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06/03/2016 08:00:00

Omicidio Cucchiara. Cassazione annulla con rinvio sentenza di condanna all’ergastolo

 E’ stata annullata dalla Cassazione, con rinvio del processo in appello, ma solo per la rideterminazione della pena, la sentenza con cui Giuseppe Marrone, 50 anni, mazarese, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giuseppe Cucchiara, ucciso nel 2010, a Mazara, con un fucile da sub e poi gettato nel porto canale. La vittima si allontanò da casa il 13 gennaio 2010. Il suo cadavere venne ritrovato il 19 aprile. Al momento della morte, Cucchiara aveva 43 anni. Entrambi i protagonisti della vicenda, in precedenza, erano rimasti coinvolti in un’indagine per fatti di droga e Cucchiara avrebbe reso dichiarazioni che aggravarono la posizione di Marrone. Il processo è stato rinviato a una sezione della Corte d’assise di Palermo diversa da quella che ha giudicato Marrone perché a giudizio della Suprema Corte nel delitto non vi sarebbe stata premeditazione. Un’aggravante contestata, invece, da investigatori (Procura di Marsala e carabinieri di Mazara) e accolta dai giudici. Come pure l’efferatezza del delitto. A rappresentare la parte civile sono stati gli avvocati marsalesi Giacomo Frazzitta, Luisa Calamia e Leo Genna. A difendere l’imputato è stato l’avvocato mazarese Vincenzo Bonanno, recentemente scomparso per un improvviso malore. Marrone, saltuariamente pescivendolo, fu arrestato dai carabinieri di Mazara, su ordine del sostituto procuratore di Marsala Giacomo Brandini, il 31 luglio 2010. Questo il testo del comunicato stampa allora diffuso dalla Compagnia dei carabinieri di Mazara: “All’alba di questa mattina i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Mazara del Vallo, in esecuzione di un decreto di fermo disposto dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Marsala, Dr. Giacomo Brandini, hanno tratto in arresto il pregiudicato e sorvegliato speciale di P.S., Giuseppe (conosciuto come Pino) MARRONE, mazarese di 44 anni, saltuariamente impegnato nel commercio di pesce al dettaglio; raggiunto e catturato presso la sua abitazione, poiché gravemente indiziato dei delitti di omicidio aggravato premeditato ed occultamento di cadavere. Secondo le risultanze investigative raccolte dai Carabinieri di Mazara del Vallo, con il coordinamento dell’A.G. marsalese, sarebbe proprio lui l’autore dell’omicidio del coetaneo Giuseppe CUCCHIARA (detto Peppe), il mazarese originario di Marsala, disoccupato con precedenti per reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti, allontanatosi dalla sua abitazione verso le 15 del 13 gennaio 2010 e poi rivenuto cadavere nella foce del fiume Mazaro la mattina del 19 aprile. Dopo due giorni dall’allontanamento, la moglie ne denunciò formalmente la scomparsa presso la Stazione Carabinieri di Mazara Due, riferendo che dopo una banale lite familiare, il marito aveva ricevuto una telefonata e si era allontanato di casa senza nessuna spiegazione e senza farvi più ritorno. Successivamente, anche gli altri parenti di Peppe CUCCHIARA, tra cui il fratello rientrato dalla Svizzera, si mobilitarono per le ricerche dello scomparso, e con l’assistenza dell’Avv. Giacomo Frazzitta, si rivolsero anche alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, che si è occupata del caso. In realtà, già dal giorno della segnalazione della scomparsa, i Carabinieri avevano supposto come più probabile ipotesi investigativa quella della commissione di un grave delitto, tendendo ad escludere la pista dell’allontanamento volontario; tant’è vero che il caso passò immediatamente dalla Stazione Carabinieri di Mazara Due al più specializzato Nucleo Operativo e Radiomobile di Compagnia e che presso la Procura di Marsala venne subito iscritto un procedimento penale contro ignoti per il reato di omicidio. Sull’esistenza di tale procedimento - almeno fino al ritrovamento del cadavere - è stato mantenuto il massimo riserbo per ragioni di opportunità e di strategia investigativa, ed in seno ad esso i Carabinieri hanno svolto prolungate ed articolate indagini che hanno condotto al provvedimento di cattura. Secondo la ricostruzione dei fatti, nel pomeriggio del giorno della scomparsa, MARRONE - da tempo conoscente di CUCCHIARA - lo avrebbe attirato ad un appuntamento tramite un amico comune, poi condotto in macchina (di MARRONE) nei pressi di una casa abbandonata della località balneare “Tonnarella”, e lì ucciso sparandogli ripetutamente al torace ed alla schiena con due fucili da sub. L’esecuzione sarebbe avvenuta in modo particolarmente efferato e la morte non sopraggiunta al primo colpo: l’assassino ha infatti sparato una prima fiocinata al petto della vittima che, ferita, ha abbozzato un vano tentativo di fuga, ma è stata raggiunta da almeno altre 3 fiocinate. Tra uno sparo e l’altro il killer, con la vittima ancora in vita, ha addirittura estratto gli arpioni dal suo corpo per ricaricare nuovamente i fucili ad aria compressa. Poi ha avvolto il cadavere in due sacchi per la spazzatura, legati con corda da pesca, lo ha caricato nel cofano della propria autovettura e, dalla sponda destra del Porto “Canale” (via Selinunte), lo ha gettato nella foce del fiume Mazaro; non lontano da lì, nei pressi della banchina di un cantiere navale, dopo quattro mesi circa, le acque marine e fluviali hanno restituito il corpo. Le armi del delitto - non ancora recuperate - sarebbero invece state gettate dal MARRONE nelle acque del Porto “Nuovo”, dove in questi giorni i Carabinieri subacquei e della Motovedetta di Mazara del Vallo stanno ispezionando i fondali. I fori trovati sul corpo in stato di decomposizione, che un primo esame medico legale aveva individuato come verosimili ferite da arma da fuoco di piccolo calibro, sono del tutto compatibili anche alle ferite che possono arrecare degli arpioni da pesca, soprattutto se modificati con l’asportazione dell’uncino; così come risultano essere stati quelli adoperati da MARRONE. La premeditazione consiste anche nel fatto che Pino MARRONE si sarebbe procurato quei due fucili e ne avrebbe modificato i dardi, con il preciso ed unico scopo di eliminare Peppe CUCCHIARA. Un delitto che avrebbe desiderato portare a termine da almeno da tre anni, quando venne liberato dopo averne trascorso otto di detenzione per reati in materia di stupefacente, in un procedimento penale in cui CUCCHIARA, anch’egli coinvolto nei fatti illeciti, avrebbe rilasciato delle dichiarazioni accusatorie aggravanti la posizione di MARRONE. Alla brama di ritorsione, quindi al movente della vendetta, sembrano anche aggiungersi delle questioni debitorie insolute tra i due, verosimilmente legate al traffico di stupefacenti; MARRONE non avrebbe infatti restituito, né sotto forma di denaro né di cocaina, 5.000 Euro cedutigli da CUCCHIARA. Dopo la notifica del provvedimento e le formalità legate all’arresto, i Carabinieri hanno tradotto Pino MARRONE alla casa circondariale di Marsala, dove verrà detenuto in attesa di convalida del fermo ed interrogatorio del G.I.P. con l’accusa di omicidio aggravato premeditato ed occultamento di cadavere”.