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28/02/2019 07:48:00

Operazione “Barbanera”, il Tribunale del Riesame smonta una parte delle indagini

Sembra scricchiolare il castello dell’accusa nell’indagine “Barbanera”. A poco a poco, infatti, con scarcerazioni, dissequestri e dichiarazione di mancanza dei “gravi indizi di colpevolezza” per alcuni dei reati contestati ai 14 indagati, il Tribunale del Riesame di Palermo sta assestando non indifferenti colpi all’inchiesta di Dda e Guardia di finanza, che hanno ipotizzato i reati di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi esteri, nonché intestazione fittizia di beni.

L’operazione “Barbanera” (14 persone fermate, tra i italiani e tunisini, e sequestri di beni per circa tre milioni di euro) è stata portata a termine lo scorso 15 gennaio. Poi, il Riesame ha prima scarcerato Moussa Hedhili, difeso dall’avvocato marsalese Andrea Pellegrino , e poi anche Bessem Elaiba, residente a Mazara e accusato di contrabbando di sigarette, difeso dall’avvocato Giuseppe Tumbiolo.

Quindi, su istanza dell’avvocato Walter Marino, ha annullato il decreto di sequestro preventivo per il cantiere nautico mazarese, con relativo complesso aziendale, di Domenico D’Aleo.

Adesso, il Riesame ha accolto le istanze degli avvocati Luigi Pipitone, Isidoro Sebastiano Genna e Chiara Bonafede, disponendo l’annullamento del sequestro dell’azienda agricola di Haj Ali Fraj, in contrada Sant’Anna, nell’entroterra marsalese, e ritenendo non gravi gli indizi di colpevolezza in capo al 39enne tunisino Fadhel Moncher, detto “Barbanera”, presunto capo dell’organizzazione, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per tre casi di contrabbando di tabacchi. Per queste decisioni, naturalmente, gli avvocati Pipitone e Bonafede esprimono “soddisfazione”, considerando le decisioni dei giudici palermitani un primo passo nel lavoro tendente a demolire, o comunque affievolire, l’impianto accusatorio. Secondo gli investigatori, il vero padrone del cantiere nautico mazarese e dell’azienda agricola sarebbe Fadhel Moncher (Ali Fraj è suo cognato), ma sia i dissequestri che le valutazioni del Riesame su alcuni capi d’accusa, secondo la difesa smontano l’ipotesi che il 39enne nordafricano abbia rivestito il ruolo di capo dell’organizzazione, che avrebbe gestito il traffico di migranti tra la Tunisia e le coste siciliane con gommoni veloci. L'indagine dei finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, in collaborazione con militari dello Scico e dei Comandi Provinciali di Trapani e Agrigento, nonché del Reparto Operativo Aeronavale, è stata coordinata dalla Dda. Alcuni indagati furono bloccati nel porto di Palermo, mentre erano in partenza per la Tunisia, con denaro contante per oltre 30 mila euro.



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