Quantcast
×
 
 
15/03/2019 08:32:00

Mafia a Campobello di Mazara: altri due arresti nella notte. Nomi e particolari

Colpo di coda dell'operazione "Mafiabet" che qualche settimana fa ha svelato gli affari della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara con i centri scommesse (e non solo).

I Carabinieri questa notte hanno eseguito altri due arresti per favoreggiamento aggravato. Si tratta di Giacomo Barbera e Paolo De Santo.

Barbera già condannato definitivamente per il tentato omicidio del capo famiglia di Campobello di Mazara, Nuncio Spezia, su ordine dell'anziano capo mafia Natale Ala, quest'ultimo assassinato nel 1990, era uomo a disposizione della consorteria mafiosa di Campobello di Mazara. Egli in particolare, su incarico di Luppino provvedeva ad una "bonifica" degli uffici di Luppino alla ricerca di microspie. La sua disponibilità era stata retribuita attraverso la dazione di una consistente somma di denaro, date le difficoltà economiche in cui versava e che erano state rappresentate a Luppino dallo zio Salvatore Giorgi.

De Santo, invece, consentiva e favoriva le comunicazioni tra Calogero Jonn Luppino e il capo mafia detenuto Franco Luppino, nonché la moglie di quest’ultimo Lea Cataldo. Calogero Luppino, infatti, destinava ingenti risorse economiche per il sostentamento economico del boss detenuto e del suo nucleo familiare. Tale sostentamento avveniva sempre tramite di De Santo, il quale svolgeva il ruolo di intermediario.

De Santo, che è in rapporti di affinità con Franco Luppino, in quanto ne ha sposato una nipote, si recava con cadenza pressoché mensile da Calogero Jonn Luppino per riportare le richieste di denaro della famiglia di Franco Luppino, ritirando la somma per poi consegnarla alla moglie del boss. In alcune occasioni l’imprenditore campobellese invitava De Santo a raccomandare minore insistenza nelle richieste di denaro della moglie del boss: il timore infatti era che gli investigatori potessero scoprire questo suo collegamento.

In altre occasioni Calogero Luppino e Paolo De Santo auspicavano con fervore la scarcerazione di Franco Luppino, che secondo loro avrebbe ripristinato l’ordine mafioso nell’aria.

I carabinieri hanno inoltre notificato, negli istituti penitenziari ove sono reclusi, anche l’ordinanza di rinnovazione della misura cautelare, emessa dal gip del tribunale di Palermo sempre su richiesta della DDA palermitana a Calogero Luppino, Salvatore Giorgio e Francesco Catalanotto.

Questo il comunicato dei Carabinieri. 

 I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e della Compagnia di Mazara, hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica -DDA- di Palermo, altri due indagati nell’ambito dell’operazione MAFIA BET che il 22 febbraio scorso ha condotto al fermo di indiziato di delitto di LUPPINO Calogero Jonn, GIORGI Salvatore e CATALANOTTO Francesco.

Si tratta di BARBERA Giacomo, cl. 53 e DE SANTO Paolo cl. 75 entrambi di Campobello.

Le ulteriori indagini dei Carabinieri, coordinati dal Procuratore Aggiunto Paolo GUIDO, e dai Sostituti Procuratori Gianluca DE LEO e Francesca DESSI’,hanno permesso di accertare che i due arrestati avevano aiutato LUPPINO Calogero Jonn ad eludere le indagini dei Carabinieri.

BARBERA Giacomo, già condannato definitivamente per il tentato omicidio del capo famiglia di Campobello di Mazara, Nuncio Spezia, su ordine dell’anziano capo mafia Natale Ala, quest’ultimo assassinato nel 1990, era uomo a disposizione della consorteria mafiosa di Campobello di Mazara. Egli in particolare, su incarico di LUPPINO Calogero Jonn, provvedeva ad una “bonifica” degli uffici del LUPPINO alla ricerca di microspie. La sua disponibilità era stata retribuita attraverso la dazione di una consistente somma di denaro, date le difficoltà economiche in cui versava e che erano state rappresentate a LUPPINO dallo zio GIORGI Salvatore.

LUPPINO anche in quell’occasione dimostrava di saper creare intorno a se’ una cerchia di sodali, pronti a soddisfare ogni sua richiesta, coma appunto BARBERA che, secondo lo stesso LUPPINO era “a disposizione di qualsiasi cosa”.

 

DE SANTO invece consentiva e favoriva le comunicazioni tra LUPPINO Calogero Jonn e il capo mafia detenuto LUPPINO Franco, nonché la moglie di quest’ultimo CATALDO Lea. LUPPINO Calogero infatti destinava ingenti risorse economiche per il sostentamento economico del boss detenuto e del suo nucleo familiare. Tale sostentamento avveniva sempre per il tramite di DE SANTO Paolo il quale svolgeva il ruolo di intermediario. 

DE SANTO, che è in rapporti di affinità con Franco LUPPINO in quanto ne ha sposato una nipote, si recava con cadenza pressoché mensile da LUPPINO Calogero Jonn per riportare le richieste di denaro della famiglia di LUPPINO Franco, ritirando la somma per poi consegnarla alla moglie del boss. In alcune occasioni l’imprenditore campobellese invitava DE SANTO a raccomandare minore insistenza nelle richieste di denaro della moglie del boss: il timore infatti era che gli investigatori potessero scoprire questo suo collegamento.

In altre occasioni LUPPINO Calogero e DE SANTO Paolo  auspicavano con fervore la scarcerazione di Franco LUPPINO, che secondo loro avrebbe ripristinato l’ordine mafioso nell’aria.

I Carabinieri hanno inoltre notificato, presso gli istituti penitenziari ove sono reclusi, anche l’ordinanza di rinnovazione della misura cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Palermo sempre su richiesta della DDA palermitana a LUPPINO Calogero, GIORGI Salvatore e CATALANOTTO Francesco.

Il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo ha infatti confermato interamente l’impianto accusatorio ricostruito nel provvedimento di fermo d’indiziato di delitto eseguito il 22 febbraio e ritenuto concrete ed attuali le esigenze cautelari già riscontrate dal GIP delTribunale di Marsala nell’ ordinanza di custodia cautelare emessa a seguito della convalida del provvedimento di fermo contestato. 



Antimafia | 2024-05-23 08:12:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/24-03-2021/1616566080-0-etna-un-altra-eruzione-fontane-di-lava-e-boati-il-video.jpg

La mafia a Vita, sequestrati i beni ad un imprenditore

 La Direzione Investigativa Antimafia, ha eseguito un decreto di sequestro finalizzato alla confisca di prevenzione emessa dal Tribunale di Trapani, avente ad oggetto beni mobili, immobili e partecipazioni societarie appartenenti ad un...