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02/03/2015 06:50:00

"Riscossione Sicilia" è una voragine. Così spariscono i soldi delle tasse dei siciliani

 Riscossione Sicilia Spa è una società partecipata della Regione (che detiene il 99,885% delle quote, mentre il restante 0,115% è di Equitalia) «incaricata di gestire la riscossione dei tributi e delle altre entrate della Regione Siciliana», nata nel 2012 per incorporazione dell'ex società incaricata della riscossione, Serit Sicilia. Il quadro che emerge, numeri alla mano, è sconcertante. Conta 701 dipendenti (prima erano 1500), per pagare gli stipendi si spende il 98% del bilancio (che ammonta a 50 milioni di euro). Ma il vero scandalo emerge dalle cifre sull'efficenza. Riscossione Sicilia dovrebbe incassare tributi per 4 miliardi di euro, ma finora ha incassato crediti solo per 320 milioni di euro, cioè l'8%. Il dato è ancora più imbarazzante se si scende sul particolare dei "ricchi", cioè di coloro che dichiarano almeno 500.000 euro l'anno di reddito. Rispetto a questi evasori, l'effettiva riscossione dei crediti scende al 3,66%. Mentre "Riscossione Sicilia" sembra essere particolarmente accanita con la classe media, cioè coloro che dichiarano meno di 25.000 euro l'anno. Per questa categoria la percentuale di incasso delle tasse arretrate è del 25,3%. Non è un caso che il presidente Rosario Crocetta, che pure sta lottando per tenerla in vita (l'assessore Baccei è invece per la chiusura dell'ente, trasferendo tutte le funzioni ad Equitalia), parla dell'"unico gabelliere al mondo che rischia il fallimento". Viene quasi da rimpiangere i tempi dei cugini Ignazio e Nino Salvo, potenti esattori che da Salemi arrivarono a controllare l'incasso di tutte le tasse in Sicilia, scalando velocemente i vertici di Cosa nostra, e arrivando a diventare tra gli uomini più potenti e ricchi d'Italia. Quella era mafia, questa di oggi è inefficenza, pressapochismo, concezione clientelare della pubblica amministrazione.  Crocetta ha messo da tre settimane, dopo il fuggi fuggi generale, a capo di Riscossione Sicilia, un suo uomo fidatissimo, l'avvocato catanese Antonio Fiumefreddo.  Assieme a lui, nel nuovo Cda, Maria Filippa Palagonia (dirigente regionale, già al vertice di Seus 118) ed Eustachio Cilea (esperto in revisione legale dei conti).  Tante le cose che non vanno. In un'intervista pubblicata lunedì su "La Sicilia" Crocetta denuncia «una transazione scandalosa» attraverso la Serit Sicilia, venduta nel 2011 alla Regione da Montepaschi che «ci ricatta perché vuole 80 milioni che ci ha prestato per comprare delle sue azioni, che non si sa a che ci servivano».Una «disonestà dei numeri», la definisce il presidente. Che parla di «ingegneria finanziaria molto prossima al falso in bilancio». E il rischio default della società esattoriale siciliana è, quindi, dietro l'angolo, anche se, dice il presidente della Regione, "faremo di tutto per scongiurarlo", ma dopo "aver denunciato tutto ai magistrati". Il governatore annuncia che si difenderà dagli "assalti della massoneria finanziaria".Ma il debito con Monte Paschi delle esattorie siciliane è ben poca cosa rispetto all'esposizione di Riscossione Sicilia con le banche, 162 milioni, a cui si aggiungono i 75 milioni di debiti con i fornitori privati, tra i quali, ad esempio, sempre Monte Paschi che chiede 22 milioni di euro per "tecnologie fornite".  Montepaschi incassa dall'azienda siciliana altri 3,5 milioni l'anno per il software e l'archivio dei contribuenti, che però è del 2011, si basa sull'anagrafe tributaria, e non permette i controlli incrociati del software Serpico, utilizzato da Equitalia.

Altro scandalo, gli immobili. Riscossione Sicilia paga due milioni di affitti l'anno. 42.000 euro a Catania, in Corso Sicilia, dove la Regione ha immobili vuoti. 27.000 euro a Siracusa, 30.000 euro a Ragusa. 450.000 euro a Palermo, dove c'è una seconda sede, di proprietà dell'ente, che costa, per mauntenzione e pulizia 900.000 euro l'anno....Ed il palazzo è del 1985.  Infine, nonostante abbia al suo interno 10 avvocati assunti, Riscossione Sicilia paga ogni anno circa 450 avvocati per essere assistita nei processi. Qualcuno metta la parola fine a questo strazio.