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09/03/2017 06:00:00

Castelvetrano 2017. Perricone per il centro destra, Paolo Scaglione all’esame di Grillo

 Salgono a 4 i candidati sindaci per le prossime amministrative di Castelvetrano. Gianni Pompeo (coalizione del Pd), Erina Vivona (“Andare Oltre” ed “Insieme si può”), Maurizio Abate (“Aria Nuova”) e Luciano Perricone del gruppo Errante – Lo Sciuto. La candidatura di quest’ultimo è stata decisa domenica scorsa, con le primarie dei cento (in realtà 98 votanti) nel confronto con Salvatore Stuppia.

Luciano Perricone (lista “Liberi e Indipendenti” della coalizione di centro destra), ha vinto con 61 nelle primarie cosiddette di secondo livello. Un baglio Trinità controllatissimo, con alla porta pure i buttafuori ad impedire l’accesso a coloro che non avevano l’invito.

Stuppia ha avuto soltanto 37 voti. Non immaginava di essere superato così abbondantemente dall’avversario: “Sono convinto che il voto sia stato libero e consapevole, ma la netta distanza deve obbligatoriamente portare a delle considerazioni. Mi tocca prendere atto – ha dichiarato – che un’intera area politica ha scelto compattamente Luciano Perricone. Probabilmente Castelvetrano non è pronta ad una mia candidatura”.

Giovanni Lo Sciuto ha tentato di confortarlo, portando la sua esperienza: “In politica non si perde mai. Io ho perso tante volte e oggi sono qui. Totò – ha aggiunto – ci saranno altre occasioni per te”.

“Senza alzare polemiche – ha invece commentato Perricone - all’esperienza del vecchio e all’incertezza del nuovo, io preferisco l’esperienza e la certezza di Luciano Perricone”.

 

Secondo il sindaco Errante “è stata scritta una pagina importante di democrazia per la nostra città”. Anche se la città si è trovata davanti i buttafuori che le hanno impedito pure di assistere ad una votazione alla quale hanno partecipato solo i nominati delle 8 liste della coalizione.

Metodo comunque più che legittimo, dal momento che le primarie (anche se di secondo livello) sono solo degli strumenti che si può scegliere di usare o meno.

Certo, visto il risultato, forse sarebbe bastata una semplice riunione, altrettanto democratica, tra i responsabili delle varie liste.

Ad ogni modo, il candidato della coalizione Errante – Lo Sciuto è ormai stato deciso: Luciano Perricone. Consigliere comunale con Alleanza Nazionale, nel 2001 e nel 2007. Dopo lo scioglimento del partito, confluì nell’Udc col quale fu rieletto nel 2012. Ebbe anche un incarico di assessore nel primo mandato di Gianni Pompeo. Da qualche anno aveva costituito il gruppo consiliare “Liberi e Indipendenti”, che adesso è diventata una delle liste della coalizione.

 

Manca ancora il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, in un crescendo di notizie e di smentite che hanno contribuito a creare una certa attesa e vari interrogativi sui motivi di questa melina. Alcuni attivisti hanno dichiarato che si è più centrati sul programma piuttosto che sul nome del candidato sindaco. Il che sarà anche vero. Ma è altrettanto vero che quel nome invece lo sanno benissimo, come sanno bene anche i nomi dei 24 candidati consiglieri.

Il punto sta solo nella certificazione da parte del blog di Grillo. Sul sito nazionale si legge chiaramente: “Le liste per le elezioni amministrative 2017 devono essere inviate entro il 6 marzo”. E siccome non c’è alcun motivo di pensare che non siano state inviate, se ne deduce che gli attivisti abbiano scelto di non divulgare il nome del candidato sindaco e quello dei candidati consiglieri fino a certificazione avvenuta.

Se l’invio è stato fatto a ridosso del 6 marzo, è probabile che questa certificazione possa arrivare anche tra una decina di giorni, se non di più.

 

Intanto, alcuni attivisti che avevano dato la loro disponibilità alla candidatura al consiglio comunale (difficile dire quanti, forse tre o quattro) avrebbero intenzione di rinunciare. Tra questi ce n’è uno, Davide Russo, che dalla sua pagina facebook, proprio in questi giorni ha scritto: “Cari amici, dopo una lunga e accurata riflessione, a malincuore ho deciso di ritirare la mia candidatura al consiglio comunale con il movimento 5 stelle. Questa decisione è originata da motivazioni politiche interne, in quanto non ho condiviso la modalità e la scelta dell'individuazione del candidato sindaco. L'esperienza politica all'interno del movimento 5 stelle per il momento finisce qui, ringrazio tutti per la collaborazione, il supporto e la voglia di fare che fino ad oggi mi hanno fatto sentire fiero di essere parte di questo gruppo. A tutta la squadra elettorale va il mio augurio di buon lavoro, nell'interesse del paese e nell'interesse di tutti i cittadini Castelvetranesi. In bocca al lupo a tutti!!!”.

Manca però il nome del candidato sindaco. Anzi, per essere più precisi, del “candidato alla candidatura” di sindaco, perché senza la certificazione di Grillo, il Movimento 5 Stelle di Castelvetrano non potrebbe nemmeno esistere.

 

Ecco, il nome del “candidato alla candidatura” sembra blindato, ma tutto lascia pensare che si tratti proprio di Paolo Scaglione. All’articolo di un blog locale che lo annunciava come candidato sindaco del Movimento 5 Stelle di Castelvetrano, il Meetup aveva replicato che “nessuna lista del M5S è attualmente presente nel panorama politico castelvetranese, né tantomeno un candidato Sindaco del M5S”. Inoltre aveva anche auspicato che “l’attivismo portato avanti in questi anni possa concretizzarsi, nei modi e nei tempi corretti, nella partecipazione di una lista del M5S alla prossima competizione elettorale.”

 

Insomma, il Meetup non dice che il candidato sindaco è Paolo Scaglione. E nello stesso tempo non dice nemmeno che non sarà lui. L’unica ragione di questa singolare precisazione è che ancora non c’è la certificazione di Grillo.

Se davvero le cose stessero così, al di là dell’esito positivo da parte della segreteria di Grillo, verrebbe spontaneo chiedersi perché il Movimento 5 Stelle sia più attento al fatto che il padre di Renzi sia indagato e non che il padre del candidato sindaco di Castelvetrano sia rinviato a giudizio, coinvolto in una truffa da 7 milioni di euro, insieme al coorganizer del Meetup di Partanna (Gaspare Secchia) ed altre persone (ne abbiamo parlato QUI).

Certo, si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, ma il principio dovrebbe essere uguale per tutti.

Anche se il gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle all'Ars, sulla questione si era espresso molto chiaramente, considerando i contenuti dell’articolo di Tp24 che aveva dato la notizia, come “assolutamente lesivi dell’immagine del Movimento 5 Stelle.

I soggetti protagonisti dell’articolo in questione, Paolo Scaglione e Gaspare Secchia, non hanno alcune cariche in seno al Movimento 5 Stelle – avevano aggiunto - non sono stati eletti, non hanno ruoli istituzionali e non sono candidati in alcuna competizione elettorale in una lista del Movimento 5 Stelle”.

Non venivano quindi contestati i fatti e le persone, ma l’appartenenza di queste al Movimento.

A Beppe Grillo l’ardua sentenza.

 

Egidio Morici