Papania e il voto di scambio ad Alcamo. "Una storia di miseria e meschinità"
«Questa è una storia di miseria e meschinità». E' con queste parole che il pubblico ministero Franco Belvisi ha iniziato la requisitoria in uno dei processi sul presunto voto di scambio alle amministrative del 2012 di Alcamo. Il procedimento si svolge con il rito abbreviato dinanzi al giudice per le udienze preliminari Lucia Fontana e vede imputati l’ex senatore del Pd Nino Papania, il suo collaboratore Massimiliano Ciccia, il consigliere comunale Antonio Nicolosi, l’operaio Giuseppe Bambina, l’agricoltore Filippo Renda, il geometra Giuseppe Galbo e il pensionato Giuseppe Milana.
I sette, secondo la tesi accusatoria, avrebbero alterato la raccolta delle preferenze elettorali corrispondendo derrate alimentari e promesse di lavoro in cambio del voto. L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio e tra le parti civili ammesse dal gup spiccano i nominativi di cento cittadini. Al termine di quelle elezioni, Sebastiano Bonventre divenne sindaco con un vantaggio di 39 voti sul candidato Niclo Solina, del movimento Alcamo Bene Comune.
«Questa vicenda – ha detto il pm Belvisi - è esemplificativa dell'equazione: politica uguale affari. Caposaldo dell'associazione è Antonio Nicolosi, ex carabiniere candidato nelle liste dell'Italia dei Valori. Dalle intercettazioni si nota come Nicolosi fosse alla ricerca famelica dell'elezione. Al telefono tracciava la linea da seguire: pacchi di spesa in cambio di voti. Ad un certo punto riceve una chiamata da uno sconosciuto che gli dice: «Mi hanno detto di chiamare questo numero, quando vengo a ritirare la spesa?», «richiami la settimana prossima, il numero è questo, la richiamiamo noi» rispondeva Nicolosi». C'è un video, poi, che è stato acquisito agli atti del processo, in cui Papania, Nicolosi e Bonventre intervengono ad un incontro pubblico alludendo a non meglio precisati «impegni». Quì potete vederlo.
«Dagli appostamenti dei carabinieri abbiamo notato gente che entrava ed usciva con buste della spesa dalla sede di via Veronica Lazio. La conquista del seggio elettorale era l'ossessione di Nicolosi. Questo è il manifesto di come si fa la politica di bassa lega. C'è un'intercettazione – ha aggiunto Belvisi – che ci restituisce lo svolgimento dei fatti. In questa conversazione Nicolosi fa il conto dei voti che potrebbe ottenere ed il conteggio è drammaticamente analogo al risultato finale: 410 preferenze». L'accusa riguarda tre cooperative: Aida, Senso della Vita e Legalità e Trasparenza. Queste attraverso il Banco delle Opere di Carità ottenevano i buoni pasto finanziati dall'Agea. «In questo modo i beni pubblici venivano utilizzati per alimentare il meccanismo del voto di scambio. Questo è un sodalizio – ha concluso - che ha attentato all'ordine pubblico in una delle manifestazioni più importanti della democrazia: il mandato elettorale».
La requisitoria proseguirà il 21 gennaio. In quell'udienza il pm Anna Trinchillo traccerà il profilo di Papania e meccanismo alla base della presunta associazione a delinquere. Nel frattempo prosegue l'altro procedimento giudiziario sul presunto voto di scambio e si svolge dinanzi al giudice Franco Messina. Nell'ultima udienza è stato ascoltato Sebastiano Bonventre, recentemente dimessosi dalla carica di sindaco, a seguire i legali hanno sollevato delle eccezioni riguardo l'acquisizione del verbale di perqusizione del maggio 2015.
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