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10/02/2014 15:40:00

Carmelo Pipitone presenta a Bologna il suo nuovo progetto, M.C.N.

 "Lo spettacolo dura 37 minuti, quindi ogni tanto devo parlare…" si giustifica divertito quasi, “un appollaiato” Carmelo Pipitone presentando la sua nuova creatura, gli m. c . n., al pubblico intimo e attento dal palco del Locomotiv di Bologna, “U Giubbuatto Tour” è una sorta di ritorno a casa per i nostri che stanno portando in giro per l’Italia l’energia goliardica dell’album d’esordio “Ma ‘u ciriveddru chi è chinu r’acqua?”.

Niente fronzoli scenografici, a eccezione delle luci e di una chitarra elettrica a forma di teschio che pende sul palco e fa pendant con la canottiera di Carmelo Pipitone, il quale ha il look dei frontman hardcore migliori: canotta, braghe corte, anfibi pesanti e capello ingellato… tra Mike Patton… e Ciprì & Maresco; quasi sempre accovacciato, alla ricerca della posizione che meglio lo predisponga alle esplosioni vocali e al growl che libererà per tutto lo spettacolo. “Ma io non sono un cantante…io non ansimo, avete capito di chi sto parlando? Del cantante di quell’altro gruppo..”

Sappiamo cosa aspettarci: ironia grottesca e carica musicale dirompente e le aspettative non vengono disilluse. Tra le liriche deliranti urlate da Carmelo Pipitone in dialetto siciliano e le sonorità potenti della chitarra di Davide Paolini, “futuro sposo intento alla ricerca di bomboniere di carne” (Bomboniera) la batteria attenta e precisa di Roby Vitari e i contrappunti al sax di Giacomo Maria Carpa, che a Carmelo ricorda Bugo: ”Perché non capisce se c'è o ci fa” immersi in un mare di effetti, l’elemento hardcore del progetto emerge prepotente e addirittura supera in asprezza le versioni postprodotte dei brani che si possono ascoltare nel disco, sfiorando derive noise spesso e volentieri.

I brani scorrono e arrivano che è un piacere, vere e proprie scariche di adrenalina, “Parino Computer”, “Pezzi i curnutu”, "Un haio soldi”, “Dum arruse”, “Mejugorie” “U giubbuattu...”: Carmelo Pipitone, “costretto a parlare” spiega con dovizia di particolari i venditori ambulanti, protagonisti di “Accendino e portachiavi“, direttamente dal Pratello o perché i trapanesi fanno yo e perché sono detti fangari e i marsalesi asineddri” nel brano che dà il titolo all’album e la figura tipica dell’Accollino, che ti si installa in casa e non lo schiodi più… e che dopo averti ridotto uno straccio (perché un accollino ha sempre con se il fumo), non ne vuol sapere di rendersi utile al barbecue (rarigghia wireless)…tutte informazioni fondamentali, vera e propria cifra stilistica degli m. c. n , testi a parte, potremmo giurare di trovarci di fronte ad uno dei più cattivi gruppi metal hardcore, coi ritornelli carichi di imprecazioni degne di uno scaricatore di porto e i siparietti salaci con tanto di insulti e minacce di violenza tra i membri del gruppo, che si sciolgono felicemente in una risata e ti fanno vedere sotto un’altra prospettiva anche le ricercatezze sonore che addirittura omaggiano, seppure a modo loro, i Sepultura. “E non chiedeteci il bis perché non l’abbiamo preparato… e perché in fondo nessuno ce l’ha mai chiesto” come a dire, una risata.. pardon "Un urlo", vi seppellirà. (Articolo tratto dal web magazine Shake Grandipalledifuoco.com)