Non solo alberghi e ristoranti, gli affari di Michele Licata, l’imprenditore di Marsala raggiunto due settimane fa dal sequestro di beni per "pericolosità fiscale" più ingente mai fatto in Italia, 127 milioni di euro, spaziavano (e ancora spaziano, in verità) in molti altri settori.
Chi segue le cose a Marsala sa Michele Licata un po’ di tempo fa si era messo a cercare immobili non utilizzati da affittare o da comprare per aprire centri per immigrati, che sono il business del momento, come racconta la nostra inchiesta pubblicata ieri.
E insomma, Licata si è messo in questo business, e per farlo ha trovato un partner d’eccezione: Norino Fratello, il re delle cooperative sociali in provincia di Trapani.Il nome di Fratello, dunque, torna più che mai alla ribalta quale "dominus" di molti centri d'accoglienza, come ha raccontato agli investigatori Lorenzo La Rocca, ormai ex presidente della più importante fra le cooperative della galassia Fratello, la cooperativa Letizia. Ricordiamo che Fratello anni addietro a Marsala fu coinvolto in una indagine sulla gestione di cooperative che riuscivano ad aggiudicarsi appalti (pilotati) per la gestione di Villa Genna, e fu costretto a patteggiare dinanzi al gip del Tribunale di Palermo una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, a 18 mesi. Fratello ai tempi faceva politica, era deputato regionale, e rimase famosa la sua domanda al Gip che ratificava il patteggiamento: "Ma se patteggio la condanna, mi posso ricandidare?"
Trovato il socio, e cioè Fratello con le sue cooperative, Michele Licata si è creato anche un contenitore ad hoc, la Cooperativa Sole. Indovinate chi è l’Amministratore Unico di questa cooperativa? Roberto Cordaro, genero di Michele Licata e figlio del consigliere comunale del Pd Giuseppe Cordaro. Il giovane, 31 anni, è coinvolto pesantemente nel “sistema” Licata. E’ attualmente indagato per riciclaggio ed evasione, ed è al centro di diversi giri di denaro, con in particolare un passaggio accertato dagli inquirenti di ben 350.000 euro sul suo conto corrente bancario ad Aprile 2015 (quando Licata cercava di "pulire" un milione di euro per sottrarli al fisco). Inoltre, come dicevamo , è amministratore unico di questa cooperativa, Sole, che nel disegno di Michele Licata avrebbe dovuto essere il grimaldello per entrare nel magico mondo del business della gestione degli immigrati. L’affare, però, è riuscito solo in parte. Licata ha una struttura a Petrosino, una specie di ospizio, e ha tentato di trasformare quell’immobile in un centro per richiedenti asilo. Non c’è riuscito, come abbiamo raccontato tempo fa, perchè il Comune di Petrosino gli ha messo i bastoni tra le ruote e la struttura, dopo un ok iniziale del Prefetto Falco, ha avuto ritirato l'accreditamento quando si è scoperto che non aveva i certificati di abitabilità e le certificazioni necessarie. E insomma, alla fine, il giro di immigrati è durato in quella struttura pochi giorni. Ma non era quella la sola struttura gestita dal triangolo Licata - Fratello - Cordaro.
In particolare, secondo quanto risulta alla redazione di Tp24.it, erano queste le strutture gestite:
- Alcamo - Via Ugo Foscolo, 65 posti
- Campobello di Mazara - Contrada Ballatelle, 60 posti
- Marsala - Contrada Sant’Anna, 57 posti
Di queste tre strutture, due sono venute meno. Quella di Marsala, e quella di Alcamo. La Cooperativa Sole, al momento, gestisce solo una struttura, che è il Pozzitello Village di Campobello di Mazara. Siamo in zona Kartibubbo. La struttura ospita immigrati da Aprile.
Nel frattempo, molte cose si muovono. Venerdì infatti si terrà a Marsala, nella sede di Corso Grasmci, l’assemblea della cooperativa Letizia. “Norino è intenzionato a riprendersi la cooperativa” dicono da dietro le quinte. Dopo la notizia che la Procura di Trapani sta indagando sui centri d’accoglienza per gli immigrati (e anche dalla Procura di Marsala sembra che qualcosa si stia muovendo) e le rivelazioni di La Rocca, Fratello pare che abbia deciso di scendere in prima persona a difesa della sua creatura, mentre nuovi sviluppi si attendono dalle inchieste in corso.
Giacomo Di Girolamo