Marsala, agricoltore in difficoltà si incatena al Tribunale

 Tommaso Gentile, imprenditore agricolo di Birgi, frazione di Marsala, torna a protestare davanti l’ingresso del Tribunale. Ieri, infatti, a distanza di quasi quattro mesi, è tornato a stazionare sotto gli archi d’ingresso del Palazzo di Giustizia di piazza Paolo Borsellino, a uno dei quali si è incatenato, per protestare contro quella che, a suo dire, è stata “l’inazione” degli organi competenti a indagare e sanzionare un medico marsalese al quale addebita l’inquinamento di un terreno di proprietà della moglie in contrada Matarocco, sulle alture dell’entroterra marsalese. Lo scorso luglio, per lo stesso motivo, si presentò davanti il Tribunale con un cartello al collo e alcune foto relative a un terreno che lui afferma essere stato inquinato, senza che nessuno abbia dato corso alle sue denunce corredate di foto. “In realtà – spiega uno degli avvocati che ha seguito la vicenda sotto l’aspetto civile – non è stato provato chi ha inquinato il suo terreno”. Per Gentile, però, sarebbe stato sufficiente analizzare i campioni di acqua del laghetto creatosi con le piogge invernali nel terreno della moglie per accertare, subito dopo la sua denuncia, quali fossero le sostanze presenti (lui sostiene che si trattava di farmaci scaduti). Ad acuire la sua rabbia anche il fatto che in seguito a questa vicenda è andato in fumo l’affare che stava concludendo. E cioè la vendita del terreno a un prezzo abbastanza conveniente. Per questo, ieri, dopo avere presentato varie denunce, si è incatenato. Con una catena talmente lunga (più di 30 metri) da consentirgli anche di andare in bagno nel bar di fronte il Palazzo di giustizia.