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20/02/2018 06:00:00

Verso le elezioni: ecco la scheda, si voterà così. Non c'è il voto disgiunto. Il tutorial

Si avvicina il voto per le prossime elezioni politiche del 4 Marzo. Vi spieghiamo ancora una volta come si vota. E' importante, perché una cosa che in pochi hanno capito è che NON C'E' IL VOTO DISGIUNTO. Questo significa che se votate il candidato di una coalizione NON potete mettere la croce su un simbolo che non sia di quella coalizione. E' chiaro? 

Il sistema con cui si sceglieranno deputati e senatori è misto, un po’ proporzionale e un po’ (meno) uninominale. Ma la scelta è unica: non si può indicare una lista e, contemporaneamente, un candidato al collegio uninominale sostenuto da un altro simbolo o da un’altra coalizione. Il voto
sarà annullato. 
Il ministero dell’Interno ha pubblicato il fac-simile della scheda.
Simboli e candidati in bella vista, più piccoli i nomi dei listini. 
Cosa prevarrà? Vincerà l’«effetto uninominale», cioè l’elettore sarà spinto a votare una coalizione in base al «nome», alla preferenza per un candidato piuttosto che un altro?
O vincerà il proporzionale, cioè la scelta per il partito?
Certo è che il simbolo in evidenza giocherà la sua parte per i partiti in coalizione, che giocano una partita anche con gli alleati.

Qui Maurizio Crozza ci spiega come si voterà.

 

Nel dettaglio, si riceveranno due schede elettorali: una per la Camera e una per il Senato. Si potrà votare facendo un solo segno, oppure due, basta che entrambi i segni siano fatti nell’area della scheda che spetta a un’unica coalizione. Ossia, si può barrare il nome del candidato al collegio uninominale e poi scegliere una delle liste che lo sostengono. Non sarà possibile scegliere un candidato all’uninominale e un partito di una coalizione che non sostiene quel candidato (in pratica, non è ammesso il voto disgiunto). Inoltre, sarà possibile scegliere solo il candidato all’uninominale o solo una delle liste (il voto andrà comunque a entrambi). Non si possono esprimere preferenze sui singoli candidati della lista proporzionale (ossia sui nominativi presenti nei listini bloccati che vanno da 2 a 4 nomi).

Nella parte proporzionale la soglia sarà al 3% sia alla Camera che al Senato, con l’eccezione delle liste relative alle minoranze linguistiche per le quali la soglia è al 20% nella regione di riferimento. Soglia del 10% per le coalizioni (all’interno del quale però almeno una lista deve aver superato il 3%). Inoltre, è prevista la pluricandidatura: ossia un candidato può presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali, fino a un massimo di cinque. 

Ci sarà una scheda unica. In essa il nome del candidato nel collegio maggioritario sarà affiancato dai simboli dei partiti che lo sostengono, con i nomi dei candidati dei listini. Barrando il simbolo del partito il voto andrà al candidato del collegio e al partito per la parte proporzionale.

 I voti degli elettori che avranno barrato solo il nome del candidato del collegio uninominale saranno distribuiti proporzionalmente ai partiti che sostengono il candidato del collegio.