principio e del diritto insopprimibile della libertà d’informazione e di critica che l’Ordine dei giornalisti di Sicilia è al fianco dei cronisti e degli operatori che lavorano in prima linea, dei colleghi del Giornale di Sicilia e di Marsala.it. Non permetteremo che possa essere messo in discussione il rapporto di fiducia tra gli organi d’informazione e i cittadini. Un rapporto che è alla base del lavoro di ogni giornalista”.
Per Antonella Milazzo e Baldo Gucciardi, del Pd, partito che sostiene il Sindaco Adamo, “è legittimo e doveroso tutelare l’immagine della Città che si rappresenta, ma occorre fare in modo che ciò avvenga senza far scontrare le istituzioni pubbliche con la sacrosanta libertà di stampa e di critica”. “Infatti, per quanto aspra e persino ingiusta possa essere o apparire la critica – continuano Milazzo e Gucciardi – riteniamo cosa opportuna che le istituzioni pubbliche rappresentative siano tenute fuori dai pur legittimi percorsi di tutela, anche giurisdizionale, che individualmente può decidere di intraprendere qualunque cittadino si ritenga leso dall’esercizio dell’informazione”. “Pertanto – concludono i due parlamentari del PD – l’auspicio è che la sensibilità istituzionale del Sindaco di Marsala possa al più presto ricondurre la vicenda nella direzione più coerente con quanto prima rappresentato”.
In precedenza era già intervenuta Annamaria Angileri, consigliere provinciale del Pd: "In relazione alla citazione del Sindaco di Marsala nei confronti della redazione della testata giornalistica Marsala.it e del suo direttore Giacomo Di Girolamo, esprimo piena solidarietà a chi non ha altra colpa se non quella di fare libera informazione in un Paese poco libero e poco democratico. Metodi autocratici ed ogni forma di utilizzo della cosa pubblica per ragioni personali dovrebbero essere lungi da una politica che si prefigga di essere al servizio del cittadino ed espressione di interessi collettivi. Ritengo che chiunque abbia il diritto di governare, oltre a doverlo fare bene, deve anche accettare le critiche e le posizioni di chi non condivide e lo dice con chiarezza, senza altri fini se non quello di informare e comunicare. Queste sono le regole delle democrazie avanzate in cui il ruolo della stampa non può e non deve essere quello di megafono delle istituzioni ma, bensì, quello di lucida ed indipendente disamina dei fatti. Questi sono gli oneri di chi governa. Gli oneri di chi non può pretendere che gli onori vadano tributati alla persona o alla funzione, ma deve, invece, impegnarsi per guadagnarli sul campo. Per tali ragioni mi sento vicina al giornalista, ottimo professionista impossibile da influenzare, ed all’uomo che sta subendo un torto difficilmente compensabile e lo invito a continuare ad andare avanti per il percorso di comunicazione franca e libera, lontana da ogni forma di servilismo che, in tutta la sua carriera, ha tracciato. Mi auguro che i rappresentanti nelle istituzioni, ed in particolare quelli che fanno riferimento al Partito Democratico, vogliano dissociarsi da questa ridicola quanto inaudita attività che lede lo spirito relativo alla libertà di espressione tutelati all’articolo 21 della Costituzione. Auspico inoltre che essi stessi propongano l’immediato ritiro di tale atto".
Si unisce al coro di proteste anche il Pdl: "Crediamo fortemente in quei valori a cui da sempre il Pdl fa capo, libertà di espressione e di manifestazione del pensiero garantendo il diritto di cronaca e di informazione ai cittadini nel rispetto delle verità delle parti e del buon costume. Fatto salvo il diritto di querelare e di agire legalmente per conto e nome proprio e non in rappresentanza di una città. Esser politici, con ruoli di primo piano, implica anche esser sottoposti a critiche, sia esse negative che positive, da parte nn solo della stampa ma di quelle, a mio avviso più pericolose, dei cittadini chiamati poi nuovamente al voto! Se ad ogni giornalista venisse tolta la possibilità di esprimere convincimenti e opinioni si ritroverebbe ad essere come un pesce rosso in una bolla senza acqua. La libertà di manifestazione del pensiero è un diritto riconosciuto negli ordinamenti democratici. Magari qualcuno può spiegare a chi di dovere che l'Italia fu colpita da Democrazia nel lontano giugno 1946..." scrive Rossana Titone, del direttivo del Pdl di Marsala.