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08/09/2016 04:35:00

Scrive Enzo Mannone, sulle proteste dei lavoratori della formazione

 Voglio portare a conoscenza della collettività votante,l' amaro sfogo di una collega della formazione nel vedere il proprio futuro e quello dei propri figli andare in frantumi ,per i capricci e/o per le incompetenze dei politici regionali e dell'indifferenza di chi invece non dovrebbe esserlo,e per questo pagato, mi riferisco ai sindacati di categoria per lunghi anni nella duplice veste di datori di lavoro e di difensori di quei stessi lavoratori che avrebbero dovuto tutelare ,mi riferisco anche all'indifferenza dei lavoratori ormai rassegnati perchè impotenti di fronte a tanta arroganza,a tali soprusi a cotanta cattiveria nella gestione del potere politico,si badi bene e non personale .
E' chiaro che ne condivido l'idea e non metto in risalto che ci possa essere anche sotto sotto un affare di voti,potrebbe essere lecito chiederselo ?
Affamare tante migliaia di persone ultracinquantenni e anche ultrasessantenni assunti a tempo indeterminato da più di trenta anni e che nell'ultimo periodo sono stati passati dai finanziamenti regionale a quelli comunitari che poi ritornano indietro perchè non spesi o non impegnati è criminale,e lo è ancora di più se si pensa che questa gente è stata in parte messa a carico di altre categorie che campano a stento,vedi ammortizzatori sociali,per quello che è stato fatto. La Corte dei Conti ultimamente ha relazionato sulla gestione personalistica della formazione in Sicilia, quasi quasi come fosse cosa privata di alcuni e non come strumento di crescita economica in una società civile.
"Secondo giorno di sciopero della fame in una Sicilia dove ci si abitua a tutto persino a questi atti estremi che hanno il sapore del dolore e delle lacrime, dove la rassegnazione la fa da padrona, dove ci si lamenta ma poi si riduce tutto ad un vecchio e antico proverbio "armiamoci e partite", dove i social sono diventati solo uno sfogatoio fine a se stesso. La Sicilia muore, intere categorie falciate, che inesorabilmente soffocano l'economia trascinando con se altre categorie. Io appartengo ad una di queste categorie che per prima, dopo una sistematica campagna mediatica di fango, è stata annientata, dove al danno la beffa. Tre lunghi anni di lotte estenuanti, a dover difendere il lavoro e la dignità troppo spesso umiliata e sbeffeggiata. Secondo giorno di sciopero della fame, sicuramente non fa più testo, non fa notizia ma il dolore rimane nella sua essenza, intimo, lacerante e aggravato dall'indifferenza. Io sono qui, ci sono, sotto la pioggia battente a guardare il Palazzo d'Orleans con le sue stanze illuminate anche di giorno quasi a voler rimarcare la sua grandezza, al mio cospetto e io mi sento piccola e indifesa a chiedermi: "Come può gente senza onore e senza gloia calcare una delle meraviglie della mia Sicilia? Come può gente senza scrupoli né pentimenti decidere le sorti di un popolo?"


Enzo Mannone



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