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11/12/2013 06:40:00

Gli aiuti irregolari dei Comuni per Ryanair. Lo strano ruolo del Prefetto di Trapani...

Ieri abbiamo raccontato degli aiuti di Stato che Ryanair riceve e sui quali sta indagano la Commissione Europea per violazione della concorrenza libera tra imprese. Ne parliamo perchè i Comuni della provincia di Trapani in queste ultime settimane stanno creando un fondo da tre milioni di euro annui per finanziare indirettamente Ryanair pur di non fare lasciare lo scalo aeroportuale di Trapani - Birgi. Un meccanismo che ricorda proprio quelli già individuati e sanzionati dalla Commissione Europea come aiuti irregolari. Prima di andare avanti nel ragionamento, una parentesi:  il problema della concorrenza sleale non riguarda solo Ryanair. Tutto il mercato dell’aviazione civile meriterebbe una regolata. La stessa compagnia irlandese ha a sua volta denunciato alla Commissione Europea gli aiuti illegali che avrebbe ricevuto Alitalia, la compagnia di bandiera italiana, nella cui operazione di salvataggio sono stati spesi miliardi di euro. 

Ma veniamo a noi, a Birgi. Dunque, l’Airgest chiede ai Comuni soldi da girare indirettamente a Ryanair. Questi aiuti sono ragionevolmente illegali. Se l’Unione Europea apre una procedura di infrazione può succedere di tutto, anche che un giorno la Corte dei Conti decida di condannare l’amministratore pubblico che ha conferito quel contributo dato illegittimamente.

Un giorno, pertanto, tra qualche anno scopriremo quello che sappiamo già: gli aiuti erano illegali. I Comuni che hanno messo quei soldi verranno condannati, e pertanto, essendoci un danno erariale, gli amministratori locali che hanno deciso quella spesa potrebbero essere condannato al risarcimento danni. Non è un’ipotesi irreale.

E allora che si fa? Qual è l’alternativa? Una classe politica più matura e meno rapace avrebbe agito per tempo, magari con un bando pubblico, come avviene per le rotte di continuità territoriale, quelle che collegano Pantelleria e Lampedusa, dicendo: noi abbiamo questi soldi, finanziamo chi ci garantisce più voli e più passeggeri. Magari questo bando l’avrebbe vinto proprio Ryanair.

Siamo invece con l’acqua alla gola, costretti ad inseguire una procedura illegale pur di non far morire il territorio.

In questo contesto è singolare il ruolo del Prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, che da settimane sta lavorando per convincere ad uno ad uno i Sindaci a dare il loro contributo al fondo “pro- Ryanair”. Infatti, non tutti i Sindaci erano d’accordo. Le considerazioni che abbiamo fatto noi le hanno fatte anche alcuni primi cittadini, soprattutto dei Comuni più  piccoli. Ebbene, il Prefetto Falco ha messo in campo un’azione di “moral suasion”, che, agli occhi degli osservatori più attenti, potrebbe anche esulare dai suoi compiti istituzionali, tanto più se l’attività è volta a far fare ai Comuni qualcosa che, tecnicamente, infrange le regole dell’Unione Europea.

A proposito, L’episodio più originale di quanto sta avvenendo intorno ai Comuni per l’”affaire Ryanair” si è avuto qualche settimana fa, quando ad alcuni i Sindaci della provincia di Trapani sarebbe stata recapitata una nota….dei Carabinieri. Il Comando Provinciale voleva sapere se e come i sindaci si fossero adoperati per risolvere l’emergenza all’aeroporto di Trapani – Birgi. Ma che c’entrano i Carabinieri con questo tema? E’ un caso di ordine pubblico?

Tornando al Prefetto Falco, qualche giorno fa ha dato anche un ultimatum ai Comuni per aderire al progetto di finanziamento del fondo pro – Ryanair? Ma a che titolo? E perché? E, soprattutto, cosa rischia un Sindaco che non vuole mettere un euro perchè magari pensa che si siano dei profli di legittimità dell’operazione da verificare?  Lo Stato, e chi lo rappresenta, non dovrebbe essere dalla sua parte?

L’azione di “moral suasion” del Prefetto Falco sta dando i suoi frutti. Pantelleria, ad esempio, prima era contraria a mettere soldi. Poi il Sindaco Salvatore Gabriele ha cambiato idea. Sulle barricate ci sono pure Salaparuta e Petrosino. Secondo indiscrezioni sono quattro i Sindaci ancora da convincere. Ed entro pochi giorni aderiranno, dicono le voci dalla Prefettura, al progetto. “Se riusciremo  a farcela sarà una vittoria di tutti i Sindaci - dice il Prefetto – .Tutti, nessuno escluso, hanno manifestato grande senso di responsabilità”.

Secondo Falco l’unico problema sono i soldi. Chi ce li ha e chi no.  «Molti sindaci, soprattutto quelli dei piccoli Comuni, che traggono pochi benefici dall’aeroporto, hanno manifestato delle difficoltà per reperire i fondi –  spiega il prefetto -,per alcuni è stato necessario procedere ad una rimodulazione del contributo». Valderice ha ottenuto lo sconto: da 120.000 euro a 90.000 euro l’anno. Ma chi ha deciso quanto i Comuni dovevano dare, e perchè? Soprattutto, io Sindaco che investo, ad esempio, 90.000 euro in questa operazione al buio, che cosa materialmente vado a comprare? Un banner in un sito? E per quanto tempo? E chi la fa la campagna di comunicazione? Ed in base a quale criterio la pubblicità nella rivista Ryanair vale più di quella su un’altra rivista? Chi ha fatto gli studi di mercato?

Il Prefetto Falco tiene, con il Presidente della Camera di Commercio Pino Pace, la cabina di regia di quest’operazione. Una delle riunioni chiave, alla presenza di tutti i Sindaci, quella nella quale è stato dato l’ultimatum, si è tenuta proprio il 15 Novembre in Prefettura. Lì è stato detto ai Sindaci che il criterio del loro obolo è calcolato in base a: posti letto, distanza dall’aeroporto, presenze turistiche, numero di abitanti.  Qualche giorno dopo, il 19 Novembre, è sempre l’ufficio del Prefetto ad inviare ai Sindaci la “notula” con la cifra da versare per finanziare il piano di marketing di Airgest. Incredibile.

A Petrosino, ad esempio, piccolo Comune, tocca versare 60.000 euro. Ma la delibera(clicca qui) della Giunta è molto chiara: il Comune non ha quei soldi, non è un Comune a rilevanza turistica, quindi non può neanche mettere la tassa di soggiorno. La Giunta decide allora di stanziare solo 30.000 euro, la metà.  Ma in quella delibera si ravvisa una condizione importante: “la necessità che il piano di marketing venga autorizzato dalla Commissione Europea”.  Non solo, anche se il Comune  è piccolo, a Petrosino non vogliono passare per stupidi, e chiedono anche all’Airgest “un’indicazione precisa degli spazi o azioni di marketing riservate alla promozione turistica del territorio petrosileno”. Cosa fate con i soldi dei nostri cittadini? Questa è la domanda. Tant’è che la delibera è solo un “atto di indirizzo”: soldi non ce ne sono finché non si fa chiarezza sulla legalità della procedura e sulla sua trasparenza.

E’ un piccolo Comune a scriverlo. Non avrebbe dovuto farlo il Prefetto, questo ragionamento?



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