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24/12/2014 06:35:00

Top news 2014. Onorevoli cafoni e la "rimborsopoli" in Sicilia

I politici indagati per le spese pazze all’Ars. Le dimissioni del sindaco di Marsala Giulia Adamo. I fatti di cronaca, le sparatorie in centro a Marsala, le morti tragiche sulle strade trapanesi. Il porto e i blitz antimafia in provincia di Trapani. Sono alcune delle principali notizie di questo 2014 che sta per finire.

 

Onorevoli Cafoni, la rimborsopoli siciliana

 

Si è aperto con un ciclone giudiziario il 2014 dell’Assemblea Regionale Siciliana, con un’indagine che ha coinvolto quasi 100 politici siciliani per le spese pazze fatte con i soldi dei gruppi parlamentari.
Borse griffate, cravatte, biancheria intima firmata, gioielli e regali. E ancora soggiorni in alberghi extralusso e auto. La lista delle spese pazze dei deputati dell’Ars. A scoperchiare l’ennesimo scandalo della politica sono state le Fiamme Gialle. Nel registro degli indagati, con l’accusa di peculato, sono finiti 83 parlamentari siciliani e 14 consulenti e dipendenti dei Gruppi. Gli investigatori hanno analizzato i conti della scorsa legislatura e di quella precedente, quando i Gruppi non dovevano rendicontare le cosiddette spese di segreteria. In due anni di un’inchiesta conoscitiva avviata dalla Procura dopo il caso Fiorito, la Finanza ha passato al setaccio migliaia di fatture, scontrini e documenti che avrebbero consentito a decine di deputati regionali di intascare circa 10 milioni di euro di rimborsi, secondo gli inquirenti, non dovuti. Il reato ipotizzato è quello di peculato.
Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Giulia Adamo, Tony Scilla, Baldo Gucciardi, tutti finiscono nel registro, e vengono passate al setaccio le spese fatte con i soldi dei gruppi durante la scorsa legislatura. Contestazioni che poi sono state trasmesse alla Corte dei conti. “Onorevoli cafoni”, sarà il titolo più volte usato da Tp24.it, perchè le spese fatte con i soldi pubblici riguardano anche gelati, fumetti, multe, cene. Cose mai viste.

Il gelato rimborsato. C’è anche il rimborso del gelato per un importo di 8,80 euro nelle carte dell’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo in cui sono coinvolti 84 tra parlamentari ed ex parlamentari siciliani. Tutto veniva rimborsato dal gruppo, bastava portare lo scontrino.
Le telefonate. L’Udc spende per rimborsi di spese telefoniche ben 19.857 euro. Innocenzo Leontini e Francesco Cascio avrebbero speso 10.484 euro per pagare i consumi di 20 telefonini intestati a persone che non appartengono al gruppo Pdl, il Pd spende 20.816 euro per gli sms, mentre il Pdl ne compra 20mila per 1.632 euro
Gioielli e giocattoli. Tra i 30.700,88 euro spesi da Cataldo Fiorenza, capo del Gruppo Misto, non ci sono solo spese al supermercato o in gioielleria, ma anche in un negozio di giocattoli.
Senza pezza d’appoggio. Per Maira ci sono 136.865,07 euro di spese non giustificate; il gruppo del Pd ha spese “varie” per 49.931,29 euro, il gruppo Mpa ha pagato 27.620 euro a persone che non sono dipendenti dei gruppi parlamentari, né portaborse o addetti stampa.
Benzina. Franco Mineo, ex deputato di Grande Sud, si è fatto rimborsare la benzina per la sua auto e per quella di sua moglie, una Audi 6 presa in leasing e una Audi 5 per un totale di 3.425 euro
Mance e panificio. Agli atti dell’indagine ce ne sono alcuni di importi ridicoli, pochi euro spesi al panificio o al supermercato. E qualche deputato si faceva rimborsare perfino la mancia con apposito scontrino fiscale, emesso a parte, dell’importo di uno o due euro.
Indennità di computer. Per aumentare gli stipendi dei collaboratori, inoltre, venivano pagate anche particolari indennità “di guida” e “di computer”.
Leontini “campione” di spese. Innocenzo Leontini, ex capogruppo del Pdl all’Ars, è il “campione” di spese sospette: oltre 700mila euro. Oltre alle borse griffate, alle cene e agli hotel di lusso, ci sono anche spese per gioielli, per materiale elettronico, libri acquistati da Feltrinelli e Flaccovio, il pagamento di un bollettino della Serit e di una multa, spese per lavaggi auto e carburante.
Capodanno nel resort di lusso. Anche l’onorevole Rudy Maira, ex capogruppo Pid, è finito sotto la lente di ingrandimento delle fiamme gialle per contributi ai portaborse di oltre mezzo milione di euro. Mentre tra i collaboratori c’è chi come Elena Mancuso (anche lei indagata) avrebbe usufruito grazie al deputato Cataldo Fiorenza di un capodanno al Villa Neri Resort & Spa di Linguaglossa per 637 euro.
Passione ristoranti e griffe. L’ex capogruppo Giulia Adamo, ex Sindaco di Marsala, avrebbe disposto pagamenti a ristoranti per diverse migliaia di euro (4.500 allo chef Natale Giunta, 1.500 a Torre Sibiliana) e vari regali come borse Louis Vuitton a dipendenti, gioielli, foulard di Hermes. Quando nel 2010 il figlio dell’ex assessore Nino Strano decise di convolare a nozze il Gruppo misto decise di fargli un bel regalo. Una coppa di argento comprata alla gioielleria Fecarotta di Catania. Mille e 600 euro per celebrare il fatidico sì. Una spesa che ora viene contestata alla Adamo in concorso con l’ex onorevole Guglielmo Scammacca della Bruca. Tra le spese della Adamo anche otto Ipad per circa seimila euro e altri diecimila euro di pranzi. L’ex sindaco di Marsala, come tutti gli altri politici, si difenderà dicendo che era fatto tutto secondo la legge. Ma che la legge era sbagliata e “ben vengano queste indagini. Ma il problema è la stampa che si concentra su queste sciocchezze e non indaga sulle trivellazioni. La città è con me, la gente mi capisce” sarà il suo leit motiv.
Diabolik e pasta fresca. Livio Marrocco, ex capogruppo Fli, avrebbe versato 79mila euro al suo autista, mentre avrebbe utilizzato 179 euro per i fumetti Diabolik («erano allegati a un quotidiano» si difende, dimenticando che non c’è l’obbligo dell’acquisto) e altri 1.600 euro tra Ipad, acquisto di pasta fresca, profumi, spese di lavanderia e anche la revisione della moto.
Ossessione iPad. In tema di tecnologia il più attento era l’onorevole Totò Lentini: quando era al gruppo Misto, acquistò 8 IPad da Pick Up. Prezzo totale: 5.970 euro.
Suv, caro Suv. Quanto mi costi Titti Bufardeci, ex presidente del gruppo Grande Sud, oltre ad avere versato decine di migliaia di euro per i collaboratori, avrebbe usufruito di 35mila euro per carburante, riparazioni e manutenzioni di una Ford Kuga a lui intestata.