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27/06/2018 06:00:00

La triste liturgia (o litania?) della visita della Commissione antimafia a Trapani

  Intrappolata nelle sue liturgie, vittima di certe sue stesse litanie, quella che chiamiamo “antimafia” prevede, periodicamente, diciamo dopo ogni rinnovo del Parlamento o dell’Ars, un momento in cui si costituisce una commissione, detta “antimafia”, appunto. Questa commissione, regionale o nazionale che sia, elegge i suo membri, i membri eleggono un presidente e la commissione comincia la sua attività. A volte è di tipo ambulante: nel senso che, giustamente, la commissione va nei posti, fa il giro delle sette chiese, e comincia con la chiesa dove più alti sono gli infedeli, che è la provincia di Trapani, la terra di Matteo Messina Denaro, la terra dove la massoneria va a braccetto con la mafia.

E’ accaduto anche con la nuova Commissione Antimafia dell’Ars, presieduta da Claudio Fava. La Commissione ha cominciato il suo giro, e ha scelto Trapani. Lo schema è stato il solito: incontro con il Prefetto, incontro con il signor Questore, poi con il signor Procuratore, il Comandante provinciale dei Carabinieri, la Dia, la Finanza, visita a Castelvetrano. Alla fine, incontro con la stampa.

Per dire cosa? Quello che già sappiamo: che Trapani è una terra difficile, perché è la terra di Matteo Messina Denaro, perché c’è la massoneria oscura, e un bel po’ di corruzione. La mafia viene definita, poi, a scelta, con un rosario di aggettivi che sono “camaleontica”, “sommersa”, “invisibile”, “annidata nei centri di potere”, eccetera. Matteo Messina Denaro, poi, è al centro di espressioni come: “terra bruciata”, “ore contate”, “importanti sviluppi investigativi”, “sta venendo meno la sua rete di protezione”.

E’ incredibile come tutto questo muoversi, incontrare, dichiarare, produca, in termini di risultato, sempre gli stessi dati. Da venti anni assisto allo stesso schema, che vi ho appena descritto. Mi ricordano, certe visite della Commisione antimafia di turno, un po’ le famose “gite delle pignate” che fanno molti anziani della mia contrada. Quelle gite dove ti alzi all’alba, vai in corriera nei luoghi di Padre Pio, ad esempio, o a Gibilmanna, tutto ti costa due lire, ma poi ti devi beccare la presentazione delle “pignate”, appunto. E che fai? Un tegamino non lo compri? E’ questione di cortesia.
Ecco, le commissioni antimafia ambulanti funzionano più o meno allo stesso modo: partono, arrivano, fanno il loro tradizionale giro, dopo c’è un momento dell’esibizione dei prodotti da comprare, per dare un titolo ai giornali.
 La mafia invincibile, Trapani segreta e irredimibile, eccetera. E che fai, un articolo non lo scrivi, a questo prezzo? Giusto per tenere alta la tensione, lanciare l’allarme….

Noi gli articoli abbiamo preferito scriverli prima, con i nostri piccoli mezzi: siamo stati i primi a spiegare le relazioni tra mafia e massoneria in provincia di Trapani (esattamente due anni fa) a spiegare cosa succede a Campobello di Mazara, a cercare di spiegare i motivi del sottosviluppo del nostro territorio, gli unici ad andare dentro e oltre i provvedimenti della magistratura, mettendo in relazione fatti, nomi, storie. Basta guardare alla sezione “Inchieste” di Tp24.it per capire. Proprio per questo sullo stancante rito della commissione antimafia in visita possiamo fare un po’ di ironia. Noi stiamo sul fronte, l’ironia ci serve per sopravvivere.

E allora, per favore, veniteci a dare qualche informazione nuova, qualcosa che non sappiamo, qualcosa per cui dire: si, è venuta la Commissione Antimafia a Trapani, e ne è valsa la pena. Ancora parliamo di Iside 2, ancora dei lavori dell'America's Cup a Trapani....E' un po' come quando Retequattro, d'estate, manda le repliche di Don Camillo e Peppone. 

Però in effetti qualcosa di nuovo Fava lo ha detto. Ve lo racconto domani. 

Giacomo Di Girolamo



Editoriali | 2024-12-11 06:00:00
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