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08/10/2013 06:39:00

Giulia Adamo sconfitta. Il Comune di Marsala verso l'ok al porto targato Myr

Il Comune di Marsala dà alla fine via libera al progetto del porto presentato dalla Myr. Lo comunica lo stesso Sindaco, Giulia Adamo, che, con eleganza, in una dichiarazione diramata dall'ufficio stampa, rende noto che "la Myr si è adeguata alle prescizioni del Comune". In realtà è il primo cittadino  che  ha dovuto prendere atto che il suo comportamento stava procurando un danno senza pari non solo alla ditta, ma allo stesso Comune di Marsala, sul quale pende una richiesta di risarcimento danni per otto milioni di euro
Si è perso, di fatto, un anno di tempo, nel tentativo, del Sindaco di Marsala, Giulia Adamo, di ostacolare il progetto.  E ora siamo al punto in cui potevamo essere un anno e mezzo fa: la Myr ha presentato il progetto, la conferenza di servizi ha fatto delle prescrizioni, la società si adeguata.
Le modifiche al progetto della Myr riguardano la dimunzione dei volumi di costruzione pari al 35% (oltre 30 mila metri cubi di cemento). Myr si è impegnata, con il suo progetto, a procedere all’escavazione dei fondali del bacino portuale, in alcuni punti strategici, non più per la profondità di cinque metri, ma per sette, così come previsto dalle prescrizioni e tale da consentire l’ingresso e l’ormeggio in porto di navi di consistenti dimensioni.

E se il progetto della Myr è noto, anche nella sua rimodulazione (ne hanno parlato ieri in sala Giunta il Sindaco con l’assessore ai Lavori Pubblici Benny Musillami e i dirigenti Gianfranco D’Orazio (Grandi Opere) e Luigi Palmeri (Ufficio Tecnico), diventa sempre più paradossale la vicenda dell’altro progetto del porto di Marsala, quello per la messa in sicurezza, sponsorizzato dal Sindaco Adamo.
Attualmente il progetto è come se non esistesse, perchè stato rimodulato dopo l’approvazione del consiglio comunale, e quindi tutto l’iter sarebbe da rifare. Il condizionale è d’obbligo, perchè sul progetto non c’è alcun finanziamento da parte della Regione. L’unica cosa certa è l’indagine della Procura di Trapani, che ha inviato un avviso di garanzia al progettista Viviano, e ha sequestrato le carte al Comune di Marsala.
A questo proposito, a dimostrazione di quanto siano delicate le vicende relative alla progettazione dei porti, proprio ieri la Guardia di Finanza ha scoperto una maxi frode al Comune di Barletta. Un affare da 150 milioni di euro. L'appalto per la costruzione del nuovo porto risale al 2007, ma l'opera non è stata ancora realizzata. L'area destinata al nuovo porto commerciale di Molfetta è stata sottoposta a sequestro. Nell'indagine sono indagate, a vario titolo, oltre 60 persone. Gli indagati - ex amministratori pubblici, tra cui Azzollini, e imprenditori - sono accusati di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d'ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali. Le indagini, coordinate dalla procura di Trani, hanno accertato che per la realizzazione della diga foranea e del nuovo porto commerciale di Molfetta è stato veicolato in favore del Comune, un ingente fiume di danaro pubblico: oltre 147 milioni di euro, 82 milioni dei quali sino ad ora ottenuti dall'ente comunale, a fronte di un'opera il cui costo iniziale era previsto in 72 milioni di euro. L'opera (appaltata nell'aprile del 2007 con consegna lavori nel marzo 2008) non solo non è stata finora realizzata a causa della presenza sul fondale antistante il porto di migliaia di ordigni bellici, ma non vi è neppure la possibilità che i lavori possano concludersi nei termini previsti dal contratto di appalto assegnato ad un'Ati composta da tre grandi aziende italiane: Cmc (capofila), Sidra e Impresa Cidonio. Secondo l'accusa, dal Comune di Molfetta, pur sapendo dal 2005 (circa due anni prima dell'affidamento dell'appalto) che i fondali interessati dai lavori erano impraticabili per la presenza degli ordigni, hanno attestato falsamente che l'area sottomarina erano accessibile. In questo modo si è consentita illegittimamente la sopravvivenza dell'appalto e l'arrivo di nuovi fondi pubblici, sono state fatte perizie di variante ed è stata stipulata nel febbraio 2010 una transazione da 7,8 milioni di euro con l'Ati appaltatrice.
Una vicenda che ricorda da vicino quella del porto di Marsala. Nel caso del porto della nostra città, c’era un documento falso che “nascondeva” la presenza di una pianta protetta, la posidionia, proprio davanti l’area del porto .

Ma torniamo al porto di Marsala, e all’attualità. Che qulacuno abbia consigliato al Sindaco di seppellire l’ascia di guerra è evidente anche dal tono, posato, della sua dichiarazione: “Voglio ribadire –prosegue il sindaco- che da parte nostra non c’era assolutamente volontà di inficiare il progetto privato della Myr, solo che (e rimaniamo sempre della stessa idea) non volevamo che il porto della quinta città della Sicilia diventasse un semplice approdo per le imbarcazioni da diporto. Ben venga dunque anche il porto “privato” purché lo stesso sia inglobato in quello pubblico.”.
Benny Musillami, invece cerca di salvare il salvabile sulla vicenda della posidonia: “Sono state tutte strumentali le denunce per la presenza sui fondali della poseidonia. Da un attento studio eseguito da professionisti del settore geo-marino il problema non c’è. Esiste infatti un sistema di costruzione su palafitte che potrebbe ridurre al minimo indispensabile l’espianto di posidonia che, comunque, potrà benissimo essere ricollocata nelle vicinanze”. Anche Musillami dunque non sa, o fa finta di non sapere, che la Procura di Trapani indaga non sulla presenza o meno di posidonia, ma sull’alterazione dello studio presentato.

“Si è perso un anno inutilmente - è il commento dell’imprenditore Massimo Ombra - questa riunione annunciata dal Comune è quella che ci doveva essere il 26 Marzo del 2012. Le prescrizioni che il Sindaco cita sono state date alla mia società il 20 Giugno di quest’anno, e noi ci siamo subito adeguati. Se l’avessero fatto un anno prima, non avremmo avuto questi danni economici. 
Sulla questione Porto il sindaco Giulia Adamo così conclude: “Fin dalla campagna elettorale abbiamo detto che non era nostra intenzione sopprimere o annullare il porto privato. Non eravamo d’accordo con una cementificazione selvaggia e lo abbiamo più volte ribadito. Ci rammarichiamo perché s’è perso tanto tempo prezioso in diatribe anche giudiziarie quando, al contrario, si sarebbe potuto procedere in sintonia e con più celerità per far rinascere il nostro porto da cui siamo convinti dipende anche lo sviluppo socio-economico della città assieme al turismo. Al riguardo mi preme sottolineare gli inconfutabili risultati ottenuti dalla Città che, nei mesi estivi, ha avuto una presenza turistica superiore del 50% allo stesso periodo del 2012. La città si presenta oggi pulita, ordinata e accogliente, tant’è che un noto periodico nazionale specializzato in turismo l’ha definita di recente la ‘Parigi del Sud’.”
Il periodico è Bell’Italia. Dopo i giardini finti di Porta Nuova, visti a Bergamo e trapiantati a Marsala, magari al Sindaco verrà l’idea di piantare una copia della Torre Eiffel in città...