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12/01/2019 06:00:00

Marsala, lo Stagnone è terra di nessuno.Gli appelli del direttore nazionale di Legambiente

Tutela e salute dello Stagnone di Marsala sono stati gli argomenti al centro della conferenza stampa di Legambiente che si è tenuta ieri, proprio nel cuore della Laguna, a Mammacaura, a bordo di una imbarcazione che traghetta i turisti a Mozia, sulla quale, il presidente del Circolo Marsala Petrosino, Maria Letizia Pipitone e il direttore nazionale Giorgio Zampetti hanno fatto il punto della situazione sulle questioni che riguardano la Riserva, lanciando un appello alle istituzioni regionali e locali, affinché si diano una mossa per la protezione di questo patrimonio naturalistico unico al mondo e oggi in stato di abbandono.

“Il Libero Consorzio di Trapani, che è l’Ente gestore della nostra Riserva – ha affermato Maria Letizia Pipitone – di fatto non è più operativo se non per il disbrigo delle pratiche e degli affari correnti e questo immenso patrimonio naturale e culturale non è più stato mantenuto per come dovrebbe esserlo. Anche con il Comune di Marsala, purtroppo, l’interlocuzione non c’è stata e nel rimbalzo di responsabilità tra l’Ente Gestore e il Comune di Marsala che è l’Ente territoriale competente, diciamo che la Riserva dello Stagnone è rimasta terra di nessuno. Il bene più bello e più importante della città è stato abbandonato a se stesso. Assistiamo a fenomeni di degrado e incuria che non sono ammissibili in un posto così importante come lo Stagnone. Abbandono di rifiuti, mancanza di segnaletica, mancanza di indicazioni, chioschi che vengono autorizzati pur essendo vietati dal regolamento della Riserva, permessi di costruzione e addirittura l’impugnazione del Piano Paesaggistico. Noi non molliamo – conclude la Pipitone – e vogliamo mantenere viva l’attenzione su questo patrimonio che è di tutti”.

“Come Legambiente stiamo mettendo al centro il tema della salvaguardia del paesaggio – ha esordito Zampetti -. In Italia ci sono alcune aree particolarmente preziose e a rischio, da nord a sud, dalle Dolomiti allo Stagnone, che vanno preservate e lo Stagnone, per Legambiente, è uno dei luoghi da preservare e simbolici per questo tipo di battaglie. Il suo valore storico-paesaggistico e di biodiversità nasce da elementi concreti di patrimonio naturalistico che questa zona conserva. Tra l’altro – continua Zampetti – le aree costiere oggi sono quelle a maggior rischio e se questo luogo doveva essere tutelato, dieci, venti, trenta anni fa, oggi la tutela deve essere una priorità assoluta della politica nazionale, regionale e locale”. 

Il direttore di Legambiente si dice molto preoccupato per la situazione che vive lo Stagnone di Marsala. “Siamo molto preoccupati rispetto alla Riserva dello Stagnone di Marsala, che aveva una perimetrazione più ampia e poi è stata ristretta, ma anche rispetto allo stesso piano paesaggistico che rafforza quello che abbiamo scritto sul ricorso e quello che stiamo chiedendo da tempo di tutelare anche l'area a terra limitrofa alla Laguna e non solo della Laguna. Rispetto a tutti questi strumenti, che non sono degli ambientalisti ma sono strumenti amministrativi - afferma Zampetti - ci troviamo in un momento di confusione con un provincia che non ha come intervenire e con vincoli che non sono ben chiari".

Appello alla Regione – Zampetti durante il suo intervento ha rivolto due appelli. “Con il primo appello diciamo alla Regione che, a partire di una pianificazione che già esiste e che ha dei contenuti che, comunque noi condividiamo, di trovare il modo di renderla cogente a tutto gli effetti. E’ un appello urgente, perché se questi vincoli esistono sono stati messi per una ragione ambientale e di tutela del paesaggio e quindi è necessario che siano resi cogenti al più presto, altrimenti sarà troppo tardi.

Appello agli Enti Locali – Il secondo appello fatto dal direttore di Legambiente è quello fatto all’Ente Gestore e al Comune di Marsala. Zampetti in questo caso ha detto che Legambiente non chiede dei vincoli per rendere lo Stagnone imbalsamato e chiuso dentro una teca di cristallo per fermare lo sviluppo economico e turistico di quest’area ma mettendo certi vincoli e facendoli rispettare, il miglior modo per tutelare il futuro di quest’area. "Non è consumando il territorio che è rimasto intorno alla Laguna - afferma Zmpetti - affidandolo a privati o costruendo nuove edificazioni che si riuscirà a garantire uno sviluppo futuro".