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15/06/2017 07:20:00

Caso Maria di Trapani, scatta il sequestro per Lipari: due computer e un telefono

 Due computer e un telefono cellulare sono stati sequestrati dai carabinieri, su ordine della Procura di Marsala, al 49enne Alberto Lipari, ideatore del programma “Stranamuri Sicilianu”, che insieme alla 40enne marsalese Rosalba Platano, è attualmente sotto processo, davanti al giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte, con l’accusa di maltrattamenti a “Maria di Trapani”.

A far scattare il sequestro sarebbe stato un fatto legato alla vicenda giudiziaria. E cioè la messa in rete, su youtube, da parte del Lipari, di un file audio in cui i familiari di “Maria di Trapani” direbbero: “Non la vogliamo più. Tenetevela”. Questa mossa del Lipari ha fatto scattare, però, la querela dei familiari di Maria Caruso. E di conseguenza anche il sequestro delle attrezzature del Lipari, che è difeso dall’avvocato Vincenzo Forti.

Secondo l’accusa, Lipari e Platano “dopo avere fatto acquistare a Maria Caruso detta Maria di Trapani una certa popolarità grazie a video dagli stessi girati e pubblicati su youtube, facebook, etc., dopo averla convinta a seguirli in giro per i locali della Sicilia per fare serate di promozione di tali locali con la falsa promessa di guadagni e popolarità, approfittando anche delle sue condizioni di deficit cognitivo, per un mese, la tenevano reclusa in una stanza presso un’abitazione di Marsala, dove la donna era costretta ad espletare i propri bisogni in una pentola, veniva mal nutrita e privata dei presidi igienici più elementari, fatta oggetto di dileggio e derisione (la Platano le avrebbe detto “scimunita” e “cretina”, ndr), e percossa dai figli della stessa Platano”. Ciò sarebbe accaduto nell’agosto del 2013. Poi, tra settembre 2013 e ottobre 2014, sarebbe stata ospitata in un’abitazione del villaggio Kartibubbo, di proprietà della Platano, dove, oltre a subire le medesime “vessazioni”, avrebbe anche svolto le pulizie di casa. La sera, “veniva agghindata e trascinata presso vari locali per le serate promozionali, per le quali non le veniva mai consegnato alcun tipo di compenso, che veniva sempre incassato dal Lipari e dalla Platano”. La donna si è costituitasi parte civile con l’assistenza degli avvocati Donatella Buscaino e Natalia Dispinseri. Alberto Lipari, però, contesta questa versione dei fatti. “Dall’attività istruttoria sin qui compiuta – afferma, infatti, Lipari – emerge che la vicenda ha una matrice calunniosa con motivazioni esclusivamente economiche. Infatti, i fatti contestati e denunciati risalgono al 2013/2014 e non si comprende il perché della denuncia depositata con 2/3 anni di ritardo. È emersa giudizialmente la piena capacità di intendere e di volere della sedicente persona offesa attraverso una perizia disposta dalla stessa Procura, la quale, a causa di ciò, non ha contestato alcuna aggravante per lo stato psichico della suddetta, né ha contestato alcun reato di circonvenzione d’incapace. Processualmente emergeranno dei documenti sottoscritti da Maria e perfettamente conosciuti dall’intera sua famiglia che dimostrano che alcuna retribuzione doveva essere alla stessa corrisposta anzi doveva avvenire l’esatto contrario per l’opera di management operata dal mio programma nel suo interesse al fine, un giorno, una volta ottenuta visibilità mediatica, di trasformare Maria in personaggio pubblico e conseguentemente far diventare la sua popolarità una fonte di reddito per la stessa. False, calunniose e non documentate le affermazioni di Maria circa le condizioni dell’immobile nel quale viveva attese le dichiarazioni dei testimoni dell’accusa che dichiarano di averla vista in diverse giornate a bordo piscina e a passeggiare nel boschetto privato. Non v’è traccia alcuna a conforto della tesi esposta da Maria mentre gli stessi testi dell’accusa, a parte ovviamente i familiari che erano ben contenti dell’allontanamento di Maria da proprio nucleo familiare, offrono un quadro del tutto incompatibile con quanto a noi contestato. Produrremo giudizialmente dei video realizzati dalla stessa Maria su nostro suggerimento, che mostrano la stessa mentre si occupa delle ordinarie faccende domestiche nell’immobile che poi è stato descritto come fatiscente, privo di letto e con una pentola per espletare i propri bisogni. Tale immobile insiste in un terreno che comprende altre villette con uso piscina e parco privato. Non proviamo rancore per Maria perché siamo sicuri che la mano che la pilota non è la propria”.