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13/05/2017 08:35:00

Pm chiede condanna a 4 mesi per il sindaco di Pantelleria per minaccia e lesioni

  Il pm Raimonda Albertini ha chiesto la condanna a 4 mesi di reclusione per il sindaco di Pantelleria, Salvatore Gino Gabriele, accusato di minaccia e lesioni (per stato di “agitazione psicomotoria”) in danno di un dipendente comunale, il geometra Maurizio Francesco Barraco, la cui relazione fece finire il primo cittadino dell’isola sotto processo, assieme ai suoi due fratelli, per abusivismo edilizio.

Un processo, quest’ultimo, che a fine ottobre 2016 si è concluso per “improcedibilità” a seguito del sopravvenuto rilascio del nulla osta della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Trapani e della concessione edilizia in sanatoria. Il processo per minaccia e lesioni si tiene davanti al giudice monocratico di Marsala Vito Marcello Saladino ed relativo a una “sfuriata” che il sindaco avrebbe fatto al tecnico comunale il 6 aprile 2015 in Municipio. Secondo l’accusa (indagini della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura), in quell’occasione Gabriele avrebbe minacciato “il geometra Barraco di un male ingiusto dicendogli che gliela avrebbe fatta pagare e che lo avrebbe fatto denunciare da suo fratello per abuso in atti d’ufficio”. Nel corso delle ultime battute del processo, poi, sulla base di quanto emerso in dibattimento, il pm ha aggiunto anche la “minaccia di licenziamento”. Proprio il sindaco Gabriele, il 6 febbraio scorso, in aula, aveva dichiarato: “Non escludo che nella foga lo abbia anche minacciato”. Confermando così di aver avuto un alterco dai toni forti con Barraco, che nel processo si è costituito parte civile. Ad assisterlo è l’avvocato Gaetano Di Bartolo, che si è associato alla richiesta del pm, ribadendo che “l’unico torto del Barraco è quello di avere denunciato, nell'adempimento dei suoi doveri di ufficio e su sollecitazione della Guardia di Finanza, il sindaco in qualità di comproprietario della casa in parte abusiva”. A difendere il sindaco è, invece, l’avvocato difensore Roberto Mangano, che ha chiesto l’assoluzione.