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08/01/2014 07:36:00

I fratelli Sfraga condannati anche in appello. Confermata la condanna a tre anni

 La quinta sezione della Corte d’appello di Napoli ha confermato la condanna a tre anni di carcere che il 27 gennaio 2012 il gup partenopeo Antonio Cairo ha inflitto, per illecita concorrenza con minaccia o violenza in concorso, ai fratelli marsalesi Antonio e Massimo Sfraga, di 47 e 40 anni, ex ras locali nel settore del trasporto dell’ortofrutta verso i mercati campani e laziali. Massima Sfraga era tornato in libertà un mese fa. Confermate dai giudici di secondo grado anche le condanne precedentemente decretate per tutti gli altri imputati del processo scaturito dall’operazione condotta dalla Dia di Roma e dalla Squadra mobile di Caserta che il 10 maggio 2010 consentì, con 68 provvedimenti restrittivi, lo smantellamento di un asse criminale camorra- mafia che, secondo l’accusa, imponeva il monopolio dei trasporti su gomma ai commercianti che operano nel settore dei prodotti ortofrutticoli, con la conseguente lievitazione dei prezzi. E per gli inquirenti, gli Sfraga, grossisti dell’ortofrutta nel versante sud marsalese (zona Strasatti-Petrosino), sarebbero stati, nel settore, il trait d’union tra la camorra e Cosa Nostra. Per gli inquirenti, i due fratelli (difesi dall’avvocato Diego Tranchida) sarebbero stati imprenditori di riferimento, in Sicilia occidentale, dei capimafia Riina e Provenzano, garantendo il monopolio del trasporto verso Fondi (Lt) e altri mercati meridionali a ditte del clan casertano. Tra gli altri personaggi alla sbarra, anche Costantino Pagano, Luigi Terracciano, Domenico Menna, Salvatore Frontoso, Carlo Del Vecchio, gestori della ‘’Paganese Trasporti snc’’, referenti del clan camorrista dei Casalesi per il trasporto su gomma del settore ortofrutticolo, i catanesi Giuseppe e Vincenzo Ercolano, Nunzio Di Bella, Nunzio Scibilia, Orazio Fichera, elementi di riferimento del clan mafioso Ercolano- Santapaola, nonché Giuseppe Antonio Domicoli e Biagio Cocchiaro, referenti del ‘’clan Madonia’’,  famiglia Rinzivillo, di Gela. L’organizzazione avrebbe ‘’condizionato il libero mercato con atti di violenza, minaccia e intimidazione tipici delle organizzazioni di stampo mafioso’’. Tra mafia e clan camorristico dei Casalesi sarebbe stato siglato, insomma, un patto per la spartizione degli affari sui mercati nazionali. Ai fratelli Sfraga, nel scorso 2012, lo Stato ha confiscato beni per un valore di sette milioni di euro.