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29/11/2018 06:00:00

Imprenditori, funzionari, professionisti. La rete di corruzione al Genio Civile di Trapani

 Era uno scambio di favori continuo. Progetti approvati in cambio di lavori nelle ville di famiglia. Incarichi affidati in cambio di soldi. Ingegneri, geometri, architetti compiacenti.

Imprenditori che stavano al gioco e che pagavano la mazzetta, a volte in contanti, altre volte eseguendo lavori gratis. Era tutto normale, nessuna costrizione. Le cose andavano così. E' questo il sistema che viene fuori dall'inchiesta che ha portato ai domiciliari l'ingegnere capo del Genio Civile di Trapani Giuseppe Pirrello. Tutto girava intorno a lui, secondo gli atti dell'indagine portata avanti dalle Fiamme Gialle e coordinata dalla Procura di Trapani. Un sistema di potere che coinvolgeva anche altre persone.


Sono 24, in tutto, gli indagati nell'inchiesta che scuote i professionisti di Trapani e non solo. Tra questi c'è Mimmo Turano, assessore regionale alle Attività produttive.
In più gli altri indagati, oltre Pirrello e Turano, sono: Gaspare Giuseppe Motisi, classe 1966 di Trapani , Giovanni Lentini classe '55 di Castelvetrano, Giambattista Impellizzeri classe '70 di Alcamo, Vincenzo Barresi classe '62 di Castelvetrano, Onofrio Aurelio Pirrello di Alcamo nato nel 1988, Giuseppe Pipitone del 1946 di Alcamo, Giuseppe Vario di nato a Calatafimi nel 1966 e residente a Trapani, Vincenzo Coppola nato a Tunisi nel 1952 e residente ad Alcamo, Gaetano Vallone del 1958 di Alcamo, Giuseppe Maiorana del 1968 di Calatafimi, Vincenzo Paglino del 1970 di Alcamo, Andrea Pirrone del 1955 nato ad Alcamo e residente a Castellammare, Francesco Pirrello di Alcamo nato nel 1962, Giuseppe Grillo classe 1968 di Alcamo, Vito Emilio Bambina nato nel 1988 di Alcamo, Stefano Gebbia classe 1955 di Alcamo, Francesco Gebbia classe '89 di Alcamo, Giuseppe Mulè classe '73 nato a Palermo e residente a Castellammare del Golfo, Felice Scaraglino di Castellammare classe '69, Antonio Colletta classe '91 di Alcamo, Ignazio Messana classe 1956 di Alcamo, Giuseppe Paglino di Alcamo nato nel '44.
Di cosa sono accusati tutti gli indagati? Facciamo una panoramica, cominciando proprio con le vicende che riguardano Mimmo Turano, e che si riferiscono al periodo in cui non era assessore regionale ma deputato all'Ars.

PIRRELLO E MIMMO TURANO
Tutto parte da un intercettazione di Pirrello, il capo dell'ufficio del Genio Civile di Trapani, arrestato ieri, che dice: “Ti comunico, già Mimmo lo sa, abbiamo deciso così”. E' l'11 Aprile 2017, Mimmo è proprio lui, Turano. Secondo la Procura aveva “un implicito e generale patto corruttivo” con Pirrello, che commetteva "atti contrari ai propri doveri d'ufficio" nell'interesse di Turano e di persone raccomandate dall'assessore regionale.
Ad esempio, secondo quanto emerge dall'inchiesta condotta da Procura e Guardia di Finanza, Pirrello si sarebbe accordato con Turano per evadere velocemente una pratica in favore della moglie e del cognato dell'assessore regionale. Pirrello scriveva, poi, al sindaco e al dirigente del Comune di Alcamo per “indurli a rinnovare la richiesta di concessione per l'emungimento di acqua non potabile dai pozzi” comunali. Materia che non competeva al Genio civile, e lettere che erano “finalizzate a promuovere la figura politica di Turano come soggetto politico paladino delle istanze dei cittadini sul versante dell'approvvigionamento idrico”. Pirrello inoltre avrebbe promesso a Turano di consegnare le ordinanze emesse dal Genio Civile di chiusura di 5 pozzi situati nel Comune di Alcamo, nonché tuta una serie di atti e documenti relativi alla vicenda. In particolare è citato anche il caso di Mariano Ascari, imprenditore amico di Turano, che ha un pontile a Castellammare del Golfo, e che grazie all'interessamento di Pirrello ha evitato la sospensione della concessione marittima demaniale nell'estate del 2017.
Si dovevano fare i lavori al porto di Castellammare del Golfo. E il Genio Civile ha fatto sgomberare tutti i cantieri, tranne quello di Ascari.

 

 

 

PIRRELLO, L'AVVOCATO E I FUNZIONARI DI CASTELVETRANO
Pirrello e l'avvocato Giovanni Lentini sono indagati per una vicenda che riguarda un albergo a Marinella di Selinunte, a Castelvetrano. Pirrello, nell'ambito di un procedimento davanti al Tar promosso dalla “Forza 2 di Schelotto & C srl” patrocinata da Lentini, in qualità di pubblico ufficiale incaricato doveva verificare la volumetria effettiva dell'edificio. L'accusa è che Pirrello si sarebbe accordato con il legale per redigere una relazione favorevole alla ditta rappresentata da Lentini omettendo alcuni elementi rilevanti. In cambio il capo del Genio Civile avrebbe ottenuto la disponibilità di Lentini nel dare pareri legali gratuiti per sé e per pratiche curate dallo studio tecnico formalmente intestato al figlio Onofrio Pirrello (anche lui indagato) ma di fatto gestito dal padre.
Pirrello è quindi accusato di avere redatto una relazione falsa, depositata presso l'Avvocatura di Stato. In particolare avrebbe omesso di scrivere nella relazione le dichiarazioni del funzionario delegato per la verificazione della volumetria dell'edificio.
Sempre riguardo all'albergo di Marinella di Selinunte ci sono due funzionari del Comune di Castelvetrano indagati. Si tratta di Giambattista Impellizzeri, dirigente del Settore Servizi Tecnici, e Vincenzo Barresi, responsabile del 5° servizio Suap ed Edilizia Privata. Anche loro, “esecutivi dello stesso disegno criminoso”, avrebbero attestato falsamente che il volume geometrico del progetto relativo alla realizzazione dell'albergo “è inferiore a quello dello stato di fatto”, si legge nell'ordinanza.

TECNICI, IMPRENDITORI E PROFESSIONISTI
Altro caso. Pirrello avrebbe rilasciato, “in carenza di requisiti strutturali previsti dalla legge in relazione a muri portanti”, l'attestazione di collaudo da parte del Genio Civile di un immobile di proprietà di Giusepe Grillo, proprietario della casa, per consentirgli di ricevere il certificato di agibilità dal Comune di Alcamo. Pirrello avrebbe accettato la promessa di ricevere da Grillo, che voleva vendere quell'immobile, 2300 euro, tramite Francesco Pirrello, cugino del capo del Genio Civile, che aveva ricevuto l'acconto di mille euro poi consegnatI ad Onofrio Pirrello.

LA MAZZETTA PER LA CAPPELLA
Altre false attestazioni avrebbe redatto Pirrello, e avrebbe ricevuto mazzette per questo, con la complicità di altri tecnici, ingegneri, architetti, anche dello stesso ufficio del Genio Civile, come Giuseppe Vario. C'è ad esempio il collaudo di una cappella cimiteriale, la cui relazione e il certificato sarebbero “ideologicamente falsi”. Pirrello avrebbe ricevuto 450 euro in contanti da Giuseppe Pipitone, padre dell'ingegnere Vito Pipitone (che aveva redatto la “relaZione a struttura ultimata”), che era anche progettista della cappella. Per questa vicenda è indagato anche Antonio Colletta per aver prodotto documentazione ideologicamente falsa, e in concorso per lo stesso reato l'architetto Ignazio Messana. Onofrio Pirrello avrebbe invece riscosso la mazzetta, e Giuseppe Vario si era messo a disposizione del suo superiore per provvedere al rilascio dell'attestazione del collaudo.
Altra vicenda coinvolge sempre Pirrello padre e figlio, Antonio Colletta, Ignazio Messana e Giuseppe Pipitone. L'accusa a vario titolo è di falso ideologico e corruzione e riguarda il certificato di collaudo per un edificio in via Como, ad Alcamo. Pirrello avrebbe accettato da Giuseppe Pipitone la promessa di un compenso di 1500 euro, ricevendone subito dopo mille di acconto, consegnate in due tranche ad Onofrio Pirrello e Antonio Colletta, collaboratore dello studio tecnico dei Pirrello.

IL FOTOVOLTAICO ALLA CAPITANERIA DI MAZARA
Indagato è anche l'imprenditore Gaetano Vallone, titolare della Celi Energia Srl, di Santa Ninfa, azienda che si occupa di impianti fotovoltaici. Giuseppe Pirrello avrebbe prospettato a Vallone il conferimento con affidamento diretto di due lavori pubblici relativi all'installazione di un impianto fotovoltaico a servizio della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo e uno a servizio proprio del Genio Civile. In cambio Vallone avrebbe fatto uno sconto di 15 mila euro sul credito vantato dalla sua ditta nei confronti della Belicenergia Srl, riconducibile allo stesso Pirrello.

LA SABBIA PER SAN VITO
Altri accordi del Genere Pirrello li avrebbe presi, secondo quanto emerge dall'inchiesta, con altri imprenditori. Ad esempio avrebbe prospettato a Vincenzo Paglino, imprenditore di Alcamo del settore movimento terra, che gli avrebbe fatto avere in sub appalto il trasporto sabbia per la sistemazione della spiaggia a San Vito lo Capo. In cambio l'impresa alcamese avrebbe installato gratuitamente una fossa imhoff nella casa di proprietà della suocera di Pirrello.
Giuseppe Maiorana, anche lui indagato, è un altro imprenditore col quale Pirrello avrebbe preso accordi illeciti. Pirrello avrebbe promesso di “aggiustare” l'iscrizione dell'impresa di Maiorana all'albo delle ditte di fiduia del Genio Civile. In cambio l'impresa avrebbe fatto dei lavori nella casa di villeggiatura di Pirrello gratis, o quasi.
Conivolto dell'inchiesta anche Andrea Pirrone, funzionario dell'Ufficio tecnico di Alcamo. Pirrello gli avrebbe chiesto di rilasciare una concessione edilizia in sanatoria, senza che fossero rispettati i requisiti di legge, in favore di un soggetto cliente dello studio tecnico di Pirrello. In cambio il capo del Genio Civile non avrebbe fatto smontare un pontile al porto di Castellammare gestito dal figlio di Pirrone. In questa vicenda è coinvolto in concorso anche Gaspare Giuseppe Motisi, funzionario del Genio Civile.
Indagato anche l'architetto Vincenzo Coppola. Pirrello gli avrebbe gestito velocemente e positivamente una attestazione di collaudo, e avrebbe accettato la promessa di ricevere una mazzetta da 1500 euro, mascherata in una prestazione professionale. Altro imprenditore coinvolto è Stefano Gebbia. Pirrello gli avrebbe fatto ottenere lavori “in somma urgenza” presso degli immobili della Forestale (la realizzazione di un “bagnetto” e di un prospetto). In cambio Gebbia avrebbe realizzato dei lavori in un immobile della famiglia Pirrello, ad Alcamo. Sempre Gebbia si sarebbe accordato con Pirrello per pagare una mazzetta da 1600 euro per evadere positivamente un'attestazione di collaudo.

 

 

 

LE VILLETTE AD ALCAMO
Altra vicenda riguarda il piano di lottizzazione per la realizzazione di quattro villette ad Alcamo. Indagato è Vito Emilio Bambina, figlio del geometra Vincenzo Bambina, progettista delle villette. Pirrello si sarebbe impegnato a far firmare il progetto e la relazione geologica da un architetto compiacente e da un geologo compiacente. Il tutto per una bustarella da mille euro.
Giuseppe Motisi, funzionario del Genio Civile, Giuseppe Mulè, architetto, e l'imprenditore Felice Scaraglino, sono indagati in relazione alla realizzazione, e quindi ai relativi documenti, di un immobile intestato alla moglie di Scaraglino. In cambio l'imprenditore avrebbe versato o promesso di versare ai due una non meglio precisata somma di denaro. Ancora Giuseppe Pirrello, in concorso con Ignazio Messana, si sarebbero messi a disposizione del geometra Giuseppe Paglino per evadere positivamente una pratica edilizia di un immobile ad Alcamo. Pirrello avrebbe accettato da Paglino la promessa di ricevere 500 euro come tangente.

NOTA: SULLA POSIZIONE DELL'AVVOCATO LENTINI, QUI UNA NOTA DEL SUO LEGALE