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12/08/2016 07:44:00

"Quel ragazzo di Marsala non può diventare prete". Scontro tra il Vescovo e Don Fiorino

 Ancora tensione nella Curia di Mazara del Vallo. Questa volta non si tratta di scandali a sfondo sessuale o di ammanchi nelle casse della Diocesi, ma è uno scontro tra il vulcanico Don Francesco Fiorino e il Vescovo Domenico Mogavero. Uno scontro durissimo, che ha sullo sfondo la "candidatura" al diaconato di un giovane, Marco Laudicina. Si tratta del passo decisivo, al termine del lungo percorso di formazione, per diventare sacerdote. Marco Laudicina è di Marsala,  e ha 25 anni ed è cresciuto nella parrocchia San Matteo a Marsala. Ha conseguito il diploma di maturità classica nel 2004 e la laurea in beni archeologici con l'Università di Bologna (sede staccata di Trapani). È entrato in seminario nel 2010. E sarebbe pronto al grande passo.  Cliccando qui potete leggere come racconta il suo percorso nel settimanale della Diocesi "Condividere" (diretto tra l'altro da Don Fiorino).

Cosa sia successo non è chiaro. Fatto sta che Padre Francesco Fiorino ha inviato a tutti una sua dichiarazione pubblica molto dura, contraria al diaconato per il giovane marsalese. Cosa c'entra Fiorino con Laudicina? Il sacerdote è stato rettore del Seminario diocesano fino ad un anno fa, poi il Vescovo lo ha spostato. Quindi conosce molto bene la formazione del giovane marsalese, e sarà successo qualcosa di irreparabile, in quegli anni, per avere il perdono di Fiorino. Ecco la sua lettera:

Carissimi confratelli, Cari tutti nel Signore, nella serata di ieri, 10 agosto 2016, il nostro Vescovo, ha annunciato l’ordinazione diaconale di due giovani seminaristi della nostra Diocesi. Avendo appreso personalmente questo annuncio durante la Celebrazione dei Vespri nella parrocchia di San Lorenzo, io sottoscritto don Francesco Fiorino, nella qualità di ex Rettore del Seminario Diocesano dal settembre 2011 al settembre 2015, davanti a Dio, alla Madre Chiesa e alla mia coscienza di uomo e presbitero, dichiaro pubblicamente, con assoluta sicurezza e con motivazioni comprovate, di dare parere negativo alla prossima ordinazione diaconale del giovane Laudicina per motivi oggettivamente gravi. In data 10 luglio 2016 sono stato raggiunto, con molta sorpresa, da una lettera di Laudicina, attraverso lo strumento informatico “messenger”, in cui riconosce di aver avuto “rabbia e rancore” nei miei confronti, e poi afferma con precisione: “vorrei esprimere le mie scuse se talvolta la mia azione o la mia parola ha potuto offendere e ferire (Siamo tutti uomini e soggetti all’errore)”. Le azioni e gli errori a cui fa riferimento il Laudicina, – e il nostro vescovo, oltre me, conosce molto bene i fatti in questione -, sono talmente gravi e pesanti, – per cui non si può assolutamente soprassedere -, che non possono, a mio lucido, motivato, sereno e convinto parere, farlo accedere alla ordinazione diaconale. Sono stupito di tutti coloro che, a diverso titolo, pur conoscendo i fatti accaduti, hanno dato parere favorevole al vescovo.

Fin qui Padre Fiorino. La replica del Vescovo Domenico Mogavero è veeemente. Si dice "addolorato" per quanto scritto da Fiorino. Lo accusa di essere irresponsabile e sconsiderato, preannunciando per lui delle sanzioni: 

 

Con riferimento a quanto pubblicato oggi, 11 agosto 2016, da don Francesco Fiorino sui social network e inviato, altresì, ad alcuni organi di stampa, si fa presente quanto segue.

1. L’intervento in questione è sicuramente scorretto e inopportuno nel modo e nei contenuti ed è gravemente lesivo del buon nome di quanti in esso sono chiamati in causa, in particolare il candidato al diaconato Marco Laudicina.
2. La decisione di ammettere al diaconato il Laudicina è il momento conclusivo di un lungo, serio e ponderato percorso di discernimento effettuato dal rettore del Seminario di Mazara del Vallo, don Gianluca Romano, dalla comunità educante del Seminario di Palermo, sotto la guida del rettore don Silvio Sgrò, dalla Commissione diocesana per gli ordini e i ministeri. Tutte queste persone hanno valutato in coscienza il candidato, il suo profilo umano e spirituale e gli esiti rassicuranti di percorsi di accompagnamento e di sostegno che lo stesso candidato aveva accettato con semplicità e assoluta disponibilità. La decisione finale del Vescovo è stata assunta con il conforto del parere unanimemente positivo di tutti.
3. Alla luce di queste considerazioni obiettive la non richiesta esternazione di don Fiorino appare in tutta la sua inconsistenza, sia perché i fatti a cui allude non rientrano tra i cosiddetti delicta graviora, sia perché non suffragata dagli ulteriori elementi di valutazione successivi alla conclusione del suo mandato di rettore.
4. In conseguenza di quanto sopra, il Vescovo, profondamente addolorato, esprime grandissimo rammarico e netta riprovazione per l’iniziativa sconsiderata e per i giudizi avventati di don Fiorino, che attentano irresponsabilmente alla comunione ecclesiale. Rinnova fiducia e apprezzamento nell’opera degli educatori dei due Seminari e dei membri della Commissione diocesana per gli ordini e i ministeri. Manifesta paterna solidarietà a Marco Laudicina, offeso nella sua dignità e senza possibilità di tutelarsi, almeno per il momento, da questo ignobile attacco lesivo della sua persona e della sua onorabilità. Si riserva di valutare attentamente tutti i profili del gesto e dei contenuti per verificare la sussistenza di presupposti che possono rappresentare violazione delle norme canoniche per l’adozione di conseguenti iniziative.