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02/01/2018 10:00:00

Castelvetrano, Tommaso Bertolino: "La città non appartiene ai suoi abitanti"

Il caso 6 Gdo e le vicende relative allo scioglimento del Consiglio comunale nel marzo del 2016 dimostrano forse che Castelvetrano non appartiene ai suoi abitanti.

Nel primo caso, infatti, una delle più grosse realtà economiche del paese operante nel settore della distribuzione nella quale lavoravano centinaia di famiglie è passata nella diretta disponibilità dello Stato. Nel secondo caso invece, seppur legato a dinamiche diverse, il consiglio comunale eletto ed autoscioltosi nel marzo 2016 ha lasciato il passo alla commissione Prefettizia che con i poteri dello Stato è stata chiamata ad esercitare la propria “governance“ sulla città di Castelvetrano.  Dietro questi fatti appare, in maniera diretta o indiretta, il nome di Matteo Messina Denaro ritenuto ai vertici di Cosa Nostra e uno dei superlatitanti più ricercati in Italia e nel mondo.

Lo Stato nell’ambito della Sua giusta e legittima azione di contrasto al fenomeno mafioso ha prima tolto la proprietà dell’azienda e, nel giugno del 2017, a pochi giorni dalle elezioni amministrative dell'11 giugno 2017, ha sciolto per infiltrazioni mafiose il comune di Castelvetrano inibendo il diritto di voto ai castelvetranesi.

Nulla da dire sulle motivazioni e sui contenuti del provvedimento posto a carico del comune ma resta il fatto che lo Stato, quello in cui vorremmo ancora credere, deve fare l’interesse del cittadino e rispondere alle esigenze di sviluppo e di crescita della città. Parliamo, per meglio intenderci, della stessa città che ha dato i natali al superlatitante M. Messina Denaro, città che ha vissuto e continua a vivere il dramma quotidiano di una perdurante e asfittica crisi economica che pian piano ha divorato l’intero territorio al punto da far pensare, a chi la crisi la vive sulla propria pelle, che “quelle aziende” oggi sottratte alla mafia, davano lavoro ….. punto! e che da quando lo Stato ne ha assunto il controllo sono FALLITE, buttando per strada e nella totale disperazione centinaia di famiglie ancora oggi disoccupate. In verità la situazione é molto più complessa ma, purtroppo, è così che viene percepita o rischia di esserlo!

In siffatta situazione e al di là delle cause effettive, il dato che rischia erroneamente di passare ancora una volta, è che la MAFIA assicura un “Welfare” che lo STATO non sa garantire.

E allora perché non dedicare la giusta attenzione ad una comunità che scivola sempre più verso il degrado sociale e la povertà diffusa?...non è forse risaputo, che è nelle fasce più deboli e degradate della società che la criminalità organizzata trova la sua forza?

E' necessario uno Stato che, scevro da condizionamenti politici, venga in soccorso nel processo di qualificazione e di rinascita economica-culturale; vogliamo uno Stato presente che ci liberi dal drammatico problema della spazzatura; vogliamo che la nostra città possa continuare ad essere conosciuta in tutto il mondo come la “città dei Templi, degli ulivi e del pane nero”, e non come uno dei “più grossi regali” che la mafia potrebbe ricevere da quello Stato che almeno nelle intenzioni voleva combatterla!
Vogliamo per farla breve uno STATO che possa restituire, con fatti e azioni concrete, la serenità e la dignità ai tanti ex lavoratori del Gruppo 6 Gdo di Castelvetrano rimasti senza lavoro e forse senza nessuna speranza.  Vogliamo un nuovo modello urbano di città e con esso la ri-costruzione di una Castelvetrano che appartenga a questo Stato!!!

Tommaso Bertolino ex consigliere comunale
 



Vivavoce | 2024-04-24 08:35:00
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