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12/09/2016 06:30:00

Ecco la nuova rete ospedaliera siciliana. Cosa cambia in provincia di Trapani

Salta il pronto soccorso dell'ospedale di Salemi, la città dell'assessore  regionale alla sanità, Baldo Gucciardi. E' uno degli effetti del piano di riordino degli ospedali siciliani preparato proprio da Gucciardi.  Il nosocomio salemitano, infatti, formerà, con quello di Trapani, gli "Ospedali riuniti Sant'Antonio Abate". "Ma a Salemi - spiega Gucciardi - verranno mantenuti reparti che invece non saranno presenti a Trapani: è il caso della geriatria, della lungodegenza, della riabilitazione e l'hospice". Diventano presidi ospedalieri di base quelli di Alcamo, Castelvetrano, Marsala e Mazara del Vallo (manterranno quindi tutti il pronto soccorso), mentre Pantelleria sarà il presidio in zona disagiata. Non può che essero ovviamente filogovernativo e favorele il commento del manager della Asp De Nicola: 

"La nuova rete regionale delle emergenze-urgenze presentata ieri dall’assessore regionale alla Salute rimette ordine in quella che è l’ assistenza sanitaria al paziente. E lo fa con una innovativa logica organizzativa, che mette insieme più livelli assistenziali, senza tagli alle spese, ma nell’ottica di un’ottimizzazione delle risorse. La rete ospedaliera siciliana così si adegua alle previsioni del decreto Balduzzi, consentendo alla Sicilia di presentarsi al ministero con la schiena dritta, in maniera da ottenere lo sblocco delle tanto attese assunzioni. L’assessore ha anche annunziato a noi direttori generali la massima disponibilità ad accettare proposte di miglioramenti o integrazioni, sempre in coerenza con le norme dello Stato e il decreto Balduzzi. Per quanto riguarda invece la provincia di Trapani non perdiamo nessun ospedale, anzi: il Sant’Antonio Abate viene designato ‘Spoke di primo livello’, mentre sono confermati tutti gli altri, con Salemi che diviene di elezione per la lungodegenza, con l’hospice e la neuroriabilitazione, e la conferma delle discipline di medicina e di chirurgia. Inoltre si rafforza la rete ospedaliera, con la conferma dell’incremento dei posti letto, e nuove discipline come la radioterapia a Mazara del Vallo e a Trapani. A brevissimo, grazie al lavoro dell’assessore Gucciardi, potremo così avviare le nuove assunzioni: alcune già da subito, altre dopo l’emanazione del decreto assessoriale”.

 

"La nuova rete non nasce dall'esigenza di risparmiare o tagliare risorse finanziarie, ma da quella ben più importante di assicurare a tutti i cittadini, ovunque si trovino, una tempestiva ed efficace assistenza, specie nelle ipotesi di patologie acute gravi, a tutela della loro vita e della loro salute". Lo dice l'assessore regionale alla Sanità, Baldo Gucciardi, che ha presentato il nuovo piano della rete sanitaria ai manager di Asp e ospedali. Il piano sarà illustrato anche alle organizzazioni sindacali e la prossima settimana dovrebbe essere depositato in commissione Sanità dell'Ars. Il passaggio successivo sarà la presa d'atto da parte della giunta, quindi la nuova rete sarà operativa. La nuova rete, organizzata sul modello 'hub' e 'spoke' tra Dea, ospedali di base, ospedali di zona disagiata e di comunità, inscindibilmente legata al sistema dell'emergenza territoriale del 118, garantirà un costante presidio medico per i cittadini.

Ma come cambia la sanità siciliana? Ci saranno tre mega ospedali (Hub), quindici un po' più piccoli (detti Spoke), 23 presidi ospedalieri di base, 7 ospedali in zone disagiate e tre ospedali di comunità. Entra in piena funzione la creazione degli "ospedali riuniti": più nosocomi (due o tre al massimo) passeranno sotto un'unica amministrazione centrale. La razionalizzazione si tradurrà anche nella distribuzione dei reparti: quelli presenti in una delle strutture degli ospedali riuniti non saranno presenti nelle altre strutture dello stesso polo. E così, "saltano" una decina di pronto soccorso: quelli che non prevedono più di 20 mila accessi l'anno.

La nuova rete,  ruota attorno ai tre "Hub": il Civico di Palermo, il "Cannizzaro" di Catania e il policlinico di Messina e punta a ridurre "ridondanze di unità operative" relative a discipline a bassa intensità di cura, mentre attiva e riorganizza unità operative di discipline ad alta complessità. 

"Si va finalmente – il commento del sindacato Cimo - nella direzione del Decreto ministeriale 70 così come da oltre un anno la Cimo ha sostenuto. Si è perso del tempo prezioso – aggiunge il sindacato - nel tentativo di rallentare un percorso obbligato stabilito a livello nazionale. Aspettiamo adesso di vedere che tempo impiegherà il governo regionale a concretizzare un sistema fondato sull'emergenza e sulle reti tempo dipendenti come già realizzato nelle altre regioni".