Quantcast
×
 
 
13/06/2015 06:40:00

Salemi, rete idrica e vice sindaco. Due spine nel fianco di Venuti

 Lo sa bene il sindaco Domenico Venuti. Puoi mettere sul tavolo tutti i progetti più ambiziosi che vuoi, puoi alimentare tutti i sogni più impossibili, ma sai che i risultati tangibili, ancorché essi vadano in porto, solo nel lungo termine si potranno toccare con mano. Mentre nell’immediato incombe la prosaicità dei problemi quotidiani. La loro non semplice soluzione è quello che conta e ti dà il consenso. Una società sempre meno ideologizzata e sempre più disincantata a questo guarda. I cittadini, almeno quelli che pagano le tasse, esigono solo l’erogazione di servizi efficienti e che i loro soldi vengano spesi bene. Anche se la prospettiva di essere potenziali protagonisti di una “vetrina” internazionale in occasione dell’Expo, il sopravvento del divenire sempre uguale dei giorni è inevitabile. Esistenziale, si direbbe. E quindi la loro attenzione è rivolta ai rubinetti di casa, ai cassonetti della spazzatura, alle buche più o meno profonde delle strade comunali, alla pulizia degli spazi pubblici, al randagismo, alla scala mobile che rimane immobile, al palazzetto dello sport che rimane inutilizzato, all’illuminazione pubblica, alla rete idrica ridotta ad un colabrodo, alle sorti incerte dell’hospice, alla mancanza di un imprescindibile pronto soccorso. E via elencando. Le sa bene il sindaco Domenico Venuti tutte queste cose. In un’intervista che ci rilasciò prima della sua elezione fu molto chiaro. La nuova Amministrazione comunale dovrà misurarsi su queste questioni di “ordinaria” amministrazione, ci disse. Che per la loro complessità e per essere state a lungo trascurate, vuoi per incapacità, vuoi perché considerate meno nobili, alcune di esse sono arrivate ad un punto di non ritorno. Affrontarle e risolvere sarà un’impresa eroica. E di questa “straordinaria amministrazione” che la città di Salemi ha bisogno. Lo sa bene il sindaco Venuti e solo così si può spiegare la sua irritazione espressa proprio ieri sulla sua pagina di FB. L’argomento era la crisi idrica che tormenta da qualche mese gli abitanti. Tranne limitatissime zone della città ( ci sono vie, è il caso della via Santa Domenica o della via Paolo Oliveri, tanto per fare un esempio, in cui nello stesso giorno da un lato scorre l’acqua e dal lato opposto tutto all’asciutto) che peraltro mai inspiegabilmente hanno sofferto di crisi idrica, l’intero territorio cittadino è assetato. “Lascio ad altri la demagogia su un tema troppo delicato per farne oggetto di battaglia politica, io continuo a lavorare. “, è sbottato. Oggetto di tanta ira forse qualche consigliere comunale che ha lanciato una petizione o presentato qualche interrogazione. Ma è il minimo che ci possa attendere da un’opposizione quasi inesistente. Al di là di ogni ragionevole dubbio ci sembra che l’attuale Amministrazione, oltre a godere di una maggioranza granitica, che tracima oltre quella ufficiale, qualche sussulto lo può ricevere solo dal suo interno. Ma non con il volto subdolo che spesso assume la classica opposizione di minoranza. Si tratterebbe, invece, solo delle conseguenza che una redistribuzione di poltrone spesso provoca. Già. Perché, dopo l’ingresso nel Pd della componente che fa capo a Paolo Ruggirello, per una questione di decoro istituzionale, s’impone l’assegnazione della carica di vice sindaco ad un rappresentante di uno dei due alleati della coalizione. A cui, si dice, aspirerebbe l’attuale presidente del Consiglio comunale Lorenzo Cascio, segretario provinciale dell’Udc ma anche fedelissimo di Turano. Ma non sarebbe il solo. Dopo la spaccatura del gruppo “art.4”, l’attuale vicepresidente del Consiglio Leo Costa e il politicamente blasonato, per via del nonno, Leonardo Boscone. Chi avrà la meglio? L’ipotesi Cascio ci sembra di doverla scartare in partenza, perché non crediamo che il sindaco abbia la voglia di aprire una porta che porterebbe all’imponderabilità e a sgradite sorprese. Si scatenerebbero reazioni a catena. Meglio evitarle. Rimarrebbero i due Leonardo. Conoscendoli, una guerra tra i due sembrerebbe improbabile. Più realistica l’ipotesi di un terzo personaggio che avrebbe il profilo gradito a Enzo Lo Castro, un imprenditore ed inossidabile della politica salemitana e che dovrebbe tacitare una buona volta i suoi mai sopiti mugugni. Come vadano a finire le cose, Domenico Venuti lascia intendere di volere pensare solo a svolgere al meglio il proprio lavoro. E sulla scottante crisi idrica ha pensato bene, nei giorni scorsi, a sporgere denuncia nei confronti dell’Eas per “interruzione di pubblico servizio per i continui disservizi e malfunzionamenti della rete idrica, oltre alla mancata erogazione dell'acqua in alcune zone “. Denuncia che lascia il tempo che trova, date le condizioni di estremo sfascio in cui versa questo Ente. E che a qualcuno è sembrata come una dichiarazione di resa o, quantomeno d’impotenza. Alla gente non interessano le beghe legali, ma l’acqua nelle case. “Nonostante il Comune si sostituisca all'Eas nella manutenzione della rete idrica e nell'impiego di uomini e mezzi propri a supporto dell'attività di erogazione, siamo di fronte un disservizio continuo che non è più tollerabile” ha affermato Venuti. Il tutto mentre stiamo attraversando un periodo caratterizzato dalla siccità o dall'emergenza idrica. E tuttavia diverse zone della città vengono lasciate a secco inspiegabilmente. Poi, un avvertimento! “Ciascuno si assuma le proprie responsabilità per quanto accaduto “ ha concluso il sindaco con particolare veemenza. Segno che di qualcosa di grave si è trattato tanto da manifestare l'intenzione di costituirsi parte civile nell'eventuale processo contro i responsabili del disservizio. Intanto uno dei dipendenti dell’Eas è stato mandato in ferie, sostituito da chi fino a giorni fa operava nel comune di Vita. La denuncia non ha impedito, nel frattempo, un incontro tra Venuti e il Commissario regionale dell’EAS. Per il momento si è ottenuto l'attivazione del telecontrollo sulla rete e la promessa del trasferimento parziale della stessa e del pozzo di Polizo al Comune. Ai tempi dei Commissari, ci venne riferito che l’acqua attinta da questo pozzo non presentava le caratteristiche si perfetta potabilità . Si disse allora che essa presentava tracce di elementi chimici non compatibili con la salute umana. Ci auguriamo che abbiano provveduto. Intanto nella giornata di ieri, finalmente,- forse per la seconda volta- sono partiti ulteriori lavori di riparazione di un tombino della rete idrica sito nella via Mazara, da cui negli ultimi sei mesi fuoriusciva copiosamente un impressionante flusso del prezioso liquido che finiva direttamente nella fognatura. Il tutto, ancora una volta a carico del Comune, nonostante l’Eas, paradossalmente, abbia, a quanto pare, diffidato l’Ente locale a intervenire in sostituzione. Della serie, non fa e non lascia fare. Storie di ordinaria follia amministrativa in una regione che non riesce a porre fine a questa allucinante condizione di sottosviluppo. Evidentemente, a più di qualcuno tutto ciò continua a giovare.

Franco Ciro Lo Re