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01/08/2014 23:00:00

La decadenza de Il Vomere

di Leonardo Agate
Tornato da una lunga vacanza in città, ho visto Il Vomere nella cassetta della posta. E' un antico giornale marsalese, fondato nel 1896 dal Prof. Vito Rubino. La borghesia marsalese lo conosce da sempre. E' come un'istituzione che é sopravvissuta a diverse generazioni. Per lunghi periodi é stato l'unico giornale cittadino.
Ho collaborato al giornale per oltre vent'anni, in alcuni peridi ho pubblicato molto, anche più di un articolo a numero, in altri periodi ho battuto la fiacca. C'erano periodi in cui ero molto impegnato con il mio lavoro di segretario comunale e scrivevo di meno per la pubblicazione. Da quando sono in pensione, da circa tre anni, ho pubblicato a ritmi intensi articoli di commento, di politica, di costume, di sport, di cultura, di storia e di cronaca. Anche reportage di un'intera pagina.
Da qualche mese i lettori non hanno più notato la mia firma, e alcuni me ne hanno chiesto ragione. Il fatto é che non ho più mandato articoli al direttore, Rosa Rubino, ed il motivo é che mi sono stancato di adularla continuamente per vedere i miei pezzi pubblicati. Mi sono stancato di ripeterle: come sei brava! come sei bella! anche se per certi aspetti lo é.
Stavolta la misura era colma. Come é capitato altre volte, ha molto apprezzato un mio reportage dalla Sardegna e mi ha promesso la pubblicazione sul "prossimo numero". Ma i numeri si sono succeduti e non ho visto pubblicato il mio pezzo. Senza una ragione, con la scusa che non era riuscita a trovare il posto giusto per l'impaginazione. Qualcosa di simile ha fatto con una scrittrice che le ho presentato.
Per anni ho nutrito il proposito di migliorare Il Vomere con i miei articoli. Chi li ha letti sa che non ho peli sulla lingua e dico pane al pane e vino al vino, pur potendo sbagliare come tutti. Ma lo stile dei miei articoli é inconfondibile, e molti lettori per questo mi seguono. Anche il direttore Alfredo Rubino, fratello di Rosa, ma non responsabile del giornale, ha detto più volte a me e ad altri che sono "una bella penna", aggiungendo che sono uno che " fa pipì fuori del vaso". Lascio giudicare agli altri se scrivo bene, ma sicuramente il secondo giudizio di Alfredo fa centro. Per me é come un complimento, e mostra che non bado tanto alle convenienze quando qualcosa deve essere scritta. Ma il complimento di Alfredo non si tramuta in sue operazioni conseguenti, facendomi pubblicare più liberamente sul suo giornale, perché si scontra con il direttore responsabile, che alla fine decide.
L'antico giornale sta diventando vecchio. Un giornale che non si rinnova é destinato a morire, e difatti é in agonia. Non basta stampare su carta patinata di caro prezzo. Un giornale vive del suo contenuto. E il contenuto de Il Vomere é sempre più insignificante. Non riesce a stare al passo con i problemi della società. Prendete l'ultimo numero in edicola, porta la data del 5 luglio, ed é il numero 8 di quest'anno. Quest'anno cioè é uscito un numero al mese. Da " Settimanale di attualità, politica, cultura, agricoltura, cooperazione, turismo, sport", come riportato nella testata é diventato mensile. Benché l'attualità e la politica sono ai primi posti delle categorie del contenuto, in questo numero che é in edicola non c'é ancora la notizia della condanna del sindaco, Giulia Adamo, della sua sospensione dalla carica e delle sue successive dimissioni. Come nulla fosse avvenuto, il numero pubblicato parla in primo luogo per sei pagine del Giovinetto di Mozia, più foto che testi. Nelle pagine successive riferisce della dura presa di posizione del sindaco Adamo nei riguardi del funzionamento del nosocomio, e della firma, sempre da parte di Adamo sindaco, dell'ordinanza per lo stoccaggio delle alghe.
Bisognerebbe avvisare il direttore del giornale che in città dal 5 luglio sono avvenute cose eclatanti, di cronaca e di politica. Un sindaco che sembrava dover arrivare tra alti e bassi alla scadenza naturale del mandato, cioè al 2017, mandato in castigo per la legge Severino in conseguenza della condanna emessa dalla Corte di appello di Palermo. Come se non bastasse, a una settimana dalla sentenza il sindaco, che sarebbe potuto rientrare in gioco dopo diciotto mesi di sospensione, improvvisamente presenta le dimissioni, senza averne l'obbligo, ponendo fine alla sua carriera politica.
Ma non solo di questo bisognerebbe che un settimanale di cronaca e politica informasse settimanalmente i lettori. C'é stata pure - informate il direttore, vi prego, io non ho più accesso alla sua pagina di Facebook - la presa di posizione del Pd, che ha chiesto a gran voce le dimissioni del sindaco e della giunta, rinunciando ad avere tutto per sé il Comune, dato che, senza le dimissioni del sindaco, ne avrebbe svolto le funzioni il vice sindaco Pd, Antonio Vinci.
La città é già in campagna elettorale per il rinnovo dell'amministrazione, preparata dal commissario regionale in arrivo. Ma Il Vomere é fermo a ventiquattro giorni fa.
 



Native | 2024-04-25 09:00:00
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