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01/07/2015 07:30:00

Cambia il direttore, non la sostanza. Abbiamo voglia di raccontare e fare le pulci

 Per rompere il ghiaccio con voi, cari lettori, vi dico subito che mentre scrivo mi tremano i polsi. Ieri Giacomo Di Girolamo ha ceduto il testimone e da oggi sarà questa faccetta smilza che vedete a sinistra a dirigere, come annunciato, Tp24.it e Rmc 101. E' un'eredità pesante, importante.
E voglio subito tranquillizzare tutti. Giacomo Di Girolamo non se ne va, resta qui, al mio fianco. Più defilato, più libero e con più tempo per guardare le cose con occhio sereno. I lettori possono stare tranquilli. I "potenti", quelli che in questi anni hanno dovuto prendere per le corna gli avvocati e mandarli a querelarci, e i tifosi di questo o quell'altro politico, possono mettersi anche loro l'anima in pace. Cambiano gli assetti, non la sostanza. Continueremo a lavorare, io e tutti gli altri che scrivono, da Trapani a Castelvetrano a Salemi, e qui a Marsala, da queste quattro stanze al Palazzo Grattacielo, come abbiamo sempre fatto. Come ha cominciato a fare Giacomo, da solo nel 2006, con Marsala.it, ad oggi che siamo Tp24.it. Spinti da una smisurata, sana, libera, curiosità e voglia di raccontare le cose. E mi viene il nodo in gola, cari lettori, se penso al giorno in cui ho messo per la prima volta piede in questa redazione. Era l'estate del 2009, ho cominciato con qualche articoletto, con poi qualche intervista e piano piano avanti cercando di ritagliarmi un ruolo nel controverso panorama dell'informazione locale. La gavetta, la chiamano, che per noi giornalisti non finisce mai. Perchè vi racconto questo? Non per dare pista al mio ego, non ne sarei capace e non ne ho gli elementi,  lascio questo campo ai commentatori seriali dei social network e alle loro pillole di schizofrenia pseudocombattente. Dico questo perchè per noi, giornale, è importante dare a voi, che ci seguite, delle garanzie. Garanzie che il lavoro fatto in questi anni, che ci ha premiato in diverse circostanze, che ha fatto diventare questo gruppo punto di riferimento per le testate nazionali, in cima alle classifiche locali, sia per Tp24 che per Rmc 101, che avete apprezzato e criticato, che questo lavoro, dicevo, non venga stravolto. Sono nato e cresciuto giornalisticamente qui, ho imparato vizi e virtù (ma tanto altro dovrò scoprire, è questa la sfida) di chi governa questo territorio. Racconteremo tutto come abbiamo sempre fatto, da Cuffaro a Crocetta, da Fazio a Damiano, da Carini a Di Girolamo. E compagnia bella. Ci saranno idee nuove sì, è anche questo il senso di cambiare. Ma nessuno può toglierci un altro elemento che ci ha caratterizzato. L'ironia. Credetemi,  ettori, non lo facciamo per spocchia. Ne abbiamo bisogno come l'ossigeno. Abbiamo bisogno, un po' ogni tanto, di alleggerire la tensione, raccontando i pasticci di chi ci governa con quella sana ironia che ci fa andare avanti. Altrimenti affoghiamo nei tanti drammi e nell'illegalità diffusa di questa terra. E così, a fine giornata non ci arriviamo.
Altre due cose da dire. Ieri, che bella coincidenza, giorno dell'avvicendamento, è tornato in edicola, dopo quasi un anno, il giornale L'Unità. E credo sia una festa, per gli amanti dell'informazione, del giornalismo, per tutta l'opinione pubblica. Ha l'accento verde, e c'è un nuovo direttore nella nuova Unità. Ha scritto, Erasmo D'Angelis, nel suo primo editoriale, del “caos dell'informazione online”, riagganciandosi anche alle analisi ineccepibili di questi giorni fatte da Umberto Eco, sul rapporto tra notizie e web. Su come si può produrre una distorsione delle notizie quando non viene filtrata ed esaminata al punto giusto sul web e dà spazio agli “imbecilli” creare ancora più confusione. Ecco, noi abbiamo una visione un po’ romantica del giornalismo. Vogliamo chiamarci quotidiano online, perchè lo ragioniamo ogni giorno per il giorno dopo, con approfondimenti, inchieste, retroscena, curiosità. Vogliamo vedere di più, dentro, i principali fatti di cronaca. E’ nostra responsabilità analizzare il fenomeno mafioso e come cambia nel territorio. Battere il ferro su piccoli e grandi scandali. Fare domande, anche stupide, non ce ne vergogniamo. E’ faticoso, vero. Ma a noi piace così.
Secondo. Questa radio, Rmc 101, prima ancora di questo portale, è un patrimonio della comunità. Pensate, esiste dal 1976. I miei neanche si conoscevano. Ed è sopravvissuta a tutto, confermandosi ogni anno la più ascoltata in provincia di Trapani. Bene, questi microfoni, queste pagine, come sempre, saranno sempre aperti per chi volesse denunciare una ingiustizia, piccola o grande, un’illegalità, un sopruso. Per chi volesse raccontare. Perchè è questo che facciamo, raccontare, con attenzione e rispetto, ogni storia. Nulla di personale.
Alcuni ringraziamenti, e chiudo, che tanto ci si scrive e ci si sente. Il primo a Paolo Accardi, Maurizio Falco, Angelo Attinà, Mario Bornice, per la fiducia, per credere in un progetto e in un gruppo. Follia vera, di questi tempi. Il secondo, a Francesco Timo, perchè se non lo faccio si arrabbia. Carlo Rallo, amico inaspettato. In anticipo a Valerio Vartolo, instancabile avvocato che ci ha difesi in questi anni da tutte le citazioni e le querele arrivate. E poi, quello più importante, Giacomo Di Girolamo, che mi ha insegnato tanto e non basterebbe una notte per elencare tutto. E adesso, come ci succede nei campi di calcetto, in caso di difficoltà, di pressing degli avversari, so che ci sarà lui al mio fianco.


Francesco Appari



Editoriali | 2024-12-11 06:00:00
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