E’ finita male la fuga di un ladro di auto avvenuta questa notte nel quartiere “Villaggio Santa Rosalia” di Palermo. S.C., 19enne del quartiere “Falsomiele”, dopo aver forzato la serratura di un Mitsubishi Pajero, ed essersi messo alla guida, è stato intercettato da una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Palermo.
E’ finita male la fuga di un ladro di auto avvenuta questa notte nel quartiere “Villaggio Santa Rosalia” di Palermo. S.C., 19enne del quartiere “Falsomiele”, dopo aver forzato la serratura di un Mitsubishi Pajero, ed essersi messo alla guida, è stato intercettato da una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Palermo.
I militari, infatti, hanno notato l’auto, verso le ore 4, mentre procedeva in direzione di viale Regione Siciliana, a velocità sostenuta ed a fari spenti. I militari hanno quindi affiancato l’auto, intimando l’alt. Ne è scaturito un rocambolesco inseguimento ad alta velocità. La condotta spregiudicata è durata per circa 2 chilometri, fino a quando, il giovane ormai sentitosi braccato, ha deciso di lanciarsi dal mezzo in marcia per tentare la fuga a piedi.
La jeep, priva di conducente, continuando la corsa, ha scavalcato una banchina in cemento, oltrepassando anche il guard rail, invadendo trasversalmente la corsia centrale in direzione Trapani, di Viale Regione Siciliana. I militari sono riusciti a bloccare il fuggitivo a piedi, dopo circa 200 metri.
“Le conseguenze della fuga – spiegano dal Comando – potevano essere ben più gravi dei danni arrecati all’auto rubata ed alla banchina di viale Regione Siciliana, tanto da sfiorare di poco nella parte posteriore un mezzo in transito. Qualora fossero transitate delle auto sulla carreggiata invasa dalla jeep lanciata a folle velocità dal ladro – hanno aggiunto i militari – i danni agli utenti della strada sarebbero stati sicuramente maggiori”.
S.C., dovrà quindi rispondere dell’accusa, di furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Il giovane è stato trattenuto presso gli uffici del Nucleo Radiomobile in attesa di essere giudicato con rito direttissimo.