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23/08/2017 06:30:00

Caos in Forza Italia, Berlusconi in campo per Armao. PD con il dilemma Crocetta

L'aria estiva non ha fatto bene alle alleanze del centro destra che si ritrova spaccato ad affrontare una competizione elettorale quanto mai politica, forse quella realmente e concretamente politica degli ultimi vent'anni.

Nuova legge elettorale, settanta deputati, venti in meno, tradotto: una razionalizzazione del potere politico.
C'è stata una levata di scudi tra le fila dei deputati regionali di Forza Italia, da Vincenzo Figuccia a Marco Falcone a Giorgio Assenza il sentire è comune: Miccichè sta sbagliando le mosse. Ne chiedono la testa, “ si tolga dalla strada politica”.
Il commissario di Forza Italia in Sicilia, tra un volo aereo e una chiamata con il Cavaliere Silvio Berlusconi, rompe gli indugi e punta su Gaetano Armao. La sinistra, furbamente, prende vantaggio dai tafferugli interni agli azzurri e sottotraccia cerca di mettere in moto la macchina per una alleanza di campo largo.

E ieri mattia il deputato forzista, Vincenzo Figuccia, ha dato vita a uno spettacolo non proprio edificante per Forza Italia: ha indetto una conferenza stampa sostanzialmente per dire che se ne frega di Miccichè e che chiede la sua sostituzione del commissario regionale.
Figuccia avrebbe potuto chiederlo direttamente al Berlusca o mandare un messaggio a Miccichè piuttosto che indire una conferenza stampa.
Oltre la scelta del candidato presidente c'è di più: sbagliare la candidatura, perdere per finire all'opposizione, significherebbe rischiare, anche, il seggio all'ARS. Lo sa bene Figuccia che nel collegio di Palermo potrebbe trovarsi candidato lo stesso Gianfranco Micchichè.
Figuccia arriva in conferenza stampa con Domenico Scilipoti, messinese, non proprio il fuoriclasse di Forza Italia, un deputato che insomma in Sicilia non ha voce in capitolo, in verità nemmeno ad Arcore.

Bisognerebbe però far comprendere ai deputati ribelli, arrivati a Forza Italia da AN, che il presidente Berlusconi fin dalle prime ore dettò la linea di un candidato azzurro e non di sposare una candidatura di appoggio, come quella di Nello Musumeci.
Facciamo un passo indietro: Musumeci dice di candidarsi e chiama in adunanza gli alleati, poi vola a Roma, da Giorgia Meloni, indicono una conferenza stampa. Si lancia la candidatura, dopo qualche settimana la Meloni raggiunge Musumeci in Sicilia. Elementare come la tabellina dell'1: Musumeci è il candidato di Giorgia Meloni. La lotta che ne è susseguita è stata una normale conseguenza che verrà trascinata anche dopo le regionali del 5 novembre, quando si dovranno fare i conti tra le fila.

Miccichè a parte Berlusconi ha già deciso: Gaetano Armao è il candidato di Forza Italia, è per lui che il Cavaliere raggiungerà l' Isola e la attraverserà con il suo candidato. Per i meno attenti Berlusconi cerca casa a Palermo.
A spendere parole per Nello Musumeci è Paolo Ruggieri, punto di riferimento, a Marsala, del leader di Diventerà Bellissima: “Fa bene Nello Musumeci a rompere gli indugi, ha avuto tanta pazienza dopo che i "soliti noti" hanno fatto saltare all'ultimo momento le elezioni primarie indette per il 23 Aprile scorso, ha cercato di cucire e ricucire una ampia coalizione che comprendesse "Diventerà Bellissima", altri movimenti e tutti i partiti storicamente collocati nel centrodestra.

La campagna elettorale per le regionali del 5 Novembre non può attendere oltre, deve partire lo sprint decisivo, basta con i "tira e molla" e con le candidature "civetta", basta con i personaggi adusi più a disfare che a fare. 
Bene ha fatto l'On. Musumeci, indiscusso leader dell'opposizione al fallimentare Governo Crocetta, a girare in questi mesi la Sicilia in lungo e in largo, tenendosi quanto più lontano possibile dalle "segrete stanze" di un logoro potere che altri vorrebbero ancora esercitare.
I tanti siciliani, liberi e forti, che Nello Musumeci ha incontrato, anche nella mia Marsala, lo incoraggiano in questa candidatura che profuma di liberazione dai vecchi schemi della politica, che garantisce indiscussa serietà e provata capacità, che è supportata entusiasticamente da chi crede che questa nostra splendida isola con lui potrà finalmente essere degnamente governata”.

Proprio Ruggieri potrebbe essere il candidato marsalese dentro la lista di Diventerà Bellissima.
Intanto a poche ore aprirà ufficialmente la sua campagna elettorale Musumeci appoggiato da Noi con Salvini, Fratelli d'Italia, e l'UDC di Cesa.
Dall'altra parte i forzisti dovrebbero scendere in campo con Gaetano Armao appoggiato da Cantiere Popolare di Saverio Romano e da Mpa.
In silenzio al momento Angelino Alfano che tutto fa pensare, da mosse romane, che la sua allocazione sarà il centro sinistra. Una sinistra in alto mare con il problema Crocetta che chiede di essere ricandidato ovvero primarie di coalizione. Del campo largo dovrebbero far parte i centristi di Casini e quelli di Alfano, per loro un tris di nomi da proporre: Dore Misuraca, Giovanni La Via, Gianpiero D'Alia. Il più accreditato tra i dem è D'Alia, con una marcia in più e con maggiore percezione dei territori siciliani.
Leoluca Orlando propende per il rettore Fabrizio Micari che aspetta il si dal Partito Democratico per essere ufficialmente il candidato in corsa alla presidenza della Regione.

Per i centristi il rettore non è molto gradito non fosse altro per il veto che Sinistra italiana e i bersaniani hanno posto su Alfano. Al lavoro, per dipanare la matassa trovando quella sintesi che porti unione e convergenza, il segretario regionale dem, Fausto Raciti.
Raciti in una nota fa trapelare la sua perplessità: “Le dichiarazioni degli esponenti di Sinistra Italiana ci lasciano perplessi e confusi. Nell'ordine ci hanno prima proposto il campo largo come a Palermo, poi il candidato civico, poi l'assenza di Ap e adesso la discontinuità col governo da noi stessi sostenuto. Non è più tempo di giochi e tatticismi vari: il Pd è disponibile a replicare il campo largo come a Palermo ed a ragionare insieme, anche su un candidato autorevole e riconosciuto nella società civile, che possa unire e guidare la coalizione. Noi fino alla fine - conclude Raciti - saremo disponibili alla costruzione di quest'alleanza che ci consenta di vincere in Sicilia. Se c'è chi vuole assumersi la responsabilità di consegnare la Sicilia alle destre o ai populismi faccia pure. Noi non li seguiremo".