Quantcast
×
 
 
17/12/2013 23:04:00

I dirigenti siciliani contro i tagli dei loro stipendi. Minacciano lo sciopero

 Non ci stanno a passare per fannulloni, troppi e strapagati. I 1.776 dirigenti della Regione si ribellano alla gestione della giunta Crocetta e si dicono pronti a portare avanti fino in Cassazione la loro vertenza sui tagli agli stipendi adoperati dal governo regionale.
«Se è il caso - ha detto Silvana Balletta, presidente del sindacato Dirsi - arriveremo fino allo sciopero. Il messaggio mediatico che è passato finora è stato solo quello di delegittimare un'intera categoria. Non è vero che siamo troppi perché qui, a differenza delle altre regioni, ci occupiamo anche di beni culturali, genio civile, protezione civile e forestali. Nelle altre regioni questi settori sono contabilizzati dalla Stato, qui invece sono in mano alla Regione».
Le richieste riguardano la chiusura dei contratti individuali, col riequilibrio delle posizioni e il riconoscimento della clausola di salvaguardia sui dirigenti oggetto della rotazione, nonché il rispetto e la valorizzazione delle professionalità interne, escludendo qualsiasi ricorso a esterni. «Avvisiamo Crocetta - ha aggiunto Balletta - che porteremo avanti tutti i ricorsi che abbiamo fino alla Cassazione. Il governo regionale ha fatto la "guerra" ai suoi dirigenti, fin dal primo giorno di insediamento di Crocetta, che ha parlato subito della riduzione degli stipendi, senza regole a monte. Il meccanismo della rotazione ha bisogno di criteri. Crocetta invece è andato avanti con delle delibere illegittime e poi c'è stato il taglio del fondo da parte dell'Ars. Anche se il contratto di lavoro è bloccato dal 2005, non abbiamo alzato barricate. Ora però le decurtazioni della parte accessoria degli stipendi superano il 20%. A dicembre 2012 avevamo chiesto la nomina del valutatore esterno della performance dei dirigenti. Non ci spaventiamo di essere valutati. Anzi».
È d'accordo anche Marcello Pacifico, segretario regionale della Confedir. «Siamo qui - ha detto ieri all'assemblea sindacale, presso il Centro giovanile Don Orione, a Palermo - per esprimere solidarietà alla Dirsi. Occorre sfatare questo mito dell'alto numero dei dirigenti. Manca poi l'adeguamento degli stipendi al costo della vita, visto che il contratto è fermo dal 2005. La giunta poi, con una delibera del mese scorso, ha ridotto del 20% la parte variabile degli stipendi. Con la rotazione, inoltre, nei dipartimenti in cui si sono effettuati maggiori tagli, il dirigente (anche se lo meriterebbe) non ha più il fondo variabile. Viene così mortificata la professionalità».