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28/02/2019 06:00:00

MafiaBet : il ruolo di Salvatore Giorgi detto Mario "lu Cuccu". Gli incendi a Petrosino

Se l’imprenditore campobellese Calogero Luppino è considerato dagli inquirenti il braccio economico della cosca mafiosa, suo zio Mario Giorgi è la mente del gruppo, il politico di riferimento, la faccia spendibile.

A Campobello di Mazara è in politica da trenta anni, dapprima consigliere comunale del Partito Comunista, poi dei DS per finire nell’Udeur e recentemente in forza Italia. E’ stato per anni assessore e grande amico di Ciro Caravà, ex sindaco oggi scomparso. 

Secondo la Procura antimafia di Palermo, Mario Giorgi tesse rapporti per conto di Luppino con esponenti mafiosi di Mazara a cui eroga numerose dazioni di danaro.

Formalmente risulta dipendente della società “Alicos Giochi” s.r.l. ma di fatto è considerato il “cassiere” di suo nipote Calogero Luppino.

Il 20 settembre 2017 il mafioso mazarese Dario Messina, dopo essersi recato presso l’ufficio di Mario Giorgi a Mazara del Vallo, risalendo in macchina, conta alcune banconote e subito dopo si reca  nei pressi del bar Colorado dove ad attenderlo troava Marco Buffa, definito dagli inquirenti "altro soggetto di spicco della mafia mazarese", al quale consegnava 400 euro.

Il giorno successivo e anche il 22 settembre 2017 Messina si recanuovamente nell’ufficio di Giorgi e subito dopo si rivede con Marco Buffa al quale consegna 600 euro. Perchè? 

In un'altra occasione Dario Messina, intercettato a telefono e riferendosi al Giorgi dice: “Mi ha telefonato e mi ha detto: <<vedi che io ritardo qualche paio di giorni perché era fuori>> … se … non ci vado a parlare più con il ragioniere (Giorgi ndr), è inutile che vado da quello che quello poi deve riportare sempre a quello”, lamentandosi del ritardo della consegna di altri soldi.

Lo stretto rapporto che Mario Giorgi tiene con Dario Messina è testimoniato, inoltre, da altre intercettazioni.  Messina: “Appena arriviamo a Mazara, vediamo se Mario è là, a Mario te lo devo presentare per forza… A Mario, il ragioniere… Lo zio, che è quello che gli cura tutte le …”.

Gli inquirenti sentono addirittura lo stesso Giorgi riferire a Dario Messina della consegna di soldi a lui e alla famiglia di Marsala:

GIORGI:

ehm... passa, ti do i soldi e...

MESSINA:

e domani che ne so, casomai te lo faccio avere con Alessandro?

GIORGI:

l'assegno? va beh che mandi a Alessandro domani, ma tu devi sapere che domani essendo vigilia gli uffici pubblici anche le aziende le banche chiudono ...INC... (si sovrappongono le voci, ndr)

MESSINA:

...INC... (si sovrappongono le voci, ndr)... noi a quelli di Marsala glieli dobbiamo portare I SOLDI ?

GIORGI:

si

MESSINA:

eh... e già sono ottocento euro

Nel settembre 2017 Luppino aveva incaricato due soggetti, Nicola Pizzo e Vito Russo , di controllare quotidianamente l’andamento delle slot machines all’interno del bar “Martin” di Mazara del vallo da interferenze di altri  che "avrebbero potuto turbare la gestione dell’esercizio". Paga?  50 euro ciascuno a settimana.

Mario Giorgi doveva materialmente pagare questo “stipendio” ai due soggetti e da qui nasce un battibecco con Vito Russo detto "pitbull". Per risolvere la questione decide di far richiamare all’ordine Russo tramite Dario Messina e decide di scrivere a suo nipote Calogero Luppino “ho bisogno di parlare con D...” intendo con Dario Messina. Da lì a breve, Messina raggiungeva Giorgi nei locali di Mazara del Vallo della “Alicos Giochi” s.r.l. trattenendosi per circa un’ora. Appena usciti il Messina si mette alla ricerca del Russo, che incontra lungo la via Val di Mazara.

Messina intima a Russo, per il futuro, di non prendere alcuna iniziativa se prima non ne parla con lui (Messina: “allora tu la prossima volta … ne parli con me - no! La prossima volta con me! - tu la prossima volta che c’è una cosa di questa devi parlarne con me”). 

Il mondo delle scommesse online è particolarmente a cuore a Dario Messina che parlando al telefono con Bruno Giacalone, anch’esso associato mafioso, che deve proteggere gli affari dell’imprenditore campobellese Luppino e di suo zio Giorgi, dice “queste persone che hanno tutte centri scommesse a me interessano … punto e basta, perché “quannu fu me lu disse …” oh, ci siamo? Questa persona si è messa sempre a disposizione, è di testa buona … in pratica questo è suo cugino” ed ancora Messina: “ora per esempio tu prendi a me … si è dimostrato sempre … o se ho una difficoltà, gli dico: vedi che servono 2.000 euro … dammi 2.000 euro”.

A seguito del furto denunciato il 5 dicembre 2017di alcune slot machines riconducibili a Calogero Jonn Luppino e a Salvatore Giorgi (e di proprietà della “Alicos Giochi” s.r.l.) che erano collocate nel bar “Woodhouse” di Petrosino, la cosca mafiosa di Mazara e Petrosino si attiva per individuare il colpevole e punirlo. Secondo loro il furto è stato commesso da un imprenditore del settore dell’autotrasporto Antonino Messana. Il 18 gennaio 2018 Marco Buffa informa Dario Messina di aver eseguito un incarico che gli aveva dato in precedenza, ovverosia di fare un “avvertimento” consistito nell’avere “squagliato” il camion a “quello che si è preso le macchinette”, perché, giustappunto, “le macchinette non si toccano”.

Gli inquirenti accusano Mario Giorgi e Luppino di essere stati i mandanti dell’attentato incendiario e Dario Messina e Marco Buffa gli esecutori. Il 29 gennaio 2017 Messina informava della circostanza il diretto interessato Mario Giorgi, al quale riferiva che “vedi a quelli di là che hanno fatto il furto … perché sono gemelli, gemelli”; informazione che veniva riscontrata da Giorgi con pieno apprezzamento (Giorgi: “Non è mai tempo perso, ricordalo … buon lavoro”).

Che il Messina si riferisse proprio ad Antonino Messana emerge peraltro dal riferimento al fatto che “sono gemelli”: effettivamente, il Messana ha un fratello gemello.

Altro episodio inquietante riguarda l’estorsione compiuta da Mario Giorgi in danno del Bar Fiocca di Marsala. Secondo gli inquirenti Mario Giorgi attraverso Marco Buffa nonché altri sodali esercitava pesanti pressioni sul titolare del “Bar Fiocca” di Marsala, dove erano collocate le slot machines di proprietà del Giorgi, per imporgli di non sostituire le attrezzature di Giorgi già  installate con quelle di un altro imprenditore concorrente.

Dario Messina tranquillizza Mario Giorgi e gli rappresentava che anche solo la propria presenza accanto a lui avrebbe “sistemato” la situazione , Messina: “Sali una volta con me, ti vedono con me ed abbiamo trasmesso, basta, stop, basta … gli dico: “qua non dobbiamo ragionare più questa situazione, ah! Facciamo che domani ci sono ripensamenti, perché …”, secondo lui bastava farsi vedere in coppia e il titolare del bar Fiocca avrebbe capito che era opportuno lasciare la macchinette di Giorgi nel proprio bar.

BUFFA: Oh, Dario

MESSINA: Ouh, Ma

BUFFA: Digli che non devono toccare niente, mi ha detto proprio: “non deve toccare niente”, chi è … dice … che ha telefonato al ragioniere?

MESSINA: Come?

BUFFA: Mi ha detto …

MESSINA: Eh

BUFFA: “che non si preoccupi … dice … non devono toccare niente, se il signorino ha problemi …”, perché quello non c’è andato, sinceramente … però dice che non devono toccare niente

MESSINA: E ci sto andando io, ormai sono qua

BUFFA: E vacci tranquillamente e glielo puoi dire che c’è questa situazione

MESSINA: Eh, allora digli che sto arrivando

Alla chiamata tra Buffa e Messina seguiva la visita al “Bar Fiocca” di Mario Giorgi e Dario Messina che durava circa un’ora.

E infatti, la “ambientale” installata sull’autovettura del Messina registrava la successiva conversazione fra lo stesso e il Giorgi, al quale il primo diceva che l’esercizio commerciale, in realtà, era gestito dal cognato di Fiocca, ovvero Salvatore Carenini, con il quale il Messina (e Giacalone Bruno) aveva trascorso un periodo di comune in carcere.

I Carabinieri sentono Mario Giorgi affermare “perché Mazara comanda su Marsala”… alludendo che la famiglia mafiosa di Mazara ha influenza una scelta tanto importante compiuta su un esercizio commerciale di Marsala.