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31/03/2018 09:10:00

Da Marsala a Trapani, il perché del successo delle dirette streaming delle processioni

 La diretta on line su Tp24.it e su Rmc101.tv della processione del Giovedì Santo di Marsala è stata un successo. Migliaia di persone collegate, da tutto il mondo, hanno seguito la diretta della storica rappresentazione marsalese.

Così come tante televisioni hanno seguito a Trapani la Processione dei Misteri, appuntamento più importante dell'anno per i trapanesi. Perché on line questi riti, da qualcuno definiti medievali, hanno tanto successo?

Una risposta la dà su Repubblica l'esperto Marino Niola. Ecco cosa scrive

Nell' era di Internet le processioni della Settimana Santa vengono seguite da milioni di internauti che da ogni parte del mondo assistono in tempo reale a quello spettacolo del sacro che trasforma piazze e borghi d' Italia in teatri di strada per anime sensibili. I rituali pasquali più celebri e scenografici sono diventati negli ultimi anni dei veri e propri "monumenti" immateriali, in cui cultura di massa e cultura popolare, antiche liturgie e nuove tradizioni hanno intrecciato i propri segni. In Italia sono più di tremila le rappresentazioni popolari della Via Crucis.

Sono migliaia i siti, ma soprattutto le pagine su social network come Facebook e Instagram, nonché le piattaforme di video sharing come Vimeo, impegnati in questi giorni nella diffusione urbi et orbi delle nostre ritualità religiose tradizionali. Con l' effetto di dilatare lo spazio festivo trasformandolo in spazio immateriale.

 

In un nuovo luogo di condivisione, in grado di mettere insieme attori e spettatori della cerimonia, dando vita così a forme inedite di comunità. In questo senso la straordinaria capacità di connessione della rete consente di allargare i confini materiali del Paese anche a chi ne è lontano, come nel caso degli emigrati e di ricostruire delle collettività virtuali.

Così il richiamo dei rituali della Settimana Santa, che a uno sguardo superficiale potrebbe apparire un arcaismo destinato ad essere rottamato dalla secolarizzazione imperante, trova nuove ragioni di popolarità. Forse è proprio la società della connessione permanente, sempre all' inseguimento affannoso dell' attimo fuggente, a produrre una domanda di raccoglimento, di pace interiore, di tempi lunghi, come quelli del rito, del sacro, del legame comunitario. Una tregua con noi stessi e con gli altri.

Il fatto è che il nostro quotidiano è sempre più convulso, superficiale, fatto di relazioni occasionali. Un' esistenza all' insegna del last minute, una rincorsa continua che ci lascia giusto il tempo per guardarci allo specchio, ma ci sottrae quello per guardare dentro di noi.

 

Ebbene, in un contesto del genere, il rito valorizza le ragioni dell' essere rispetto a quelle dell' avere. Dà forma a quella domanda di profondità che resta per lo più inevasa in fondo al nostro cuore. Ci fa sentire protagonisti di un tempo diverso da quello quotidiano, finalmente scandito da relazioni più vere.

Realizzando così il significato più antico della parola religione che, sin dalla sua etimologia, ha a che fare con l' essere insieme, con la solidarietà, lo scambio, la comunione, il legame. È questa insomma la ragione del fascino della Settimana Santa reale e virtuale. È come se il passo lento e severo dei riti della Passione ci mostrasse la possibilità di un cambio di velocità, che rigenera la parte più profonda di noi. Lo spirito del tempo festivo ci fa essere ciò che non siamo tutti gli altri giorni. E in questo senso ci fa vivere un' autentica esperienza di resurrezione. Anche con l' aiuto di Internet. Che lascia intravvedere la possibilità di un' ecumene digitale.