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24/07/2015 06:55:00

Rino Giacalone e la citazione a Telesud: "Non sono uno sciacallo". Marino: "Mai detto"

15,00 - Riceviamo e pubblichiamo una replica del presidente di Telesud Massimo Marino. 

Con fastidio ritorno sulle vicenda della presunta iscrizione sul registro degli indagati del Signor Rino Giacalone; come ormai noto, lo scorso 2 maggio pubblicammo la notizia per presunto millantato credito e tentata estorsione nei confronti dell'ex presidente di Confindustria Durante; in sintesi, per intercedere verso ambienti inquirenti a lui vicini in favore delle vicende giudiziarie dell'imprenditore. Dicevo, fastidio perché non vorrei che semplici, seppur gravi, fatti di cronaca possano diventare "un tormentone" di cui l'opinione pubblica dubito senta il bisogno. Ma da presidente del Gruppo editoriale, non posso esimermi dal tutelare Telesud, anche sotto il profilo mediatico. E dunque, senza andare troppo per le lunghe: il giornalista scrive di non essere uno sciacallo cacciatore di denari.  Mai scritto. Ma è vero o non è vero che lo stesso ha scritto decine e decine di volte dell'azione temerarie risarcitorie, lamentandosene,  soprattutto quando fatte contro di lui, perché non sarebbero altro che tentativi di limitare la libertà di stampa? È vero oppure no, che a differenza della citazione dello stesso importo fatta dall'ex sindaco di Trapani, ovviamente anche essa criticata in un primo momento per i motivi di cui sopra, molto meno dopo la durissima condanna di primo grado per strampalati parallelismi giornalistici fra Fazio e il latitante Messina Denaro, non ha ritenuto di preventivarne destinazione in favore di terzi? Potrebbe spiegare perché ha intrapreso la strada civile, seppur come suo diritto, e non quella penale, più fisiologica per "sancire" - anche come tempistica, non escludendo fra l'altro una azione civile risarcitoria civile dopo...- la diffamazione nei suoi confronti? Noi abbiamo fatto qualche ipotesi,  ad iniziare dal fatto che l'esposto doveva essere fatto verso quegli inquirenti che teoricamente ( secondo la notizia data dal nostro cronista ) sarebbero dovuti essere i destinatari delle sue intercessioni in favore di Durante, e dunque mettere in imbarazzo gli stessi. A questo e ad altri quesiti non ha ritenuto di rispondere. Non è tenuto in effetti; ma il dubbio resta. È vero o non è vero, che fu lui a "voler provare" la nostra diffamazione con un 335 - atto tecnico che attesta in un determinato momento l'eventuale iscrizione sul registro degli indagati o meno in un ufficio inquirente - della Procura di Trapani, che sa bene essere carta straccia per incompetenza territoriale? E' vero o non è vero, che fu lui ad annunciare che si sarebbe recato "fino alla procura di Tokyo" per dimostrare l'infondatezza delle nostre accuse, senza che certamente gli fosse richiesto, per il tanto blaterato onere della prova invocato? Ed è vero o non è vero che da mesi non ha fatto sapere nulla di tutto ciò  ( da Tokyo o da molto più vicino poco importa... )? Ed infine, oltre 2 mesi fa abbiamo pubblicato una memoria depositata presso le procure di Trapani, Palermo e Caltanissetta – allegato B in favore dei suoi lettori, se lo reputa… - in cui il punto centrale era il fatto che l'indomani della notizia, il sottoscritto, insieme al cronista estensore del pezzo, è stato ascoltato come persona informata sui fatti dal procuratore della Repubblica Marcello Viola; superfluo dire l'oggetto dell'interrogatorio. E dunque, se c'è un ipotesi di reato - rivelazione del segreto istruttorio; art. 379 bis C.P. - mi pare evidente che un indagine, con una o più iscrizioni, deve esserci; punto. Il resto sono chiacchiere. Perché a queste autorevolissime argomentazioni non ha mai ritenuto di replicare? Non mi sembrano esattamente chiacchiere da bar...,ma forse la risposta è davvero banale: perché non ha cosa argomentare."

 

 

6.30 -  “Non sono uno sciacallo. Un cacciatore di denari”. Lo dice il giornalista Rino Giacalone in riferiento alla querelle, ora arrivata alle vie legali, con Telesud e il suo presidente Masimo Marino. Lo scorso maggio, infatti, l'emittente aveva trasmesso un servizio nel quale riferiva che "il noto giornalista antimafia Rino Giacalone sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati per tentata estorsione e millantato credito". Giacalone nell'immediato aveva smentito la notizia e ha avviato una azione legale, in sede civile, nei confronti dell'emittente chiedendo 52 mila euro. “"Superfluo dire che non proporremo neanche un euro risarcitorio, resistendo in tutte le sedi convinti della correttezza del nostro operato, aveva replicato Marino.
Questa, adesso, la lettera inviata da Giacalone a Telesud.

Ancora una volta mi trovo costretto a chiedere rettifica alle notizie fornite da Telesud all’ascoltatore con a firma del sig. Massimo Marino, trasmesso dal vostro Telegiornale nell’edizione del 20 luglio 2015, e pubblicato inoltre sul vostro sito web. Chiedo piena smentita di quanto riferito perché ancora una volta l’obiettivo chiaro è quello di offendere l'onore e la reputazione della mia persona, se non addirittura di calunniarla. Telesud, infatti, in persona del Sig. Marino, mi descrive come uno “sciacallo”, un cacciatore di denari, tramutando un preciso diritto riconosciuto dalla Costituzione (quello di ricorrere alle vie giudiziarie per tutelare la propria reputazione e il proprio onore) in un qualcosa di irrituale o, peggio, di speculativo. Altro che mia frustrazione patologica a perseguitare il vostro editore, semmai è tutto il contrario.

Punto 1. Marino sa che le azioni che ho intrapreso contro coloro che mi hanno diffamato sono tutt'altro che temerarie. Sul mio conto Telesud non ha scritto la verità, continua a farlo ed insiste nel chiedere che sia io a provare di non essere indagato. Quanto alla falsità delle notizie diffuse sul mio conto, fortunatamente saranno le Autorità Giudiziarie che ho già adito stabilire a darmi ragione. Quanto, poi, alla richiesta che mi si fa di dimostrare io che non sono indagato, Marino rifletta almeno su quanto scritto da Santo Della Volpe (Presidente della Federazione Nazionale della Stampa, appena scomparso) sulla vicenda: l'onere della prova della verità della notizia grava su chi la diffonde, non sul soggetto che è oggetto della stessa. Inutile, quindi, il richiamo di Marino sul che cosa pensi in merito il sindacato dei giornalisti: il sindacato dei giornalisti ha già detto ciò che pensa, e lo ha fatto con la sua voce più autorevole. Telesud, se davvero vuole comunicare notizie vere ai propri telespettatori, pubblichi il testo integrale dell’articolo scritto dal collega Della Volpe sul punto. (http://www.articolo21.org/2015/06/la-macchina-del-fango-e-lonere-della-prova-rino-giacalone/).
Punto 2. Marino sa, e dovrebbe farlo sapere anche a chi ascolta e guarda Telesud, che è la legge che impone a chiunque voglia avviare un contenzioso giudiziario in sede civile di notificare alla propria controparte, prima della citazione a giudizio, un tentativo di conciliazione. La mia richiesta di conciliazione, dunque, altro non è che un atto dovuto per citare in giudizio chi mi ha diffamato e continua a farlo. Nessuna speculazione. Solo il ricorso a strumenti previsti, anzi imposti dalla legge.

Punto 3. Non ho mai preso per i fondelli nessuno e non sono fustigatore di nulla. In 30 anni di attività ho sempre svolto il mio lavoro da giornalista “carte alla mano” e, per questo, non ho intenzione di indietreggiare di un solo passo rispetto al mio quotidiano lavoro. Hanno tentato in tanti in questo e, ad oggi, non c'è riuscito nessuno. Ci vuole ben altro per indurmi a cambiare comportamento professionale e personale.