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21/09/2015 06:30:00

Salemi. L’Ato Belice batte cassa, ma Angelo contesta e pensa alla differenziata

 In un pomeriggio della scorsa settimana la “Belice Ambiente” si è materializzata presso gli uffici del Comune di Salemi per battere cassa. Tramite il funzionario regionale Antonio Tumminello, ha chiesto il pagamento di 721.821 euro. E’ il credito vantato dalla Belice nei confronti dell’Ente. Una cifra ragguardevole, ma che si riferisce solo a un semestre di arretrato e irrisoria, se paragonata a quanto devono altri comuni, come Mazara e Castelvetrano.

Una storia infinita ed emblematica quella della Belice Ambiente. Ma anche una storia a fosche tinte densa dimalaffare, clientelismo, corruzione e spreco di denaro pubblico”. Sono affermazioni della Commissaria Sonia Alfano. Di più. Un “manuale della perfetta organizzazione a delinquere” ha chiosato l’ex deputato europeo. Basti pensare alla voragine di debiti prodotti. Passati, fin dai primi mesi del 2003 (senza ancora avere iniziato l’attività, spendendo in un solo anno 93 mila euro di consulenze esterne, viaggi e spese di rappresentanza, con consiglio composto da ben sette amministratori -nessuno in possesso di “comprovata esperienza manageriale nel settore dei rifiuti” prevista dallo statuto-, 3 revisori contabili ed un solo dipendente) da 700 mila euro, ai 20 milioni di euro nel 2008, per superare oggi i 60 milioni. Non è vero che i cittadini non protestarono. A loro modo e con gli scarsi mezzi disponibile fecero sentire la loro voce. Persino su un canale nazionale Rai. Gli aumenti per gli utenti furono stratosferici , più che irragionevoli, illogici. Nell’ordine del 350% , rispetto alla Tarsu dell’anno precedente. Un fatto che avrebbe dovuto fare gridare allo scandalo, politici, sindacati e organizzazioni professionali! Silenzio tombale. Insorsero invece singoli cittadini e un’ Associazione di Consumatori. Una molto agguerrita, che ben presto divenne un punto di riferimento per tutti. “Mosaico-Ambiente” si chiamava, e aprì sportelli in tutti gli undici comuni coinvolti nella triste avventura. Ma anche organizzando affollate assemblee e chiedendo convocazioni straordinarie dei Consigli Comunali e di quello Provinciale.

Le bollette, oltre ad essere esosissime erano addirittura illegittime. Migliaia furono i ricorsi avanzati dai cittadini e tutti furono accolti dalla Commissione Provinciale Tributaria. Ma ciò non bastò a far fare retromarcia a chi aveva generato tutto questo. Da parte della politica il silenzio più assordante. Per il modus operandi della Belice Ambiente, venne alzato più di un muro di gomma. L’afasia fu totale. Una generale alzata di spalle. Nessun volle ostacolare il progetto criminogeno. Tutto fu lasciato al corso “fatalistico” della storia. Anzi, grazie da una ben orchestrata campagna promozionale (complici quasi tutti i partiti, sindacati, sindaci, consiglieri comunali, associazioni ambientaliste, giornali) passò l’immagine di un’Ato tra i più virtuosi nel meridione d’Italia e con bilanci sani. Persino la Lega Ambiente (si, proprio quella che per la vertenza Scopello si è schierata con la proprietà contro la liberalizzazione, e che ai tempi dell’invasione deturpante delle pale eoliche, non spese una parola!), attribuì dei premi (“ Start Up” e “Comuni Ricicloni” ) per la raccolta differenziata effettuata per gli anni 2008 e 2009 in alcuni comuni. Tutto servì, insomma, per alimentare l’idilliaca immagine di un Ato, tra i più efficienti della Sicilia se non addirittura del meridione d’Italia.

Chi avrebbe potuto e dovuto bloccare sul nascere e “sfasciare” questa diabolica macchina mangiasoldi, preferì non vedere e non sentire. Eppure, sarebbe bastato ascoltare le denunce fatte dalle associazioni, sarebbe stato sufficiente dare un sguardo oculato ai Bilanci del 2010 e del 2011, per capire che più di qualcosa non andava per il verso giusto.

Eppure, veniva anche “ufficializzata”, con nero su bianco, la perdita di oltre 20 milioni di euro, senza che alcuno battesse ciglio. Tutto nella norma! Furono gli stessi uffici dell’Ato 2 a metterlo su carta. "Le perdite dei due precedenti Bilanci –si leggeva in un comunicato dell'Ato- non sono da imputare all'attuale gestione ma, soprattutto, alla svalutazione dei crediti relativa alla vicenda "TIA falsa".

Questa generale indifferenza ha prodotto la catastrofe economica che oggi è sotto gli occhi di tutto.
Abbiamo ritenuto doverosa questa lunga premessa, per cercare di spiegare da quale inferno dovremmo uscire definitivamente e, alla luce di un decennio macchiato di tanti colpevoli errori, capire quale nuovo percorso virtuoso si dovrebbe intraprendere per avere, finalmente anche a Salemi, una gestione dei rifiuti più civile, più efficiente, più economica. Per capirne di più, abbiamo avuto un incontro chiarificatore e molto proficuo, a tutto beneficio di chi ci legge, con l’assessore all’Ecologia Calogero Angelo. Un inossidabile uomo politico fin dalla cosiddetta prima repubblica, che fino a questo momento ha dimostrato di avere appreso bene l’arte della politica. Che una musica nuova si suonasse nei rapporti tra il Comune e l’Ato Belice ne avevamo avuto il sentore in occasione della crisi della raccolta dei rifiuti differenziati. Domenico Venuti , in quella vicenda, usò un atteggiamento piuttosto risoluto. Con un linguaggio abbastanza deciso disse, senza mezzi termini, che l’Ato Belice Ambiente non pagava i propri debiti con l'azienda che gestisce la piattaforma di stoccaggio per i rifiuti differenziati provenienti da diverse zone della provincia, con la conseguenza della chiusura dei centri comunali di raccolta.  "In queste settimane abbiamo sollecitato l'Ato ma il problema non è stato risolto - spiegò Venuti in quell’occasione -. Al momento per i cittadini salemitani non è possibile effettuare la raccolta della carta, della plastica e di altre tipologie di rifiuti dal momento che la piattaforma non accoglierebbe il materiale. Il Comune di Salemi, anche recentemente, ha assolto ai propri doveri nei confronti dell'Ambito territoriale, e per questo mi aspetto da parte del consorzio la risoluzione immediata di un problema diventato ormai insostenibile". Sulla stessa linea di una ragionevole contestazione abbiamo trovato ora l’assessore Angelo. “E’ nostra intenzione azzerare il nostro debito – ci precisa- ma dopo avere fatto le nostre puntuali controdeduzioni, che abbiamo subito consegnato nelle mani del funzionario regionale , il dottore Tumminello”. Di conseguenza, la cifra da pagare risulterebbe inferiore a quella richiesta. Dai 721mila euro si dovrà detrarre, infatti, 100mila euro pagati dal comune nel luglio scorso con un bonifico che, purtroppo, essendo stato utilizzato un codice iban non corretto, andò a finire nel conto corrente pignorato dell’ Ato, una sorta di pozzo di San Patrizio. Dai risultanti 621 mila euro sono stati detratti altri euro, che sono l’equivalente contabile delle contestazioni presentate dall’assessore. Si tratta del costo di alcuni adempimenti previsti dalla carta dei servizi e che non sono stati rispettati dall’Ato. Per la precisione, di due operatori ecologici addetti alla spazzatura mai utilizzati; del lavaggio dei cassonetti, almeno 12 in un anno, e che da più di un anno non viene effettuato; del mercato settimanale non adeguatamente ripulito; dell’isola ecologica rimasta chiusa per molti mesi. Il tutto farebbe scendere la cifra da pagare all’Ato 2 a 405 mila euro circa. E, fatto singolare, da quando l’assessore si è tolto lo sfizio di controllare le pesate dei rifiuti conferiti, si è verificata una “salutare “diminuzione. Ma, forse il merito è dei cittadini salemitani che avranno deciso, nel frattempo di essere meno “spreconi”. Inoltre, Angelo ci tiene a precisare che l’attuale amministrazione ha ottenuto un abbassamento del costo di esercizio: dal 20% del 2015 dovrebbe seguire un ulteriore 10% per questo anno. Ma la novità più interessante rivelataci da Calogero Angelo ci sembra essere stata la decisione presa il 12 agosto scorso. Con molto ritardo, finalmente i piccoli e medi comuni, grazie all’iniziativa di Venuti, del sindaco di Salaparuta e di Partanna Nicola Catania, hanno preso coscienza di dovere mettere fine alla diarchia Mazara del Vallo- Castelvetrano. Era diventata ormai una logora sceneggiata, il cui epilogo era sempre lo stesso. Ogni volta che i dipendenti minacciavano uno sciopero per avere le spettanze loro dovute ( stipendi arretrati fino a 4-5 mesi non percepiti) si registrava sempre l’intervento magnanimo e “salvifico” dell’ultimo momento da parte del sindaco di turno di uno dei Comuni. Un balletto indecoroso, ancorché mortificante per i lavoratori. Tutto questo ora dovrebbe cessare. Da quando cioè i sindaci della “rivolta” si sono messi attorno ad un tavolo assieme a Leopoldo Falco. Il Prefetto, da buon conoscitore della materia, avendo vissuto quotidianamente la vicenda Ato ai tempi del commissariamento del comune normanno (clamoroso l’interruzione del servizio in occasione della Festa di San Giuseppe del 2013), ha dato più di una mano per la risoluzione di una parte del problema. Intanto, dando vita a cosiddetti “centri di costo”, in base ai quali si è convenuto che il 50% degli introiti deve essere destinato prioritariamente ai dipendenti. A Salemi, da quando viene adottato questo nuovo sistema, le mensilità arretrate sono state ridotte a due (rimangono luglio e agosto), mentre l’obiettivo è di normalizzare il tutto entro la fine dell’anno. Ma l’asso nella manica, l’assessore Calogero Angelo se lo riserva per ultimo. Quando ci preannuncia di avere recuperato ( assieme a Venuti, precisa, “siamo una squadra”, sottolinea sempre) un finanziamento europeo di 1milione e 500mila circa. A Salemi, per quanto riguarda i rifiuti, si ritornerà all’antica, ci dice con una certa enfasi. Con il linguaggio attuale, imperando la terminologia anglosassone, avremo con il prossimo anno la “gestione in house”. Provvederà il comune stesso all’assolvimento del servizio. Il piano è stato approvato dalla Regione. In questo momento si trova alla firma della Corte dei Conti. Si spera che nella primavera prossima si cambi definitivamente registro. L’obiettivo da raggiungere è la raccolta differenziata. Sarà dura, ma è questa la strada che occorre seguire, se è vero che Salemi nutre l’ambizione di raggiungere certi traguardi sul piano turistico. Dopo la Ztl, che ci auguriamo non sia una mise en scène temporanea, come ripetutamente viene sussurrato da alcuni consiglieri sia di maggioranza sia di minoranza. I primi per rassicurare e rabbonire taluni esercenti imbestialiti, perché convinti dell’equazione incassi/traffico automobilistico. I secondi per gettare discredito sull’Amministrazione. Ma, come è noto, le novità sono sempre destinate e suscitare discussioni e divergenze. L’importante è che siano intelligenti e costruttive. Cosa che non sempre accade, in queste occasioni.

Franco Ciro Lo Re