Quantcast
×
 
 
19/11/2016 06:05:00

Le biografie di Salvatore Agueci: Salvatore Cognata, uomo di cultura e di senso civico

 Nacque a Salemi il 2 luglio 1909. Dopo gli studi a Salemi e in provincia frequentò, presso l’Istituto Orientale di Napoli, il corso di lingue. Quello che distinse la sua vita furono la semplicità e la modestia, impregnate da uno spirito religioso e operante secondo il volere di Dio. Frequentò fin dalla tenera età l’Azione Cattolica acquisendo gli insegnamenti del canonico Ippolito Calia che lo avviò ai principi democratici e sociali, sostenitore anche lui delle convinzioni politiche e sociali del calatino Luigi Sturzo. E furono questi principi cristiani che lo guidarono nella sua azione terrena. Fu in famiglia un marito e un padre ammirevole. Ma dove versò le sue doti umane e spirituali, dimostrando un carattere deciso e competente, fu nel campo della cultura e della gestione della cosa pubblica, dimostrando un senso civico non comune. «Fu esempio vivente di rettitudine, solerzia e integrità morale nell'amministrazione della cosa pubblica. Fu sempre lontano da concetti di predominio, di tornaconto e nemico inflessibile di tutte le facili corruzioni del potere». Fin da giovane seguì le sue inclinazioni naturali manifestando particolare interesse per le lingue, la letteratura, la storia, l’arte, l’archeologia, ecc. Fu scrittore, giornalista e uomo d’azione, assumendo ruoli di primo piano per il bene della città e dei salemitani. Nel 1943 fece parte del Comitato d’Azione, dal 1944 al ’45, sotto la sindacatura del prof. Angelo Marrone, fu Vice Sindaco, Commissario Prefettizio dal dicembre 1945 al marzo ’46, Sindaco dal settembre 1948 al settembre del ’49 e, nel 1965-‘66, nella giunta presieduta dal Sindaco Vero Felice Monti, ricoprì la carica di Assessore ai LL.PP.
Fu tra gli organizzatori a Salemi del partito della Democrazia Cristiana e diede vita alle ACLI (Azione Cattolica Lavoratori Italiani), dedicandovi, per oltre un ventennio, risorse e disponibilità. Anche lui, come il prof. Marrone, fu amico personale di Bernardo Mattarella e, quando iniziò a percepire che la DC cominciava ad allontanarsi dai principi ispiratori cristiani e si crearono sistemi di potere al suo interno, mettendo in secondo piano il bene comune, preferì chiudere l’esperienza e dedicarsi a quello che più aveva a cuore: gli studi, le ricerche, le pubblicazioni. Fu per decenni studioso e accurato ricercatore, da poter essere considerato il primo vero raccoglitore scientifico delle fonti storiche della nostra città (gli storici precedenti, scrive Luigi Caradonna Favara, quali Giuseppe Cremona, Giuliano Passalacqua, F. Saverio Baviera, Pietro Orlando Pollani, nel redigere le loro "Storie di Salemi" non hanno compiuto ricerche scrupolose. Si sono affidati soltanto alla tradizione orale non vagliandola al lume della critica e sono caduti molto spesso in errori che avrebbero potuto evitare se si fossero preoccupati di leggere gli atti depositati negli archivi).

Trascorse parte del suo tempo nelle biblioteche della provincia di Trapani e Palermo e in campo nazionale (tra archivi di Stato ed ecclesiastici, musei archeologici), acquisendo una vasta e profonda conoscenza delle biblioteche e dei libri (li conosceva, si diceva, come la voce dei propri familiari), soprattutto dell’epoca rinascimentale e di archeologia, raccogliendo una vasta mole di notizie (scoprì, negli archivi di Torino e di Palermo, un interessante epistolario del nostro illustre concittadino Francesco D'Aguirre, ancora inedito e gelosamente custodito dalla famiglia). Fu membro del Comitato Provinciale dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano e della Società Siciliana per la Storia Patria. Ordinò e avviò la Biblioteca Comunale “Simone Corleo” di Salemi, inizialmente in uno stanzone dell’ex convento di Sant’Agostino, restituendola alla città e trasferendola nel Castello Arabo-Normanno; la arricchì, nel frattempo, di migliaia di volumi, contribuendo a promuoverla, per importanza, a seconda biblioteca della provincia. Dal 1947 al ’52 mise a disposizione gratuita la sua competenza di bibliotecario: salvò e ordinò l’archivio notarile, abbandonato in una soffitta dello stesso convento, oggi tra i più preziosi della Sicilia e il più antico (va dal 1448 fino ai nostri giorni ed è costituito da 2.401 volumi per un totale di 76 notai operanti a Salemi).
Diede alle stampe diverse pubblicazioni: “Salemi fedele”, tracciando la vita di alcuni illustri salemitani; “Da Alicia a Salemi. Breve sintesi di storia salemitana”; “Guida storico-artistica di Salemi”.

Fece diversi studi: “1862 prima Crisi dello Stato Unitario” con riferimento a “Origini e contrasti dei partiti in Salemi tra la prima e la seconda Spedizione Garibaldina”; “Salemi dal 1849 al 1860”. Pubblicò diversi articoli a sfondo politico-sociale su “Sicilia del Popolo”. Curò, inoltre, la ristampa “Salemi e i Mille” di La Colla, si occupò e promosse la Mostra dei Cimeli, in ricorrenza del 1° Centenario della spedizione dei Mille, come s’interessò dei salemitani: Salvatore Rubino, pittore, Alberto Favara, musicologo, Giovanni Baviera, giurista e di altri uomini insigni del mondo culturale e artistico. Seguì numerose tesi universitarie di studenti prossimi alla laurea. La sua opera, nel periodo storico da lui vissuto, fu preziosa e di grande utilità, soprattutto per la passione, competenza e dedizione con le quali la fece.
Morì il 12 luglio 1967; il dottore Francesco Bivona ne tessé l’elogio funebre.