I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica (Dipartimento Pubblica Amministrazione), hanno dato esecuzione ad un decreto del locale GIP, con il quale è stato disposto il sequestro di somme di denaro e beni per un valore di circa 200.000 euro nei confronti di quattro persone fisiche, accusate a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in relazione all’indebita percezione di rimborsi erogati dal Comune di Palermo a ristoro di giornate di assenza dal lavoro maturate da consiglieri comunali per la partecipazione a riunioni e commissioni consiliari.
La legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 stabilisce che i consiglieri hanno diritto di assentarsi dai loro luoghi di lavoro per svolgere il mandato pubblico e che i loro datori di lavoro hanno diritto di ricevere dall’ente pubblico un rimborso pari a quanto da loro corrisposto per retribuzioni ed assicurazioni per le ore o le giornate di effettiva assenza del lavoratore-consigliere.
L’attività investigativa ha consentito di accertare che G.G. (classe ’74) e G.R. (classe ‘55), consiglieri comunali nel quinquennio 2012-2017 (G.R. è tuttora in carica), hanno simulato di essere dipendenti di società/associazioni riconducibili rispettivamente ad A.G. (classe ’67) e D.I. (classe ’82), inducendo il Comune di Palermo a corrispondere a queste ultime i previsti rimborsi.
L’individuazione delle posizioni degli indagati è scaturita dalla valorizzazione di alcuni indici di anomalia, con particolare riguardo al fatto che G.G. e G.R. risultavano essere stati assunti da privati successivamente alla loro nomina a consiglieri, circostanza questa che sollevava forti dubbi sulla veridicità dei contratti di lavoro e sulla possibilità che gli stessi fossero stati artatamente predisposti per ottenere dal Comune rimborsi non spettanti.