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11/10/2013 06:37:00

Pd, oggi le candidature per la leadership nella federazione di Trapani. C'è Spezia

 Oggi è il termine per la presentazione delle candidature per la segreteria provinciale del Partito Democratico della provincia di Trapani, senza guida dall’ottobre scorso, da quando cioè il segretario provinciale Baldo Gucciardi si è dimesso dopo la sua rielezione all’Ars (e adesso è capogruppo del Pd). Cosa succederà? In pochi lo sanno. Certo è che nel Pd sono tutti, all’improvviso, renziani. E siccome Renzi aveva già trionfato in molte città della provincia quando si era votato per le primarie per la scelta del candidato premier (su scala nazionale aveva vinto però Bersani) è probabile pensare che i “renziani” facciano man bassa di cariche. Ma tra il dire e il fare, soprattutto nel Pd, c’è di mezzo davvero un mare. E le polemiche di questi ultimi giorni sulla tessera negata e poi concessa alla renziana numero uno in provincia Annamaria Angileri, rendono bene l’idea della tensione di questi giorni. “Che sia un dibattito vero” è l’auspicio di Sabrina Rocca, altra esponenente del Pd di Trapani che torna a chiedere: “Si deve chiudere il periodo dei reggenti e il Pd deve avere finalmente organismi certi, democraticamente eletti e favorire la partecipazione, anche per stimolare di più i consiglieri comunali eletti”. Tra i renziani della penultima ora c’è il SiIndaco di Erice, Giacomo Tranchida, che ha avuto sempre un rapporto un po’ burrascoso con il Pds /Ds prima e con il Pd poi e che ora con Renzi sembra aver trovato, da un anno a questa parte, una casa. Sarà lui il candidato alla guida del partito. Negli ultimi tempi si era parlato anche di un avvicinamento di Giulia Adamo, Sindaco di Marsala appena uscita dall’Udc, proprio al Pd e alla corrente di Renzi. I contatti pare che ci siano stati, così come fredda è stata la risposta: le truppe di Adamo sono state rispedite al mittente.

Attualmente il Pd è affidato a due reggenti: il deputato regionale Antonella Milazzo, eletta nel listino di Crocetta all’Ars, e Dario Safina, pupillo dell’ex deputato regionale Camillo Oddo.
Ma è ad Alcamo che si guarda, tanto per cambiare, ed alle scelte di Nino Papania. Dopo il suo defenestramento, e la cancellatura della sua candidatura per il Senato (che ha favorito invece la trapanese Pamela Orrù) l’ex senatore alcamese da un lato ha mollato gli ormeggi - ed infatti il Pd ad Alcamo ha avuto un tracollo in occasioni delle ultime elezioni politiche - ma sta serrando di nuovo le fila per fare sentire il suo peso.
E’ per questo che sta prendendo corpo l’ipotesi di un nome che eviti lo scontro e metta tutti d’accordo. In questo senso si sta lavorando per la candidatura del vicesindaco di Castelvetrano, Marco Campagna o del neo sindaco di Valderice Mino Spezia, area ex Ds.

Ed è proprio la candidatura di Spezia quella che è già pesantemente sul tavolo. Dopo una serie d'incontri e riunioni ha deciso di sciogliere la riserva. «Compagni ed amici - ha dichiarato - mi hanno chiesto di partecipare alle primarie ed ho dato la mia disponibilità per costruire una nuova fase politica. Penso ad un Pd aperto inclusivo che sia in grado di uscire dalla logica delle tessere e delle conventicole. Ritengo che il Pd debba essere il partito delle regole, che devono valere per tutti. Quello che è accaduto con Anna Maria Angileri è vergognoso. Mi candido per cambiare questo modo di fare. Non si possono piegare le regole alle proprie convenienze». 

LA GARA NAZIONALE. Salvo sorprese dell'ultimo minuto, gli aspiranti segretario sono, in ordine di notorietà, Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Gianni Pittella. Saranno loro a contendersi la guida del Pd alla primarie dell'8 dicembre prossimo, anche se, visti i consensi raccolti dal sindaco fiorentino, per gli sfidanti dell'ex rottamatore non c'è partita: la giocheranno per contendersi le briciole del partito. Cuperlo e i suoi, puntano al 30%, nella speranza di non diventare una riserva di ex-ds nel loro stesso partito.

La sfida per esserci nonostante l'ingombrante avversario è già cominciata. A Civati, come denuncia lui stesso sul suo blog, è arrivato un sms per sostenere Cuperlo alla segreteria del Pd. Il messaggio non è piaciuto all'ex consigliere regionale lombardo. «Sono abbastanza certo di non aver autorizzato Gianni Cuperlo (a cui manderò un sms di auguri, in ogni caso) a inviarmi comunicazioni inerenti la sua campagna a segretario, anche solo per il fatto che, banalmente, sono candidato pure io... », ironizza Civati incalzando: «Da dove provengono quegli indirizzi? Dai database del Pd? Perché nel caso sarebbe molto grave, e anche molto illegale».
Un episodio che dimostra con quanto zelo il comitato di Cuperlo lavora per recuperare in sondaggi che fanno tremare i polsi ai suoi sostenitori a Largo del Nazareno. I sondaggi infatti lo danno dietro non solo a Renzi, ma anche a Civati che, nonostante sia ignorato dalla stampa, sembra essere favorito come alternativa a sinistra di Renzi con la sua avversione per le larghe intese e l'interesse a riallacciare il dialogo con Sel e l'attenzione al M5S. Lunedì Cuperlo lancerà la sua campagna per le primarie. "E' tempo di crederci", è lo slogan che sarà lanciato alla prima assemblea pubblica organizzata alla Leopolda di Pisa dove sarà presentato ufficialmente il Comitato a sostegno della sua candidatura.
Renzi, dal canto suo, si prepara alla giornata-evento di domani a Bari, alla Fiera del Levante, dove prenderà la parola attorno alle 16. La prima scadenza però sarà di sera. Quando tutti i concorrenti, e quindi anche Civati e Pittella, dovranno depositare ufficialmente le proprie candidature corredate dal documento programmatico e dalle firme. Ne servano o poco meno di un centinaio (il 10%) di membri dell'assemblea nazionale o 1500-2000 fra gli iscritti. I renziani, sia alla Camera che al Senato, hanno messo in fila parecchi deputati e senatori. E non solo quelli della cerchia dei fedelissimi: il ministro Dario Franceschini ne ha portati in dote un'ottantina di Areadem, poi ci sono anche veltroniani doc come Walter Verini, lettiani della prima ora come Francesco Boccia e Francesco Sanna e alcuni parlamentari già bersaniani. Dunque una partenza lanciata per Renzi che non si lascerà sfuggire l'occasione per pungolare il governo Letta. Il primo terreno di confronto sarà la legge elettorale. Renzi ha esortato Roberto Giachetti a interrompere lo sciopero della fame anti-Porcellum ripreso da un paio di giorni. E se finora non l'ha convinto, è certo di riuscirci dal palco di Bari. Sarà l'occasione per fare una proposta «chiara e netta» sulla riforma della legge Calderoli. E per tornare a stare con il fiato sul collo del presidente del Consiglio, Enrico Letta.