Sono venti tende, con una capienza di quattro posti ed il simbolo massonico del Grande Oriente d’Italia stampato sopra. A donarle ai migranti stagionali africani del Campo “Ciao Ousmane” di Campobello di Mazara è il Gran Maestro Stefano Bisi che, con l’occasione del raduno, a Trapani dal 7 al 9 ottobre, delle logge massoniche di tutto il mondo intitolate a Giuseppe Garibaldi, passa anche dal monumento alle vittime della strage di Pizzolungo per una corona di fiori.
E proprio nella provincia crocevia della massoneria, a due passi dalla Castelvetrano delle sei logge e dei politici locali massoni di cui tanto si è parlato, il Goi ha trovato lo spazio per dimostrare simbolicamente alla nazione la solidarietà per i più deboli e la condanna nei confronti della mafia.
L’interesse per i migranti africani di Campobello sembra poi smentire la percezione diffusa secondo la quale la solidarietà sarebbe limitata soltanto agli associati delle logge.
Quella dei migranti stagionali africani è una storia lunga e travagliata che è emersa nel 2013, quando uno dei lavoratori, il senegalese Ousmane Diallo, è rimasto ucciso dall’esplosione di un fornelletto da campo. L’episodio permise di fare luce sulle condizioni disumane in cui versava l’accampamento dei ragazzi africani arrivati per la raccolta delle olive, situato in una zona periferica di Campobello di Mazara. E i riflettori dei media, locali e nazionali, agevolarono l’impegno di un gruppo di cittadini campobellesi (il collettivo “Libertarea”) che, inascoltati dalle istituzioni, si adoperavano da anni per migliorare le condizioni dei migranti.
Il risultato fu che l’anno dopo i lavoratori, più di 600 persone, poterono accamparsi nella grande area di parcheggio in uno spazio aperto, presso l’oleificio “Fontane d’oro” confiscato alla mafia. Il campo prese il nome di “Ciao Ousmane” e vide la partecipazione di varie associazioni e gruppi di cittadini, oltre all’interessamento dell’amministrazione comunale e della Prefettura, che resero possibile uno spazio con bagni, docce ed una postazione fissa della Croce Rossa Italiana.
Ma non è un caso che la massoneria si sia occupata dei migranti. Questo sarebbe in realtà un risultato ottenuto dall’interessamento di un attivista, Melchiorre Romano, uno dei cittadini campobellesi di “Libertarea”, scioltasi però da un po’ di tempo, ma anche massone della loggia “Valle di Cusa” all’obbedienza del Goi.
Venerdì scorso, dopo la consegna dell’ultima tenda nelle mani del sindaco Giuseppe Castiglione, al ritrovo nell’ex chiesa Maria SS. Addolorata, oltre al primo cittadino e al Gran Maestro Bisi, al tavolo dei relatori c’era il presidente del Collegio circoscrizionale della Sicilia Giuseppe Trumbatore, un migrante che ha raccontato la sua storia, Ba Ndiaga e un’attivista dell’associazione “Ciao Ousmane”, Valeria d’Angelo.
Prive di fondamento invece le voci relative alla partecipazione di Libera all’evento. Nessun esponente dell’associazione di Don Ciotti era presente.
Abbiamo chiesto a Stefano Bisi l’origine dell’interesse massonico nei confronti del campo migranti, ha risposto così:
“Un anno fa, quando sono venuto a Campobello di Mazara per incontrare i fratelli di questo territorio, mi hanno portato a vedere questo centro, “Ciao Ousmane”. Rimasi colpito nel vedere questi giovani africani che vengono qui per lavorare, che dormivano non nelle tende, ma sotto dei pezzi di nailon in condizioni che non è facile descrivere. Melchiorre mi disse che servivano delle tende. Ne abbiamo comprate un po’. Ho visto che non bastano e spero che ne possano arrivare altre.”
Non ci sarebbe quindi alcun nesso con l’appartenenza massonica di Nicola Clemenza, presidente dell’associazione “Liberofuturo” di Castelvetrano, che in passato ha partecipato alla gestione del campo. Anche perché quest’ultimo appartiene ad un’obbedienza diversa dal Goi.
Sul tema degli elenchi richiesti dalla Commissione parlamentare antimafia nazionale c'è stata una chiara chiusura manifestata in tutte le salse e abbiamo chiesto se, oltre alle tende, ci potessero essere spiragli per l’acqua calda, che al campo di “Fontane d’Oro” ancora manca.
“Chiederò a Melchiorre e, nei limiti delle nostre possibilità, proveremo a dare l’acqua calda.”
Concetto ribadito anche durante la conferenza.
“Ho scoperto che manca l’acqua calda. Si dice, quando una cosa è ovvia, ‘hai scoperto l’acqua calda’. Ecco, questi lavoratori africani devono scoprire l’acqua calda e bisogna fargliela scoprire, perché è un loro diritto averla ed un nostro dovere dargliela”.
E le possibilità sembrano essere concrete, dal momento che il presidente del collegio circoscrizionale dei maestri venerabili della Sicilia, Giuseppe Trumbatore, ha annunciato che sarà al fianco di Melchiorre Romano per altre iniziative.
Intanto la raccolta delle olive è già iniziata ed il sindaco Castiglione ha salutato con entusiasmo la presenza dei migranti stagionali a Campobello: “Sono qui soltanto perché c’è richiesta di tanta manodopera, che la stessa società campobellese non riesce a garantire. Senza la presenza di questi lavoratori, le olive non potrebbero essere raccolte e rimarrebbero sugli alberi.”
Eventi come questo non cancellano certo le commistioni emerse dal lavoro degli inquirenti sugli intrecci tra mafia, politica e massoneria. Ma, come in tanti altri ambiti, la diffidenza nei confronti di un’intera categoria non aiuta a capirne di più. E se l’attenzione, al momento, sembra essere centrata sugli elenchi che Bisi non vuole trasmettere alla Commissione antimafia, occorrerebbe capire anche che esistono obbedienze diverse dal Goi. Per esempio, in pochi sanno che delle sei logge emerse a Castelvetrano, soltanto una (la Francisco Ferrer) dipende dal Grande Oriente di Bisi.
Forse, proprio come con le associazioni, i comitati e i movimenti, la differenza sta nelle persone e, magari, nella volontà e nell’impegno che queste hanno di voler fare pulizia al loro interno.
Ad ogni modo, forse si potrebbero fare dei distinguo tra le logge e i massoni davvero interessati alla crescita spirituale, alla filosofia, alla storia e all’esoterismo (al di là di come la si voglia pensare in merito), rispetto a coloro che invece sono solleticati da interessi un po’ meno nobili, se non addirittura mafiosi.
Egidio Morici