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17/12/2014 06:40:00

Marsala, e l'auto incendiata a Sturiano. Nessuno pensi di condizionare le elezioni

 Sia chiaro: per noi, l’auto del presidente del consiglio comunale Vincenzo Sturiano è stata bruciata. Senza se e senza ma. Lo dico perché il giornalismo, per come lo intendo io, anche e soprattutto a livello locale, deve comportare sempre un’assunzione di responsabilità di fronte alle cose che accadono. Lo abbiamo fatto in passato, ne abbiamo pagato e ne paghiamo le conseguenze. Ma non ci nascondiamo dietro ad un dito, e non siamo minchioni, per dirla tutta.
Quindi, fanno bene i vigili del fuoco a dire che - giustamente - non ci sono indizi, dopo il loro primo sopralluogo, nella notte tra venerdì e sabato, che fanno pensare che la BMW del Presidente del consiglio comunale di Marsala sia stata bruciata. Fanno il loro mestiere.
Ma siamo noi, che ci assumiamo la responsabilità di usare la logica e di chiamare le cose per nome, a dire che la Bmw di certo fuoco da sola non ha preso: perché è un motore diesel, perché non era una vecchia auto, perché era posteggiata in una zona di Marsala tranquilla, perché non dava segni di malfuzionamento E perchè poi, mentre si parla d’altro, andando a memoria credo che sia il decimo incendio di mezzi o immobili a Marsala nell’ultimo anno, segno che da noi dare fuoco alle cose è ancora oggi, nel 2014, ritenuto un valido argomento di conversazione da una parte malata e criminale della città.
E poi, ragionando, non è un caso che l’auto prenda fuoco la notte dell’approvazione del bilancio comunale, e, soprattutto, sia l’auto della più alta carica politica della città, l’unica rimasta dopo le dimissioni di Giulia Adamo.

Lo diciamo, tutto questo, perché si ha come un senso di “depotenziamento”, rispetto a quanto accaduto. Superate le prime ore, tutto è passato, e questa cosa dell’auto che prende fuoco da sé fa capolino, con commenti, in giro, a volte superficiali, a volte ignobili.

I politici sono marionette. Tutti. Da Renzi a scendere. Hanno fili invisibili che li muovono: i loro ideali, certo, i loro elettori, ovvio, piccole e grandi lobby, interessi più o meno leciti da tutelare, un deputato o un senatore al quale rispondere di ogni azione, aspirazioni e miserie. Anzi, più scendi, più numerosi sono questi fili: quelli che non vogliono perdere il posto di lavoro, quelli che vogliono un posto di lavoro, la cooperativa che vuole l’appalto, l’impresa che vuole quel piano di lottizzazione, quelli che non gradiscono che tu ti stia interessando di una cosa, eccetera, eccetera, eccetera.

Capita poi che i fili si imbrigliano, sono tanti, si annodano. E non riesci a venirne a capo. C’è questo grumo di nodi, ne levi uno, se ne forma un altro. La marionetta dovrebbe alzare una mano, ma tiri un filo e alza un piede, non risponde più ai comandi. 

Ecco, io non so in quali fili si sia imbrigliato Enzo Sturiano. Se devo dire le prime cose che mi vengono in mente è che a fare da nodo sono i tempi. Questa accelerazione improvvisa verso la campagna elettorale, questa esposizione che Sturiano non aveva mai conosciuto nella sua pur lunga, ormai, carriera politica, e che lo vede, gioco forza, sempre in prima linea a fronteggiare tutti i problemi, dalle rotonde ai precari.

Nel merito, poi, c’è un’altra cosa che mi viene in mente, e penso ai rifiuti e alle tensioni che circolano dietro questo grande affare che si gioca - in maniera sporca - alle spalle di noi cittadini. Nella scellerata gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia, l'immondizia - credetemi - è la cosa più pulita. Lì il consiglio comunale, guidato da Sturiano, ha fatto denunce importanti, e magari avrà interessato la Procura di cose che non sono state rese pubbliche, non so.

Fatto sta che la campagna elettorale si avvicina. “Serenità” è sembrata a tutti la parola d’ordine per affrontare un passaggio importante per la nostra città, perchè - davvero - intorno abbiamo solo macerie (contornate dalla bellezza d’incanto dei posti in cui viviamo, certo, ma non basta. Sempre macerie sono…) e per una volta tutti dovrebbero gridare di meno e ragionare di più. Ecco, l’incendio all’auto di Sturiano, sembra un grido smodato, una cafonata fatta in un momento in cui i toni devono invece essere pacati. E noi, per il bene della città, non possiamo permettere che episodi come questo accadano, non possiamo davvero permetterlo più.

Giacomo Di Girolamo



Editoriali | 2024-05-16 06:00:00
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