Continua la protesta a Trapani per le liste d'attesa troppo lunghe per effettuare degli esami all'ospedale "Sant'Antonio Abate". L’Azienda sanitaria provinciale corre ai ripari con la costituzione di un gruppo interaziendale per il «governo delle liste d’attesa» che sarà guidato dal direttore dell’ospedale«Sant’Antonio Abate» di Trapani,Francesco Giurlanda. E’ questo in sintesi il contenuto di un provvedimento adottato dal direttore generale dell’Asp, Fabrizio De Nicola.
Secondo quanto deciso dalla stessa Asp, il gruppo interaziendale opererà quale centro di coordinamento per le strutture sanitarie di tutto il territorio provinciale. In particolare, il gruppo avrà il compito di monitoraggio ed analisi dei dati sui tempi e delle cause delle criticità, ed inoltre della individuazione e della pianificazione di soluzioni condivise anche con accordi interprovinciali. Continua a denunciare le disfunzioni dell'ospedale anche Giuseppe Amodeo, segretario provinciale dell'Adoc, il sindacato dei consumatori. In una lunga lettera denuncia tra l'altro:
La mancanza di rispetto delle esigenze della gente che patisce ogni giorno le disfunzioni macroscopiche dell'Asp di Trapani. Le lunghe ed estenuanti attese per le prenotazioni, nei pronto soccorso o per effettuare alcuni esami specialistici o diagnostici, con la discriminante che se paghi puoi eseguirle subito, gli spostamenti dei reparti, dei centri di diagnosi specialistiche o di analisi da un ospedale all'altro in modo irrazionale che provoca altissimi costi ai cittadini, costretti così a girovagare per il territorio, le strutture ed i mezzi fatiscenti ed obsoleti, il sovraffollamento di alcuni reparti, la penuria di personale e la loro mortificazione professionale a causa delle carenze e soprattutto dell'assenza di un criterio meritocratico, la disorganizzazione, le bugie sulla radioterapia ancora oggetto di un assurdo campanilismo, la oncologia lasciata ancora alla improvvisazione quotidiana, sono tutti problemi annosi che rimarranno tali e quali finchè dominano i principi del risparmio e dei tagli indiscriminati ma soprattutto quello della inamovibilità degli incapaci.