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06/03/2018 06:00:00

Elezioni. La vittoria del M5s in Sicilia, la mezza sconfitta della destra. Gli eletti

E' il giorno dopo l'analisi del voto che fa tremare ancora la politica italiana. Un terremoto annunciato e prevedibile.
Il movimento Cinque Stelle ha attinto alle sacche elettorali deluse, sia di destra che di sinistra, quelli che non hanno trovato più una ragione per continuare a votare il proprio partito, la relativa idea di esso.
Un'onda che si è abbattuta e che ha preso tutti i seggi uninominali della Sicilia orientale e occidentale.
Una sinistra rasa al suolo, un tonfo senza precedenti, un minino storico che è un dato su cui riflettere per ogni ordine e grado di dirigenza.
La base del Pd è scossa e c'è chi vorrebbe non solo le dimissioni di Matteo Renzi, ma quelle a cascata di tutti i dirigenti dem.

Non vince il populismo, vince la stanchezza di un popolo italiano che non regge più la pressione della inestistenza dei partiti sui territori, buoni solo a presentarsi quando è tempo per chiedere un voto.
Una campagna elettorale spenta e fredda, lo abbiamo scritto tante volte, incapace a farsi capire e a spiegare i loro concreti e reali programmi per l'Italia, si è finiti nel calderone del “Tanto sono tutti uguali”.
Si apre la stagione delle riflessioni ma soprattutto delle autocritiche, quelle vere.
Che ogni elezione sia una storia a sé, è vero in parte. Che il PD, ad esempio, non godesse di ottima salute lo abbiamo visto per le ultime regionali, una lista fatta, per la provincia di Trapani, di soli tre candidati di rilievo, gli altri delle comparse. Manca il progetto, manca la strategia, manca la dirigenza, quella vera, che dialoga con i territori, che fa politica. Quella, la politica, è la grande assente. Solo mire personalistiche, a tratti senza un progetto chiaro e lineare.
Questo accade a sinistra.
Non sta bene nemmeno il centro destra siciliano che resta sconfitto in tutti i collegi uninominali di Marsala, non regge il candidato Toni Scilla al senato. Eppure la coalizione di centro destra ha fatto la sua campagna elettorale con tutti gli assessori della Giunta regionale. Non la spunta nemmeno l'UDC con degli esponenti di riguardo quale Mimmo Turano, assessore regionale, e la deputata regionale a Marsala, Eleonora Lo Curto.
Insomma, sono segnali molto chiari di una sonora bocciatura.


Come cresce in modo esponenziale il movimento Cinque Stelle? Raccogliendo i voti di chi per anni ha deciso di non andare a votare e di quanti avevano votato centro sinistra. La lega batte Forza Italia perchè pesca proprio tra gli elettori forzisti.
Resta compatta la coalizione di centro destra, sia Giorgia Meloni che Silvio Berlusconi manterranno fede al patto sancito in campagna elettorale: sarà Matteo Salvini, che ha ottenuto più voti, a poter essere indicato come eventuale Premier.
Rinuncia alla possibilità di diventare parlamentare nazionale la marsalese Anna Maria Angileri, la percentuale troppo bassa del PD non consente di far scattare un ulteriore seggio alla Camera dei Deputati, acchiappa il seggio Carmelo Miceli.
Sconfitta anche per Paolo Ruggirello, candidato per il collegio uninominale dem al Senato: “Al di là del risultato mi corre l’obbligo di ringraziare tutti coloro i quali mi hanno dato fiducia, sposando la mia battaglia che sapevo essere assai difficile. Chiaramente non è finita come speravo ma bisogna sempre accettare i verdetti delle urne, anche i più amari, perché sono frutto delle scelte del popolo. Ritengo che sia stata, per me, un’esperienza intensa ed importante, in termini di conoscenza del territorio del grande collegio e di nuovi rapporti di amicizia che coltiverò nel tempo. Ne farò tesoro per il mio futuro. Auguro buon lavoro ai nuovi eletti ma resta l’amarezza per il fatto che questa provincia non sia riuscita ad eleggere un numero adeguato di propri rappresentanti, intendo nati e cresciuti qui. Ma tutto questo non scalfisce il mio amore per questo territorio. Io per Trapani ci sono e ci sarò sempre”.

La Sicilia elegge 25 Senatori di cui 9 all'uninominale che sono tutti ad appannaggio dei grillini, si tratta di: Steni Di Piazza, Grazia D’Angelo, Pietro Lorefice, Rino Marinello, Francesco Mollame, Pino Pisani, Loredana Russo, Tiziana Carmela, Rosaria Drago in Stivala, Giuseppe Pisani.
Gli altri senatori sono stati eletti con il proporzionale e sono: Antonella Campagna, Vincenzo Maurizio Santangelo, Cinzia Leone e Fabrizio Trentacoste, tutti dei Cinque Stelle, eletti nel collegio Sicilia occidentale; si aggiungono Mario Michele Giarrusso Nunzia Catalfo, Cristiano Nastasi, Barbara Floridia.
Forza Italia si aggiudica tre seggi, due per la Sicilia occidentale: Renato Schifani eUrania Giulia Rosina Papateu; uno per la Sicilia orientale che va a Gabriella Giammanco.
Nel PD Il seggio in Sicilia 1 scatta per Davide Faraone; in Sicilia 2 a Valeria Sudano.
Per i sovranisti di Fratelli d’Italia per la Sicilia orientale c'è Raffaele Stancanelli di Diventerà Bellissima.
Un seggio se lo aggiudica Giulia Bongiorno per la Lega, Sicilia occidentale; un solo seggio anche per Leu in Sicilia occidentale e tocca a Pietro Grasso.
Non sono mancate le reazioni del mondo politico, Gianfranco Miccichè, commissario dei forzisti, e presidente dell'ARS parla di isola azzurra: “Non c’è alcun dubbio: l’esito del voto dipinge una Sicilia travolta da un’ondata di protesta ma, nella tempesta, Forza Italia ottiene un risultato straordinario. Sono i numeri a parlar chiaro: la Sicilia è la regione più azzurra d’Italia, col 21% dei consensi è qui che Forza Italia ottiene il suo miglior risultato. Siamo cresciuti di cinque punti percentuali, passando dal 16% delle recenti elezioni regionali, al 21%".

Gli fa eco il senatore trapanese uscente Tonino d'Alì: “La Sicilia a guida Miccichè/Musumeci rovina la festa al centrodestra e al presidente Silvio Berlusconi. Per arginare l'ondata grillina occorrevano ben altre candidature, nei collegi ed ancor più nei listini. I Siciliani si sono invece trovati sulle schede nomi completamente distanti, territorialmente e rappresentativamente, dalle proprie legittime aspettative, nomi che nulla avevano da raccontare agli elettori, né un passato di cose buone fatte, né un progetto di cose buone da fare per la Sicilia. Paradossalmente l'unico a dire qualcosa per la Sicilia è stato il presidente Berlusconi, ma nessuno dei suoi rappresentanti è stato in grado di dare contenuti reali alla sua idea del "piano Marshall”. Peccato, bastavano scelte meno "condominiali" per portare a casa quei collegi, quelle percentuali e quegli eletti utili a determinare un quadro più solido di governabilità nazionale per il centrodestra. Qualcuno non ha compreso a dovere che la Sicilia è sempre determinante. Speriamo che il presidente Berlusconi voglia finalmente mettere a fuoco ciò che veramente accade in Sicilia– prosegue d’Alì -, dove la recente vittoria alle regionali, che doveva essere il famoso traino per le elezioni politiche, è stata immolata sull'altare di un esecutivo ansimante e spesso distratto, e di una presuntuosa presidenza dell'ARS, che ha già sollevato il malcontento della maggior parte dei nostri parlamentari. Nel disastro spicca ancora una volta quale peggior risultato Siracusa, nonostante le continue attenzioni in termini di ministeri, pluricandidature, assessorati e spazi di potere interni al Partito. A Forza Italia in Sicilia occorre una nuova guida”.



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