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27/11/2017 00:00:00

Rifiuti in Sicilia: Ragusa, Siracusa e Agrigento, le città dove la Tari costa di più

Le dieci città con la tassa sui rifiuti più cara, con una spesa annua che supera i 400 euro, sono tutte concentrate al Sud, tranne Pisa. La Campania, in particolare, è la regione più cara (418 euro annui), il Trentino Alto Adige quella più economica (197 euro). La Sicilia (che produce 2.357.112 tonnellate di rifiuti all’anno, pari al 7,8% del totale nazionale), con i suoi 396 euro di tariffa media (contro i 382 del 2016), registra un incremento della tassa del 3,7%. E tra i 10 capoluoghi di provincia più cari spiccano Ragusa (con l’incremento più alto in tutta l’Isola, al netto dei capoluoghi che, al momento della redazione del dossier, non avevano ancora deliberato le tariffe 2017), Siracusa e Agrigento, che si attestano rispettivamente al terzo, quarto e decimo posto a livello nazionale. Lo rivela l’annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, prendendo come riferimento nel 2017 una famiglia di 3 persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri.

Resta più o meno stabile la tassa sui rifiuti nel nostro Paese: nel corso del 2017, una famiglia media italiana ha pagato 300 euro (contro i 297 del 2016). La tariffa media più economica per area geografica è il Nord (257 euro); nel Centro Italia si pagano 303 euro in media, mentre al Sud si raggiunge quota 350 euro. Belluno si conferma la città più economica (149 euro all’anno), Cagliari la più costosa (549 euro). Seguono Trani (496), Ragusa (492 euro, con un incremento rispetto al 2016 del 18,6%, il più alto in tutta l’Isola), Siracusa (486 euro, ma ferma alle tariffe 2016, in quanto al momento della redazione del dossier di Cittadinanzattiva non erano state ancora deliberate le tariffe 2017), Salerno (468), Reggio Calabria (459), Benevento (453), Napoli (448), Pisa (447) e Agrigento (432 euro, con un incremento rispetto all’anno precedente del 7,7%). A Enna, che pure non rientra tra i 10 capoluoghi di provincia più cari, la tariffa è passata da 317 a 335 euro, con un incremento del 6%. Impossibile fare un confronto tra il 2016 e il 2017 per Catania (che l’anno scorso occupava il decimo posto), Caltanissetta, Siracusa e Trapani perché al momento della redazione del rapporto in queste città non erano state ancora deliberate le tariffe 2017.

Crescono anche i livelli di raccolta differenziata a livello nazionale: nel 2016 (ultimo anno disponibile) secondo dati Ispra, a livello nazionale si è toccato il 52,5% (+5% rispetto al 2015), mentre il 25% finisce in discarica. Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Friuli Venezia Giulia le Regioni più virtuose; fanalino di coda, invece, la Sicilia, l’unica a non raggiungere la soglia del 20%, e il Molise. In particolare, in Sicilia nel 2016 la differenziata “brilla” a Ragusa, l’unica che raggiunge la soglia del 20% (per la precisione il 20,2%, non sufficiente, però, a scongiurare un incremento record della tariffa), seguita da Trapani al 14,2%, Messina al 12,2%, Catania al 10,9%, Palermo al 9,8%, Enna all’8,7%, Caltanissetta all’8,5%, Agrigento al 7,1% e fanalino di coda Siracusa con solo il 2,8%.