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13/07/2017 22:00:00

Esorcismo a luci rosse, sceglie il rito abbreviato un colonnello dell'esercito

Ha scelto il rito abbreviato - il processo comincerà a inizio ottobre davanti al gup Marco Gaeta - il colonnello dell'esercito Salvatore Muratore, accusato di violenza sessuale. L'inchiesta, coordinata dal sostituto Giorgia Righi, è iniziata ad aprile del 2016, dopo la denuncia di due ragazze minorenni e della madre che hanno raccontato di aver subito violenza sessuale da parte di Muratore.

L'ufficiale faceva parte di un gruppo di preghiera e si sarebbe spacciato per guaritore esorcista. Secondo le indagini avrebbe convinto le due donne di essere possedute dal demonio, costringendole, in quella che lui definiva una "preghiera di liberazione", ad avere rapporti sessuali. Il militare, quando le vittime mostravano qualche perplessità, avrebbe anche detto loro che "era il diavolo che parlava e che lui invocava il demone della lussuria". Dalle denunce si è arrivati a identificare anche il frate cappuccino, don Salvatore Anello, processato separatamente.

L'esorcista sarebbe stato in contatto con il militare: si proponeva come guaritore esorcista attraverso la celebrazione di "preghiere di guarigione". "Se non metti le mani nelle parti intime - avrebbe detto Muratore alle vittime - non ti liberi dal demonio. Demonio che entra sempre dalla vagina". 

Paziente morta, l'ospedale dovrà risarcire i familiari - Il giudice della terza sezione Civile del Tribunale di Palermo Giuseppe Rini ha condannato l'azienda sanitaria Villa Sofia Cervello e quattro medici a risarcire con 850 mila euro i familiari di Maria Grazia Li Vigni che a soli 32 anni è morta, il 6 gennaio del 2012, dopo essere stata visitata e dimessa tre volte dal pronto soccorso. Per la dottoressa Maria Antonietta Geraci, difesa dall'avvocato Francesco Pepe, il giudice ha respinto la richiesta di risarcimento.

Maria Grazia Li Vigni aveva subito un parto cesareo il 5 dicembre del 2011. Per ben tre volte il 13, il 17 e il 26 dicembre del 2011 si era recata al pronto soccorso dell'ospedale Cervello perché stava male. Il 6 gennaio 2012 la donna è morta improvvisamente. "La sussistenza di una responsabilità dei sanitari in relazione alla morte della giovane - si legge nella sentenza - emerge inequivocabilmente dalle risultanze della consulenza medico-legale".