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24/05/2018 07:17:00

La carica dei giovani sulle elezioni a Trapani

 La campagna elettorale a Trapani, nelle sue tredici diverse liste, è una bella competizione.
Il capitale umano che è sceso in campo, scommettendo per il futuro della città, è notevole.
Ognuno porta con sé il suo bagaglio, di quello che è nella vita, al di là dell'impegno politico.
C'è un orgoglio dentro gli occhi di ciascun candidato, è l'orgoglio di chi è stato ferito, di chi è caduto a terra ma sa che può rialzarsi con le menti e con le braccia di tanti cittadini, che ci hanno messo la faccia oltre che le aspirazioni, i sogni, la rabbia e la pazienza.
Sono trecentododici volti, ci sono i giovani, i neofiti, i big, i mister preferenze ma soprattutto c'è Trapani.

Cinque i candidati sindaco: Bartolo Giglio per la Lega, Peppe Bologna per “Scirocco per Trapani”, Giuseppe Mazzonello per i Cinque Stelle, Vito Galluffo con le sue tre liste di centrodestra, Giacomo Tranchida e le sette liste di estrazione variegata.
Cinque candidati alla carica di Primo Cittadino con delle personalità diverse, con capacità comunicative differenti e soprattutto con programmi che hanno un denominatore comune: dare un volto nuovo a Trapani.

Non può sfuggire che in questa competizione ci sono due grandi assenti: Mimmo Fazio da una parte per le note vicende giudiziarie, Tonino d'Alì dall'altra.
L'ex senatore azzurro è defilato, un passo indietro.

Un'assenza che dal dibattito politico trapanese manca, certamente però non si può dire che questa competizione elettorale sia povera di contenuti, idee, e programmi.
Colpisce la fierezza di Maria Concetta Serse, candidata nella lista “Trapani con Coerenza”, quando afferma, senza nascondersi, di essere del PD e di avere lavorato attivamente per il partito per tredici anni.
Nel tempo in cui ci si vergogna dei simboli e delle bandiere di appartenenza, camuffandoli in vessilli civici sostenendo che è il tempo che lo impone, la posizione di chi con dignità esprime il suo percorso è di per se stesso un momento di alta politica.

E non è vero che tutto è negativo, che i giovani sono fannulloni, che la campagna è sotto tono. Ognuno esprime la sua identità all'interno di una lista e di uno schieramento, male che vada esprime l'appartenenza al suo referente politico e i cittadini sapranno individuarlo e non votarlo. Si scende in campo per la città e perchè si ha qualcosa da dire e da fare, senza essere portavoce di chi ha deciso di non candidarsi, o semplicemente non ha potuto.

Sono tutti bravi? No, ovvio.
Il potenziale c'è e andrà migliorato, vincerà chi avrà saputo meglio di altri comunicare con i cittadini, indipendentemente dalle liste. Lo si dica, si teme Tranchida per lo squadrone messo in campo, ma si ricordi anche che le liste devono raggiungere la soglia di sbarramento.
La ricerca del consenso, in un tempo in cui l'antipolitica è la regina di tutti i populismi e la disaffezione ha preso il sopravvento, è cosa difficile.
E allora chi con il pulmino bianco, chi spostandosi velocemente da un punto all'altro della città, chi in bici, chi pulendo le spiagge, i candidati sono lì a dire la loro.

Giuseppe Mazzonello, il candidato dei Cinque Stelle, pensa di recuperare l'ex Macello facendolo divenire un luogo di cultura, dunque di aggregazione.
Giacomo Tranchida ha incontrato i rappresentanti dell'associazione Museo Pepoli, nel pomeriggio la Chiesa evangelica che è una presenza evidente in città con la quale il futuro sindaco dovrà confrontarsi.
Sugli artisti di strada punta Peppe Bologna, un centro storico che possa essere vivo, accogliente, allegro con musica, artisti che colorino le vie cittadine. Un assaggio della sua idea verrà presentata a Piazza ex Mercato del Pesce il 6 giugno.

Nella corsa alla presentazione dei punti programmatici non bisogna dimenticare che domenica, 27 maggio, Trapani è chiamata al voto. Si chiede ai cittadini trapanesi di esprimersi con un si o con un no al referendum sull'istituzione del Comune di Misiliscemi. Un terzo del territorio trapanese potrebbe scomparire in un soffio. E ne vedremo delle belle…