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10/04/2018 06:00:00

La battaglia per salvare la spiaggia di San Vito lo Capo dalla cementificazione

 Cominciano ad arrivare i primi turisti a San Vito lo Capo, la meta per eccellenza della Sicilia Occidentale. Il piccolo paese affacciato sulla spiaggia lunga e chiara, circondato dalle montagne e dalla natura. Un connubio perfetto che in decenni l’uomo non è riuscito a rompere, anche se ci ha provato. Tutto grazie anche ai sanvitesi che sono riusciti a preservare la particolarità del luogo. I cittadini però adesso si trovano di nuovo a lottare contro chi vorrebbe intervenire su un paradiso che ogni anno accoglie migliaia di turisti.


A minacciare l’equilibrio perfetto tra mare e piccola città è il progetto del porto turistico che di fatto privatizzerebbe la costa e il mare tra i due moli, facendo sparire la famosa mezza luna di sabbia. Un progetto presentato alla Regione dalla Società Marina Bay di Trapani che vorrebbe trasformare il porto prendendolo in concessione per 48 anni.
Nella richiesta di concessione a privati, la società ha chiesto la disponibilità di un totale di 114.986 metri quadrati, di cui 64.431 di specchio acqueo, 42.839 su area demaniale marittima, 8.761 su area demaniale comunale.


Un progetto che ha fatto alzare le proteste e la difesa del territorio. I sanvitesi lo hanno respinto fermamente, e la stessa cosa è stata fatta dagli organi politici della cittadina marittima. Sono contrari tutti, il sindaco, gli assessori, i consiglieri comunali. Dice No al progetto del porto chi vive a San Vito ma anche chi la visita e l’ha visitata, chi la ammira come luogo di relax e avventura allo stesso tempo. Come gli appassionati di Climbing.


“Il Comune è stato tenuto assolutamente all’oscuro di tutto – dice il sindaco Matteo Rizzo – e siamo venuti a conoscenza del progetto solo quando l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente ci ha trasmesso la comunicazione per l’affissione all’albo pretorio. Presa visione a Palermo del progetto, abbiamo scoperto che si tenta di espropriare San Vito di una delle sue zone più belle e frequentate”. La Giunta Comunale ha quindi approvato un documento col quale si boccia decisamente il progetto, e lo stesso è stato sottoposto e approvato sia dai Consiglieri comunali nella loro interezza, sia dalle associazioni che operano sul territorio. “La proposta progettuale mostra scarsa coerenza con le politiche di sviluppo economico e di tutela del patrimonio ambientale perseguite dal Comune” si legge nel documento approvato, e ancora “non è coerente con la progettualità già realizzata e in corso di realizzazione, e in contrasto sia col Piano regolatore vigente che con quello adottato”. San Vito è una delle poche città, infatti, che ha un piano regolatore predisposto in equilibrio con il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo del paese. Negli anni novanta si decise di predisporre un piano regolatore che prevedesse il colore bianco per le abitazioni, la limitazione in paese di strutture turistiche di piccola dimensione, la limitazione del cemento. Una strategia che ha pagato nel corso degli anni, visto che San Vito sfiora il milione di visitatori ogni anno.


Ora arriva questo progetto, e la preoccupazione dei cittadini, che hanno sottoscritto una petizione, è che dall’alto si faccia un uso distorto della legge.
Negli atti dell’amministrazione quello presentato viene definito un “progetto di forte impatto ambientale, non si ravvisano elementi di pubblica utilità, viene cementificata la parte di spiaggia interna ai due moli e le aree prospicienti, prevede realizzazione con varie destinazioni per la maggior parte a uso commerciale e turistico residenziale con la previsione edificatoria di circa 17.000 metri quadrati su area di sedime (spiaggia) …”.


“La realizzazione dell’attuale struttura portuale – si legge nella relazione presentata dagli assessori Giacomo Pappalardo e Giuseppe Catalano – , a partire dal 1953, assieme alla costruzione del lungomare e delle abitazioni limitrofe, hanno condizionato un arretramento del litorale sabbioso. Oggi risulta dominante il trasporto della sabbia dal versante est della spiaggia verso ovest, favorendo un lento processo di accumulo ed insabbiamento del porto”.

“Su parte delle aree del progetto presentato – segue la relazione – insistono attualmente viabilità pubblica, opere fognarie, stazioni di sollevamento fognario, bagni pubblici ed altro”.
“Si evidenzia – continua la relazione sul progetto della Marina Bay – una assoluta mancanza di un adeguato e indispensabile studio legato ai risvolti di natura anche economica sull’intero territorio comunale di San Vito lo Capo, Macari e Castelluzzo”. In sostanza il progetto del porto se realizzato non stravolgerebbe in negativo soltanto l’area della spiaggia cittadina, ma una cementificazione così selvaggia provocherebbe ripercussioni anche nelle zone limitrofe perchè sarà imprevedibile la “reazione” del mare.
Nel corso dei decenni gli abitanti di San Vito hanno già affrontato delle battaglie in difesa del territorio. Come quella contro il progetto di una raffineria di idrocarburi, come quelle che ci sono a Gela e Augusta. Ma il popolo si ribellò e venne salvata una delle spiagge e delle zone più belle d’Italia, e non solo.