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06/07/2016 06:25:00

Trapani, Fazio: "C'è un complotto per non farmi ricandidare a Sindaco"

 "C'è un complotto per non farmi ricandidare a Sindaco di Trapani". Lo dice Mimmo Fazio, ex Sindaco del capoluogo, oggi deputato regionale e consigliere comunale, ma, soprattutto, candidato Sindaco già dal giorno dopo l'insediamento dell'attuale primo cittadino, Vito Damiano, che lui stesso aveva contribuito a fare eleggere, ma con il quale i rapporti si sono rotti sin da subito. Perché Fazio sostiene che c'è un complotto per non farlo ricandidare? Perché è stata tirata fuori la vicenda relativa ad una sua condanna penale, che ne renderebbe impossibile anche la sua stessa permanenza in consiglio comunale. L'Amministrazione Comunale ha avviato una verifica. In pratica, c'è una lite pendente davanti al Tribuna di Trapani - Sezione Civile nella quale Fazio (in solido con il Comune perché allora era Sindaco) è chiamato a rispondere di un risarcimento danni chiesto da Vito Dolce, ex presidente della municipalizzata dei trasporti (si chiamava Sau, oggi è l'Atm). Dolce aveva denunciato Fazio per tentata violenza. Fazio è stato condannato in sede penale a quattro mesi (sostituiti da una multa di 1500 euro) e adesso chiede il risarcimento danni. Fazio ha ha inviato alla Presidenza e al Consiglio comunale di Trapani una memoria  sottolineando come, dalla stessa sentenza del giudice penale, si evinca una ricostruzione dell’ambito in cui l’allora primo cittadino commise la violazione punita, cioè la ragionevole e concreta preoccupazione per le sorti della città. Il sindaco, si legge sempre nella sentenza, nutriva “una profonda sfiducia nell’operato della ‘Terra dei Fenici’ spa”, era convinto che l’allora amministratore delegato, Enzo Scontrino, non svolgesse il suo ruolo nell’interesse del Comune di Trapani e della cittadinanza” e che egli agì, scontrandosi anche con Vito Dolce, spinto esclusivamente dalla preoccupazione di tutelare la città che a quel tempo amministrava e non per interessi personali e privati. In ragione di ciò il Tribunale concesse a Fazio le attenuanti generiche valutate equivalenti alle aggravanti contestate.Nella memoria si sottolinea, inoltre, una costante giurisprudenza secondo cui la norma che stabilisce che chi ha una lite pendente con il Comune non può ricoprire la carica di consigliere comunale, non può essere applicata agli amministratori pubblici per fatti connessi con l’esercizio del loro mandato. Come sancito dalla Corte di Cassazione, questa deroga al principio generale è “diretta ad escludere fra le cause di incompatibilità le controversie insorte per il perseguimento degli interessi generali e non già per fini personali dell’eletto, per cui sussiste tutte le volte che l’amministratore abbia agito nell’interesse pubblico” e mira a “salvaguardare il libero esercizio delle funzioni dal timore di incorrere in situazioni di incompatibilità magari artatamente predisposte nell’ambito della lotta politica”. C’è da considerare, in aggiunta, che i provvedimenti con cui Dolce venne rimosso dal presidente della SAU vennero dichiarati legittimi sia dalla sentenza emessa nel 2005 dal TAR di Palermo sia da quella del Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione Siciliana nel 2009.
Dopo la sentenza penale, però, Dolce ha avviato la richiesta di risarcimento danni in sede civile contro Fazio e il Comune ed è questa vertenza che ha aperto la questione della incompatibilità di Fazio a ricoprire la carica di consigliere comunale.
Sul fronte politico Fazio denuncia “interessi convergenti che hanno l’obiettivo di farmi fuori dalla competizione elettorale. Ho registrato l’attivismo del presidente del consiglio Bianco. Non collegato ma comunque verficabile, l’interesse alla vicenda del senatore dei Cinque Stelle Santangelo”. Fazio ribadisce la sua volonta a ricandidarsi: “Il confronto è già aperto con tutti quelli che pensano al bene della città e che vogliono risollevarla dall’attuale condizione. Non sarà facile ed io conosco bene quali e quante saranno le responsabilità. Se, invece, si viene a cercare il confronto sulle poltrone e altre cose del genere io non sono disponibile. Non sono un soggetto che gestisce un movimento o un partito, anzi sono proprio lontano anni luce da tutto questo”. Infine:

"Questa è una manovra per far spaventare quanti, eventualmente, vorrebbero stipulare un’alleanza politica con me peril governo della città. Ma io oggi ribadisco che non solo sono candidabilissimo e compatibilissimo ma che sono ancora più deciso di prima a ricandidarmi alla guida della città capoluogo. Non posso sopportare di vedere la mia città allo sbando. Non posso sopportare di vedere certi politicanti consentire la distruzione di quanto fatto da me in dieci anni”.

BIANCO. In merito alle dichiarazioni del Consigliere Girolamo Fazio sull’avvio della procedura per la verifica della eventuale incompatibilità dello stesso con la carica, il Presidente del Consiglio Comunale, Peppe Bianco, prende le difese dell’intero Consiglio accusato di essere oggetto di pressioni da parte di “poteri forti”, e sottolinea il pedissequo rispetto della legge per quanto riguarda il proprio comportamento. “Il Consigliere Fazio dice di avere ravvisato un mio presunto <attivismo> nell’avere avviato le procedure per la verifica della eventuale incompatibilità – dice il Presidente Bianco – ma io a questo proposito intendo sottolineare con forza e piena cognizione di causa di avere solo e semplicemente rispettato il dettato degli articoli 10 e 14 della legge regionale 24 giugno 1986 n. 31 <<… Norme in materia di ineleggibilità e incompatibilità per i consiglieri comunali …>>. In particolare il comma 3 dell’articolo 14 recita testualmente: “Quando successivamente all’elezione si verifichi qualcuna delle condizioni previste dalla presente legge come causa di ineleggibilità ovvero esista al momento della elezione o si verifichi successivamente qualcuna delle condizioni di incompatibilità previste dalla presente legge il Consiglio di cui l’interessato fa parte gliela contesta”; nel successivo comma 9 del medesimo articolo si precisa: “Le deliberazioni di cui al presente articolo sono adottate di ufficio o su istanza di qualsiasi elettore”. Orbene, con nota protocollo n. 44495 il dott. Vito Damiano, nella qualità di Sindaco ma anche di elettore chiede ufficialmente che venga verificata l’ipotesi di legale decadenza dalla carica del Consigliere Girolamo Fazio per ragione di lite pendente in giudizio con il Comune di Trapani. Il sottoscritto, avviando la pratica per la verifica della
eventuale incompatibilità, ha esclusivamente dato seguito al dettato di legge; se così non avesse agito sarebbe incorso nella possibile omissione di atti d’ufficio. Al Consiglio Comunale spetta – come recita la citata legge regionale 31/1986 – prima contestare la eventuale incompatibilità, e deliberare sulla sussistenza o meno della stessa; successivamente l’interessato avrà un lasso di tempo per eventualmente rimuovere le riconosciute cause di incompatibilità. Sarà dunque il Consiglio Comunale, nella sua piena autonomia e senza alcun condizionamento da parte di presunti “poteri forti” – come invece ipotizza il Consigliere Fazio – a stabilire se esistano o meno i presupposti della incompatibilità”.

 



Politica | 2024-06-07 06:00:00
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