Trapani, Vito Galluffo: "Basta con le menzogne e le accuse di Giacomo Tranchida"
“Basta con le menzogne, basta con le accuse, basta con il mascariamento e il fumo venduto da Giacomo Tranchida”, ha iniziato, così, ieri, la sua conferenza stampa, l’avvocato Vito Galluffo, candidato sindaco di Trapani, in risposta al suo avversario in corsa per la carica di primo cittadino che ha annunciato querela nei suoi confronti e dell’altro candidato sindaco Peppe Bologna.
Galluffo ha messo in ordine date, fatti e protagonisti, anche se non ha fatto nomi nuovi rispetto a quelli già conosciuti, e ha tenuto a sottolineare più volte: "la vicenda riguarda il Comune e l’amministrazione di Erice e non Trapani e i trapanesi che – ha affermato Galluffo - non possono più correre il rischio di incappare in nuovi scandali giudiziari come durante la precedente campagna elettorale, sarebbe la fine per la città".
Le quattro indagini sul Comune di Erice - Galluffo ha ricordato le indagini in corso al Comune ericino, con il sequestro da parte della Procura di Trapani delle carte relative ad atti, nomine e appalti. La prima indagine è quella relativa alla pista ciclabile di Erice che per Galluffo ha reso ridicoli gli amministratori del comune. La seconda è quella con la richiesta da parte della Procura che ha delegato i carabinieri ad acquisire documenti lo scorso 18 maggio. La terza indagine, una tra le più gravi, riguarda il voto di scambio e l’aver falsato così il dato elettorale di Erice. Galluffo, prendendo spunto da quando scritto ieri nell’inchiesta di tp24.it, (potete leggere qui l’articolo completo) ha aggiunto una quarta indagine - da lui stesso sconosciuta come da tutti i trapanesi -, che riguarda le assunzioni pilotate all’Aimeri Ambiente (oggi Energetikambiente), con la segnalazione di una lista di nomi che riguarderebbero parenti di politici e di grandi elettori di Erice e Valderice.
Associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale - “Secondo la Procura della Repubblica di Trapani, - riferisce Galluffo -, ad Erice ci sarebbe un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, con il reato che ha avuto inizio nel gennaio del 2017 e poi si è concretizzato il 10 giugno 2017. Questa associazione tutt’ora permanente ha fiancheggiato e supportato dal 2017 ad oggi la maggioranza politica ericina e le amministrazioni che si sono succedute, non certamente noi trapanesi. Il leader supremo di questa maggioranza, per suo stesso vanto, era ed è Giacomo Tranchida. Mascariare - conclude Galluffo - è scaricare falsamente sugli altri le proprie responsabilità, colpe, incapacità ed errori”.
Incontro tra Tranchida e un pluripregiudicato - Nel corso della conferenza stampa l’avvocato Galluffo ha letto anche degli atti d’indagine e in particolare uno riguardante ciò che ha scritto la Digos: “Abbiamo accertato che Tranchida con la propria auto si recava presso il quartiere San Giuliano e abbiamo notato che lo stesso si è fermato e si è incontrato per diversi minuti con un noto pluripregiudicato della zona". L’ispettore capo della Digos ha continuato, dicendo che, quando chiese di intercettare Tranchida, all’indomani le indagini vennero tolte alla Digos e affidate ai carabinieri.
Patto d’onore tra Tranchida e Luigi Manuguerra – Altro episodio raccontato da Galluffo è quello che riguarda gli incontri in campagna elettorale tra Tranchida e Manuguerra, accertati poi in dibattimento in tribunale. Un testimone ha dichiarato: “Ho cercato di aiutare sia il Tranchida che il Manuguerra. La legge permetteva un voto disgiunto. Ho portato a conoscenza di entrambi se erano disposti ad aiutarsi a vicenda e hanno accettato e si sono incontrati in un magazzino". La testimonianza continua con il ricordo dell’avvenuta stretta di mano tra i due a suggellare il patto d’onore.
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