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01/12/2017 06:00:00

Come spendere soldi in "cultura" e farsi male. Il caso Marsala

 Quando si parla di cultura, soprattutto in abbinamento alla politica, si rischia di finire in un terreno scivolosissimo e antipatico. Cosa che succede a Marsala. Da un lato abbiamo un'Amministrazione Comunale che è spocchiosa, impone alla città un calendario chiavi in mano di spettacoli teatrali. Siccome sono tutti di livello, la verità, allora parte come una specie di ricatto morale: non puoi criticare, non è roba tua. Non ti puoi lamentare, è cultura. Dall'altro lato ci sono tutti quelli che alla parola cultura cominciano ad avere un fremito alle mani e dicono: ah, abbiamo le strade al buio, ci sono un sacco di scaffe (lo anche detto il Sindaco Di Girolamo, nell'ultimo consiglio comunale: a Marsala le emergenze sono l'acqua, la luce e le scaffe...), e voi spendete soldi in cultura. 

Ecco, cominciamo da questo ultimo aspetto. La cultura, serve. Spendere soldi in attività culturali, serve. Non è logico fare un paragone tra strade al buio e cartelloni teatrali, perché sono temi completamente diversi. 

Ma come si spendono i soldi? Ecco, a Marsala si spendono male. Molto male. E consapevolmente male. L'anno scorso il Comune spese 100.000 euro per comprare il cartellone teatrale di Incudine - Ovadia, già proposto in altre parti della Sicilia. Ci furono molte polemiche, per la mortificazione di molte realtà locali di livello, per la mancata pubblicità ad un cartellone comunque valido, per l'astrusa gestione della cosa da parte dell'assessore Ruggieri. Non si ripeterà più, ci dissero.

E invece, un anno dopo, non solo la spesa è salita, e siamo a 130.000 euro, ma siamo bis e daccapo: nessun coinvolgimento della città, nessuna programmazione, scarsa pubblicità. E' ovvio che poi a teatro non ci va a nessuno.

Quello che davvero non capisco è: perchè? Se già l'anno scorso hai fatto gli stessi errori, perché continui a farli? Mi sembra un po' la barzelletta dei pazzi che circolava alla scuola media, cioè quella del pazzo che dice all'altro, per prenderlo in giro: mi compri una Fiat con 500 lire? , e l'altro pazzo che gli risponde: si vede che sei malato di testa, oggi è Domenica, la Fiat è chiusa!.

Mi pare esattamente la stessa cosa.

Si continua a sbagliare, sapendo di sbagliare, ma pretendendo che la città risponda in maniera entusiasta perchè ha di fronte non una giunta di politici, a quanto pare, ma una giunta dei "migliori di tutti", che indica soluzioni imprescindibili per ognuno di noi.

E così, in un colpo solo, si sprecano soldi, si mortificano competenze, si dà ragione a quelli che dicono: meglio spendere i soldi per i pali della luce.

Già la scelta stessa di pubblicizzare il cartellone oscurando tutti i media locali, lo dimostra. C'è la provinciale e burina convinzione che fa figo fare la pubblicità su Repubblica o comprare gli spazi su La 7, così poi tutti i "forestieri" vengono a Marsala. Non è così. Primo, perché i "tutti" che dovrebbero venire a Marsala, hanno già nella loro città di provenienza (che so, Palermo...) un'offerta culturale non indifferente. Secondo, non ci può essere un pubblico di turisti per Marsala perchè manca ancora prima il pubblico di Marsala, ed è su quello che bisognerebbe lavorare. Bisogna creare un pubblico qua, per poi cercare pubblico altrove.  E il pubblico non lo si crea chiedendo l'elemosina dell'acquisto di una manciata di biglietti da parte di Donnafugata, che pena: bisogna chiedere investimenti, non la carità. Il pubblico lo si crea facendo politica. E purtroppo devo tornare ad una cosa di quindici anni fa, al famoso Marsala Doc Jazz Festival, l'unica esperienza culturale degna di questo nome che la città ricordi nel suo recente passato. E che funzionava non perché venivano i più importanti artisti del jazz mondiale a suonare. Funzionava perchè quegli stessi artisti stavano in città, tenevano seminari, facevano lezione a giovani marsalesi e non.  Donavano qualcosa alla comunità, la facevano crescere.  Non ha senso portare in scena "Filomena Marturano", dalla critica considerato come il migliore spettacolo teatrale dell'anno, di lunedì sera alle 21 al Teatro Impero. Ha senso prendere gli attori, la regista, Lliana Cavani, uno dei nomi più importanti dello spettacolo in Italia e dire loro: incontrate la nostra comunità, i ragazzi, gli artisti, i curiosi, dateci qualcosa. (In generale, non ha senso di suo il teatro di lunedì, dato che, storicamente, è considerato il giorno di riposo per eccellenza delle compagnie. E sto fatto che vengono a Marsala proprio di lunedì sa, agli occhi degli esperti, molto di "arrotondamento", non so se mi spiego...)

Non ha senso avere un direttore artistico, Moni Ovadia, che fa le conferenze via Skype. Bisogna costringerlo, si costringerlo, a stare in città, a viverla, a incontrare le tante realtà vive di questa terra, e a lavorare con loro, aiutando i meritevoli. Questa è politica. Altrimenti è compranvendita di cultura. E quindi a Marsala passano cose bellissime, che non vengono apprezzate, perchè non sono capite, spiegate, accompagnate. 

Tutto questo ammazza la cultura, e crea anche effetti perversi. Perché manca la politica, e ognuno si arrangia come può. In una città moderna e di cultura nelle scuole verrebbe Liliana Cavani a spiegare come si fa il teatro (come ieri facevano lezione Maria Pia De Vito e Paolo Fresu, durante il Marsala Doc Jazz Festival). Da noi invece succede che oggi, nelle scuole, passa di tutto. Mi riferisco a tutte quelle commedie, musical, spettacoli vari che vengono organizzati nei "matinee" per le scuole, e che sono, lasciatemelo dire (tranne rarissime eccezioni) una vera e propria piaga, oltre che un business abbastanza losco. Il caso tipico: si chiedono soldi ai genitori per portare i bambini, genericamente "a teatro". Ovviamente tu genitore dai il tuo obolo (solitamente dai cinque ai dieci euro) anche perchè daresti un rene pur di non vedere tuo figlio escluso da una cosa che fanno tutti gli altri. Questo "spettacolo" per le scuole, solitamente, è un "qualcosa" tratto da un film Disney, per i più piccoli, o un musical a sfondo religioso (per i ragazzi delle scuole superiori). Attori infimi, scenografie deliranti, trame e dialoghi senza senso. Scopiazzature. A volte hanno uno scopo benefico, e quindi vale un principio subdolo: non ti puoi lamentare, è beneficenza, sono tutti volontari che aiutano il prossimo, e amen. 

Tanto, poi, sono bambini, sono ragazzini, si possono "assuppare" di tutto.  E invece anche i bambini possono (anzi, devono) essere educati al bello. Purtroppo, invece, il sottobosco delle scuole rappresenta per alcuni impresari dell'ora antimeridiana un pubblico facile, che fornisce tanti soldi (in nero: mai visto un biglietto staccato....) e che si sorbisce la qualunque pur di fare saltare la lezione a scuola. Ecco quello che sta accadendo a Marsala, per colpa della politica: si spendono soldi in cultura, si ammazza il senso della cultura, e del bello. 

Giacomo Di Girolamo

P.S. : Qualcuno commenterà: Di Girolamo critica il cartellone del Comune di Marsala perchè non ha fatto pubblicità su Tp24.it o su Rmc 101. Qualcun altro aggiungerà, con tono di chi la sa lunga: volevo vedere cose avrebbero scritto se il Comune avesse comprato pubblicità da loro. Rispondo subito: non avrei scritto, certo, perchè a teatro ci sarebbe stata molta più gente. E non lo dico per arroganza: la pubblicità, fatta bene, serve. 



Editoriali | 2024-12-11 06:00:00
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