Quantcast
×
 
 
16/12/2014 06:00:00

Renzi e la lotta alla corruzione. Solo annunci. C'è qualcosa che non va...

 Ci voleva un'inchiesta clamorosa come "Mafia Capitale", sulla presenza di una nuova forma di criminalità organizzata a Roma, per fare prepotentemente tornare nell' agenda del governo la questione della lotta alla corruzione. Solitamente, dopo ogni scandalo, dal Mose all'Expò, si annunciano riforme epocali, che poi vengono sminuite di annuncio in annuncio, e così sembra sarà anche questa volta, non fosse altro per il fatto che le misure contro la corruzione del governo Renzi non verranno proposte in un apposito provvedimento, ma annacquate nella più generale riforma della giustizia del Ministro Orlando, con un disegno di legge che verrà trasmesso in Parlamento. Quindi, c'è da aspettarsi di tutto. 

ddlanticorruzione«Sulla corruzione avevamo un impegno da mantenere», un impegno che consiste nel «cambiare le regole del gioco». Queste le parole di Renzi per annunciare il via libera al pacchetto anticorruzione. 
Il Cdm ha varato un disegno di legge con quattro punti: pene più severe che arrivano nel massimo a 10 anni per la corruzione, con conseguente allungamento dei termini entro in quali questo reato cade in prescrizione; patteggiamento possibile solo se si restituisce il maltolto e comunque, grazie all'innalzamento delle pene, con scarsa possibilità di sfuggire del tutto il carcere, perché «sono finiti i tempi delle uscite gratis di prigione», sintetizza Renzi; confische e sequestri dei beni che i corrotti hanno sottratto, con la possibilità di agire anche sugli eredi; infine misure più generali per «allungare la prescrizione», ha annunciato il guardasigilli Orlando, per bloccarne il decorso due anni dopo la condanna in primo grado e un anno dopo l'appello. Ma se la prescrizione si allunga, «è fondamentale che le sentenze arrivino il più presto possibile», è l'appello rivolto da Renzi alle toghe.
Il premier promette che «non si darà tregua» ai corrotti. Il problema è che la riforma passa da  un disegno di legge, che prossimamente sarà trasmesso in Parlamento. Perché non si è fatto un decreto?
Ma procedere per decreto su una materia così delicata non era possibile, «non si fanno decreti su materie penali. Non si fanno per principio», taglia corto Renzi, che però chiede alle Camere «una risposta seria e, speriamo, il più veloce possibile»; e annuncia non solo la volontà di garantire una corsia d'urgenza al ddl, ma anche di l'intenzione di «mettere la fiducia, se sarà necessario».
Tra l'altro anche l'annuncio di Renzi è depotenziato rispetto alle intenzioni. Perchè il disegno di legge interviene solo sulla corruzione, ma non interviene in altri  diversi reati contro la pubblica amministrazione, compresa la corruzione in atti giudiziari, l'induzione indebita a dare e promettere utilità, la concussione. Per ora, di tutto questo non si parla. Perchè? Quale partito o quale corrente di partito oggi ostacola in Italia un tema così importante? 
La stessa impostazione  lascia molto perplessi i Cinque Stelle: «La montagna ha partorito il più classico dei topolini - è la critica che arriva dai membri della commissione Giustizia -. Il Consiglio dei ministri tanto sbandierato da Renzi come risolutore per la corruzione non è che un insieme disordinato di norme. Ci vogliono leggi chiare, semplici ed efficaci, come quelle che noi abbiamo presentato da molto tempo contro la corruzione».

Anche perchè in Parlamento c'è un ingorgo di riforme.  Il governo punta a trasmettere il ddl anti-corruzione al Parlamento già entro Natale, così da far iniziare l'esame da parte della Commissione competente dopo la pausa festiva, agli inizi di gennaio.
Il testo licenziato venerdì dal Consiglio dei ministri sarà a breve trasmesso alla presidenza della Repubblica per la controfirma. Questo passaggio avverrà non appena giungerà la relazione tecnica della Ragioneria generale dello Stato, aggiornata al testo così come è stato approvato venerdì. Dopo la controfirma del Capo dello Stato, il governo provvederà a trasmettere il ddl al Parlamento, presumibilmente alla Camera.
Se queste procedure verranno concluse in breve tempo, la trasmissione potrebbe avvenire già prima di Natale. In tal caso potrà essere effettuato l'ulteriore passaggio prima della pausa, e ciò l'assegnazione alla commissione competente.
D'altra parte prima del 23 dicembre sarebbe comunque impossibile iniziare l'esame del testo. Infatti, al di là dell'affollamento del calendario dei due rami del Parlamento, finché è in corso la sessione di bilancio non è possibile esaminare altre leggi.  Il Parlamento è in questo momento impegnato in tre riforme considerate strategiche dall'esecutivo: quella costituzionale, quella elettorale e quella della Pubblica amministrazione. E quindi, quando ci sarà tempo per la lotta alla corruzione?