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13/08/2018 06:00:00

L'Ars va in ferie. La lunga vacanza della politica siciliana

 E' la settimana di ferragosto, la politica va in ferie. L'ARS ha chiuso i battenti già qualche giorno fa, le sedute riprenderanno a settembre. Il parlamento regionale ha lavorato in questi mesi con il passo di una lumaca, sedute di pochi minuti.
Il governo Musumeci ha dovuto affrontare una serie di emergenze, tra rifiuti, crisi idrica e sistemi aeroportuali c'è stato il tempo di perfezionare e approvare la Rete Ospedaliera dell'assessore al ramo, Ruggero Razza. Nello Musumeci e Roberto Lagalla, assessore all'Istruzione e alla Formazione professionale, adesso devono fronteggiare la grave e persistente crisi del settore.


Il Governatore della Regione ha scritto al Ministro Luigi Di Maio, ha chiesto l'istituzione di un tavolo tecnico per fronteggiare la ricollocazione occupazionale dei lavoratori della Formazione e dei cosiddetti sportellisti. La Sicilia chiede aiuto a Roma, la vertenza dovrebbe essere sbrogliata dal Ministro Di Maio. Il giudizio su questo governo regionale, targato centro destra, non è positivo. Giuseppe Lupo, capogruppo all'ARS del PD, ne boccia l'operato, stessa cosa per i grillini. L'ultima seduta ha visto, secondo la pentastellata Valentia Zafarana, un blitz ad opera del governo che si è presentata con una Finanziaria ter, per la quale non e' stato possibile presentare nessun emendamento.
La riscrittura di quelle norme che sono state impugnate dal governo nazionale non è stata cosa apprezzata dal movimento Cinque Stelle, le norme sono state approvate come disegno di legge.

E nella Sicilia in cui il tasso di disoccupazione è alto la politica si ferma, rimandando al “dopo ferie” le emergenze. Si attendono da anni le riforme per questa Isola, nessuna ancora in arrivo.  Il governo di Rosario Crocetta le ha annunciate per cinque anni, mai messe in atto, assessorato per assessorato.  Il governo Musumeci ha sprecato una campagna elettorale nel raccontare che ogni cosa sarebbe stata sovvertita partendo dalle riforme, essenziali per non fare morire questa terra. A distanza di nove mesi il nulla.  Resta l'emergenza rifiuti e le tante richieste di autorizzazione per la creazione di discariche e di impianti privati.
Oggi con la spazzatura si fanno gli affari, è il nuovo oro. Tuttavia queste richieste non potrebbero essere evase positivamente in assenza di un Piano Rifiuti.
Nello Musumeci dice di volere andare incontro ai Comuni che mostreranno forte impegno e volontà nell'aumentare i numeri della differenziata.
Sono stati concessi altri 90 giorni a sindaci per organizzarsi e per evitare la scure del commissariamento: devono raggiungere il 30% della differenziata ovvero inviare i rifiuti all'estero, con aggravio di spese.


Il presidente sta impegnando le necessarie risorse anche umane per recuperare decenni di inerzie: “Stiamo elaborando il Piano rifiuti, che sarà pronto a fine anno, pianificando la realizzazione di impianti, sollecitando la riapertura di quelli inattivi e vigilando sulla corretta gestione della raccolta e dello smaltimento da parte degli enti locali. Per superare questa fase, però, serve lo sforzo di tutti, soprattutto da parte di quei novanta Comuni che ancora sono lontani dal traguardo minimo”.